La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 32 - 2 novembre 1922

bi 120 LA R I V O LU Z I ON llJ LIBERA LE diali tà i Libero-Scambisti di tutti i paes che converranno a.I Congresso del LiberoScambio di Francoforte s. M. e, rivolgendo ad essi i sensi di tutta la loro simpatia, formano i voti più vivi e più sinceri per il successo pratico dei lavori e delle conclusioni del Congresso. EDOARDO GIRETTI. DE MONARCHIA. Risposta a Sapegno. Ca,·o Gobetti, Peccato avere e.spresso uu giudizio critico sul mio saggio «De Mo-na:rchi.a-., conoscendolo quasi solo a metà. Forse nelle parti non anoora pub. bhcato si sa.rebbe trovata risposta a talune obiezioni, e magari motivo di modifica.re alquanto il concetu0 d'insieme. Citerò esempi, nel corso di qualcbe breve risposta. alle osservazioni di Sapegno. l. - Distinguere, in fatto di pensie1•0politico, Croce da Gentile, è opportunità da. me vivamente sentita.. Nella parte d€'l saggio n01Uancora nota a. Sapegno (Tr-ibuna, 11 ottobre), riprendendo la critica della. tendenza. antimonarchica. di Sinistra, o ideologica (Missiroli e affini), la manifesto così: «Hegeliano è anche il pensiero crociano, pensiero politico schietto, permeato di senso storico, adern11te allla. realtà, che, anzi, vorremmo contrapporvi (a Missiroli e affini) ; mentre qui affiora, se mai, l1hegelismo deteriore di Oriani>. Nel primo acoenno, insieme a Gentile menzionai Croce, solo come un maestro dell'idealismo filasofico da cui quelli, piuttosto male che bene, discendono. Se Sapeg:no, e gli a.miei della Rivol-,.zio"e Liberale, giu. dicano, con me, insufficienti ed erra.ti l'ideologia, la visione politica, il giudizio storico di Mi...c;c;iroli, siam-o d'accordo. 2. - Gittd,i,ziosulla posizione attuale della 1tf onarch ia. Sapegno mi rimprovera. di da,r troppa impcrtanza, alla opposizione di Destra., e afferma che io a: trascuri troppe cose, generalizzando un'affermazione persona,Je, e probabilmente secondaria., di Mussolini,. Gli eventi successivi a quella mia valutazione deUa minaccia cli Destra, e attuali, tendono a confermarLa, piuttosw che a smentirla: ma. speriamo pure bene: anch'io, considerando pro' e contro, ho definito 1' posizione della. Monarchia una « precarietà stabile• (Tribuna, 11 ottobre). Le cose che tra.- scuro, cioè la fo·rmazione composita di fascismo e borghesia (su cui concordo con Sapegno, e lo dissi in. Demo<>raz-ia), non interessano l'argomento. L'affermazione di « tendenzia,Jità repubblicana» io l'ho presa come sintomo, e spunto, per additare un fenomeno più vasto, su cui mi duole che . non abbia fermato l'attenzione, perchè quello (co_nla denuncia della• crioi iotituzionale,) era. 1! punto: la tendenza, speciosa e ipocrita, segno grave d'immaitu.rità. e d'insufficienza, a fondare l'unità e l'essenza dello Stato sopra. una. base non seriamente politica, ma cli sentimentalume pseudo-etico, e fazioso, sull'esasperazione dei valori patnottici e nazionalisti, su quella «religione della Patria., che è diventata intollerante ciò è sfruttato da gruppi che tendono a diventare oligarchici (grandi giornali, e loro ispiratori, coalizioni di interes.si, fascismo, di cui si può dire che l'idolatria nazionalista costituisca. l'unica etichetta unitaria): ciò, vale a dire che "'Patria, sia ooPi ritenuto mito sufficiente a ottenere conS:;so e obbedienza ai nuovi ottimati e dittatori, mi sembra fatto nuovo, ed è grave, ed è 1r. borghese, : (almeno tanto quanto il bolscevismo era a proletario•) : ciò minaccia, sia pure di riflesso, la }!anarchia, considerata come non più utile dagli oligarchi, anzi, pnr quella. parte di potere politico che conserva., ill{;ombrante; anche per il suo passato prudenziale orientamento < democratico,, oggi ostico a.i nuovi. Il pericolo, pertanto, potenzialmente esiste: e &e mai, per sventa.rio, bisogna denunciarlo. Poco male &ela. Monarchia ca.desse - dice però Sapegno: e qui passiamo a.d altro discorso. 3. - Giudizio sulla importa-nza e fwnzione della Mow.irchi.a. Qui la critica si fa. per me più aspra. L'accusa implicita è che io mi sia occupato di quisquilie, di un problema formale, per un gusto < e:ateti.atico, vale a dire dilettantesco (e la parola è dura.) ; quella esplicita. è che , Mo. narchia • sia per me terrn.ine senza contenuto, schema ina.derente a.Ila, lotta politica concreta, la cui materia va cercata nelle differenti condizioni sociali ed economiche (nè io, certo, lo nego, ma bisogna vedere come ciò si rifletta. e at!.'3ggi nei problemi non elementari ma di secondo grado, culturali o istituzionali, <li cui la '.Monarehia. è uno, oggi ricchissirno di sìgniftcatiJ. Certo, io non sono Maurras, nè deifico la Monarchia sub 11pedte aeterMtatis. Potrei rispondere, inoltre, che la. Monarchia è, in.somma, una realtà ed un problema politico, sia pure per S., secondario, e che, pertanto, è legittimo occn• pal'S€11le,anche se ne esista.no di più vita.li. Ma. voglio dire di più, perchè, effettivamente, ho inteso dare alla. questione una importanza maggiore. Anch'io sentii, prim.a. che mi venisse formulata. da altri, l'obiezione; ma mi parve di poterla. superare. Kella parte, non ancora nota a S., del mio saggio, mi wno espresso cosi.. (Tribuna 11 ottobre). « ... Nell'immaturità delle pre,;untuose oligarchie borghesi, grettamente egoiste e faziose, scervellatament., interventiste e fasciste, sopratutto apparente nei folli, e contraddittori, conati di politica estera; e dal governo di partito, quale appare nel meccanismo della propoTziona,. le, la funzione direttiva è tuttora. additata. alla Mona,rchia .... (S. mi co11Siglia.di non occuparmi di queste minunzie, ma di es.sere seriamente politico, vale a dire oercare «se, per avventu.ra, fra i ceti minorenni TIO'Il si vada!Jlcostituendo delle élites, che si preparano a trova:re le loTo forze, onde di.rigersi a conquistare ... »: cari amici, io auguro a queste étites di formarsi, ma, f,ratta.nto, bisogna valutare senza troppo disdegno quelle che si sono, e saper sceglieTe, se Mussolini-D'Annunzio o Vittorio Emanuele III-Giolitti: questa mi sembra oolitica. concreta). « ... Compiti di Stato, se la Mona.rchia si trovass.e impotente a,cJ, attuarli per il suo tramite specifico, il quale non potrebbe essere se non, tradiziona:lmente, un uomo di fiducia, Ministro fedele e potente di cui, al momeu.to, dopo l'eclisse Nitti, d'altronde malsicuro, non si vede traccia. Compito di classe, di coocienze politiche, do.minanti le forze rozzamente sociali. Ma si comprende come sarebbe più f,a.cile attua.rio, oome quella. stessa. coscienza superiore saprebbe più facilmente sorgere, e fortemente imporsi, quando potesse appoggiarsi a un istituto pretta.mente politico, tradizionalmente autonomo, circondato da]la estimazione del P,i.ese: ciò, anche in tempi pill maturi, sarebbe sempre utile, per sfuggire a.i ricatti delle oligarchie. Insomma, conserva.re, fecondare tutto ciò che possa costituire un )h,unw,s politico, il nucleo di una ca;. scienza. statale, perchè gli ambienti delle i.lites sociali italiane, sia plutocratiche s.ia oulturali, ne son soa.rsi. E' importante, e bello, che lo Sta,. to abbia quooto suo centro vivo, tangibile, qua.- le, per Roma e Venezia fu, a.i bei tempi, il Senato, quale oggi da noi non può essere che la Monairchia >. « ... Si capisce che, se vewi.sse la Repubblica,, o la Manarchia diventasse operettistica, non cascherebbe il mondo. Ma sarebbe un ulteriorn scadimento della. politica, a vantaggio di rozze egemonie sociali: con pericoli remoti, e, comu,n. que, una funzione secondaria. ne)la civiltà. Sa. rebbe un grave sintomo che, con le varie e: marcie> di Ronchi o di Roma, ci avvicinerebbe sempre più alla Ba,Jcania, e al Sud-America. Una gran popolazione, non UJl gran popolo, come dice gentilmente Ba.rrère. 1tUn Sovrano· saggio e un gran Ministro: è cosa. cli prim'oro.ine .... Per due volte, dal '48 ad oggi, e sia. pure in diversa proporzione, la nostra storia ha visto ciò. E' gran benemerenza,. Così credo di aver risposto ali' accusa di non precisare il significaw e la. funzione della Monarchia italiana: significato e funzione in pa;rte, sì, negativi, e quasi passivi (il &enso politico e stata,Je che permea questa sua. forma e simbolo), e inquadra.ti entro limiti di poosibilità e di caducità, di cui ho viva coscienza.; e rho espressa. Del resto, avevo già •risposto anche prima: ed è peccato che anche qui la critièa -abbia sorvolato sul punto eeaenziale. Ohe era: collocare la Monarchia. italiana nel quadro delle Monarchie nazionali europee; riconoscere una differenza specifica, e una causa. di debolezza, nell'aver essa agito nell'Ottocento, nell'essere, cioè, una « Mo. narchia in ritardo,, oonza più il compito di riorganizzazione sociale j ravvisa.re, invece, un'ana:logia. permanente nel perdurante offici_o Po· litico di unificazione nazionale (egregiamente compiuto nel Risorgimento, e, esteriormente, esaurito) e di direzione e tutela statale. Qui i pareri possono dividersi: per me, nell'immaturità della presuntuosa, éJ.ites emergenti dal fondo f,azioso della razza, e nella. saga.eia, per contro, della linea governativo-sabauda, l'unica vera e fattiva, élite politica. della. nuova Italia - tale funzione, esplicantesi attraverso una .-costituzionalità, prudenti68Ìma, ma non d'el tutto meccanica e .-parlamentare a, non è ancora superflua (pur ravviaando, e oegnalando, oegni premonitori, per me pericolosi): banto è vero che i maggiori Ministri, da. Cavour a Giolitti, con profondo intuito della sta.talità, e dalle contingenze italiche, furono «lealisti,; e cbe peo-fi110Mussolini, nel discorso di Udine, riconosce, a parole, la necessità di lasciare nella Monarchia , un punto fermo,. P,roprio così: un punto fermo. Vale a dire stabilità, efficienza di un potere saggio, autonomo, superiore e moderatore dei partiti che, in Italia, son fazioni. Se no di- ,·entiamo il Portogallo. - Ohè, quando il compito politico foe.sedavvero esaurito (e gli eventi cdierni dicono cli no), rimarrebbe la. permanente funzione giuridica di sovranità nello Stato organico, quella. che nemmeno un grande e maturo popolo come l'Inghiltera., dove pure la stata.lità è salda. per complessi ordini secolari, di stabilità sicu,r,a, considera superflua. (C'è un profondo pensiero di Pareto ,rui popoli • forma.- listi, che conviene medita.re). Questa impostazione del problema monarchico non oredo possa. direi che non sia organica; nè che il termine Monarchia. per me non abbia senso. Sapegno oonclude che il mio saggio è troppo tendenzioso per essere storia.: e rispondo che, storica.mente, ho voluto contribuire a mett.irn in !uoo, ed in valore, una. élite polibica secolare ed illustre, la sabauda-piemontese-governativa., che ha fatto l'Italia e conser\Oa.tadurante il primo cinquantennio, di cui Lei caro Gobetti, va rintracciando le origini filosofiche, e che è t,rattata d'alto in basso dalle mceche cocchiere, con una jattar•.aa cbe sdegna - è troppo oggettao e acquiescente allo stato di fatto, per fornire un punto d'appoggio all'azione: e rispondo (rilevando come, accusairenello stesso tempo un pensiero di essere troppo tendenzioso e troppo oggettivo sembri contraddittorio) che, invece, n<>I mio concetto, questo modo di vedere e di giudicare è il presupposto di un'azione specifica, J.a politica vera, o statale, o de111,iurgica, la quale procede non per oppooizione e intr.ail1Sige1t2a, carne l'azione ideologico-sociale, ma per sint~~. Concetto che vorrei sperare chiarito da ·iueli'< parte del mio saggio ohe qui viene pubblicat,. Suo aff.mo F. BuRzio. Torino, 15 ottobre 1922. Postilla. La perdurante funzione attiva della Monarchia, l'esistenza ,dii una crisi istituzionale, da me segnalate nel mio saggio, non po:trebbero essere meglio dimostr.ate che dai recenti avvenimenti. E quanto all'atteggiamento assunto dalla Coro. na, con l'assimilazione del fascismo, mi sembra possa definirsi: giolittiano senza G10litti. F. B. Così non la pensiamo noi: Vittorio Emanuele non fa che rimettere in d'lSC'll-ssionela 1tf anarchia preparandone la liquidazio1'e. Politica e ideologia. (Dal saggio '' De Monarchia ,,). . Per Missiroli il problema principe del po. polo italia,no è un problen'l,a «•religioso,: ,il Risorgimento potè eluderlo, non risolverlo, modia.nte la conquista monarchica, che si scst/tuì a tutte le scuole, negando tutti i sistemi, e tutte le idealità,. Rimasta estraneo alla Riforma, il popolo italiano non ha, potuto elaborare quella. conoezione etica dello Stato moderno in cui l'unità. spirituale ritrova la sua forma esterna, ri. soJv.,ndoviai tutta. la religiosità. , Valore rivoluzionario moderno dello Stato, sua idealità. religiosa anti-cattolica negatrice di tutte le Chi<>- oo a. Etica, e un po' mitica, coincidenza di popolo e Stato. e Principio volontaristico, che fa risiedere la. funzione dello Stato nelle libere a,ttività popolari affermantisi attraverso un principio d'individuale differenziazione,. Stato idi m.arca romantica, con l'esigenza astratta di ccnciliaTe aut.orità e libertà, egli non sa ravvisa.rlo nelle formazioni concrete, negl'istituti che, eredità dsella storia, quell'autorità. ll'appresenta.- no, e, posti di fronte al mito deUa, libertà, vi si armonizzano: non lo riconosce come moderno e legittimo se non nasca da un moto « autenticamente, rivoluzionario, vale a dire, sembra, e chi sa. perchè, di élites poste fuori della tradizione sta.tale, e che la sovverta.no. E, ahimè, da n.oi oiò non fu possibile. a: La rivoluzione SOgnata da Mazzini fallisce .... dv fronte alle Ì1'· sufficùnze nazidnal·i, che respimgono t'l{,tte le sol11,zionieroiche. Quindi l'unità si compie attraverso l'espansione piemontese, che sequestra la Rivoluzione neHa Costituzione. Il popolo ncm conquista, è conquistato: tutto è gratuito, il fallimento ideale è totale. Se l'unità giustifica. la Mona.rchia-, questa non giustifica l'unità, nella originaria impotenza. di fronte allo Stato moderno,. Benedetto Stato moderno, che sembra sia. chi sa cosa.. Dove lo ved,e egli realizzato! Lo schematismo ideologico offusca la visione del prOC€\',. so concreto, come un retorismo eroico altera il giudizio, evocando lo spettro dei , fallimenti ideali,. Gli Stati si sono sempre formati così; sempre hanno prevalso da. prima,, sui popolari, i fattori dinastico-militari-diplomatici. Ciò, anche più che da noi, è aceaduto in German~a, cioè proprio nella patria filosofica. dello , Stato moderno•: e la Fmncia solo sette seooli dopo La sua. formazione ha conosciuto, nella Rivoluzione, un moto • popo1are, non del tutto ana,rchico e distruttivo. Il popolo è sempre ,conquistato,: solo, nei casi ,di auto-fOTIDazione,lo è dalle éli{es espressa dal proprio seno: e fra. queste non si capisce percbè debba escludersi proprio quella concretamente fattiva-governativo-monarchica,, se non per l'impulso dei nuovi a svalutare i vecehi, onde giustificare il proprio essere, e creare I' apparenza di compiti stra.ordinari, laddove nella continuità costruttiva è la. politica, ed è, qui, la saggezm: o per l'ostilità dei retori verso i rea.- lizzatori; ma, in entrambi i casi, la quistione è giudioata.. Il Risorgimento è un fatto politico riuscito, non una rivoluzione religiosa fallita: è stato il processo di formazione di uno Stato nazionale, e per questo verso la storia d'Italia non fa. ecce,;ione alla storia d'Europa. E' inutile agitare problemi artificiosi: il sedicente problema della mancata• unità,, attraverso la. soluzione monarchica « medioore e<l approssimativa,: officio della Monarchia. era compiere, l'unità polit,ica.: di fronte alle riconosciute uiosufficienr..e nazionali•, l'azione cU Cavour ò stata fin troppo int,ransigente ed audace, scavalcando Giohert,j e CaLtaneo, per rnalizzare Mazzini. Chiederle di più è pretesa assurda: è come rimprovevare Luigi XI di non averci data bell'e fatta la Francia di Valmy. E' un istituto politico, mica una balia asciutta, o una cattedra di pedagogia. L'.elaborarsi; nel_ quadro ammfnistirativo e politico, del! nmtà spirituale, e poi opera. del tempo, frutto pur di fattori automatici e mecoanistioi - prolungiaita convivenza, reti di rapporti, logica. dei confini, omogeneità del complesso geografico eoonom1co demografic_o • - che politico e storico apprezzano, mentre. hdoologo inclina a trascurarh. Il problema. italico non è a: religioso a se non 1n sen&ovacuamente generico. Nonostante l'estraneità -alla R_iforma: e il diSSidio con la Chie,;a, e le ben pm gravi tatre psicologiche del popolo, uno St~to, _o almeno una Nazione, vita.le tende, mfatt:t, a formarsi anche in Italia, per l'influsso, appunto, di quei fattori: tanto è vero ohe gli Stati sono essenzialmente sintesi empiriche la loro personalità etica emanando sopratutto dalla. storia. Nemm-:no a farlo appo. sta, alcuni dei più saldi Stati, come la Fra.n: eia, sono in paesi a tradizione cattolica, rimasti fuori delle correnti filosofiche dello Stato - tutto, mentre altri, protestanti ?~ °:'~doss~, cioè, secondo Missirnli, n&lle conclizioru 1deah, sono deboli, perchè la loro formazione è più recente. Heaelisrno, m;azzinianesimo. Ingenua fede che 1: e1ùtura possa tanto sulla vita: risolvere la. storia politica, sia pure il Risorgimento, nella filosofia di Spaventa o di Bertini ! Ciò non credono nè Croce-Pareto, nè Cavour-Giolitti: e Paleocapa si metteva. le mani nei capelli, udendo opinare di quistioni pratiche Gioberti. La. vita è, sì, religione e spirito, ma in senso ben più arduo. Il tra.vaglio logico del filosofo che definisce lo Stato non riassume quello empmco delle forze sociali se non teoricamente, al limite: !"ideologia è, invece, il frutto caduco, sempre unilaterale, dei suo·1conati pratici: tra i due, la sintesi costruttiva, politica, è mediatrice più efficace. Non basta assumere il fattore economico, -0 il moto operaio, nel cielo delle idee platoniche, per possedere la realtà :- sia la c":'1· prensione che il dominio politico esigono qualità ad hoc, un demonico empirismo, l'acchiappafarfalle metafi.Gico non serve. Vedete Lloyd George incolto· vedete il fascismo, che rozzezza, e che i:atema ! Il buon filosofo lo scarta, perc~è non è accidente nè sostanza., ma fa la fine 01 don Ferrante. Oltre le forze senza. idee, plutocrazia ecc. le idee-forze non sono, spesso, le più alte. L~ materia umana è grezza, chi ci laTara su deve sa.perla. Questa complessa. realtà scorge il pe11Siero politico, nè gli preme di impoverirla troppo presto in dialettica. inane di astrazioni e di fantasmi, secondo l'esempio ora discusso: così come rimpulso attivo che ne scende mira piuttosto " costruire su quei dati che a negarli, o a mutarli, permeando élites sociali bene spesso inefficaci o impermeabili. Politica e ideologia. Più che la critica di affermazioni particolari·, interessa., pertanto, lo stato d:animo. E' una delle due disposizioni spirituali tipiche che mi sgorga la volontà, o velleità, politica.. Stato, intimamente, di a: passione, e non di azione. Il gioco delle forze reali, lo spettacolo degli accadimenti non è oggetto di serena comprensione, e demiurgico impulso, ma di negazione, direi sofferenza, per la difficoltà di adeguarvi e inserirvi le forze intime. E' queGta psicologia, più o meno ingenua, di rivoluzionari e d'ideologi, di « esclusi,, di «nuovi», alla società e allo spirito; si ritrova come germe, o momento superato, in tutti, e ciò, dunque, sottintende il rispetto, talora la simpatia. Rozze esigenze interiori, cui, soventi, si accoppia nobile, ma incontrollato, impulso etico: volontà di strafare, nostalgia dell'ideale e dell'eroico: scorti nella realtà, si perviene alla poesia, o all'azione demiurgica, se no, malcontenti dell'attualità, sociale o intima, si pongono nel futuro, nel diverso, in sostanza nel mitico, Nasce il dissidio: ideale-realtà. Romanticismo deteriore. Sono quelli che, pur anelando all'azione, disprezzano la. «politica,. Intellettuali, e Intellighenzia,. Halll1Q orrore degli «intere...~i», vogliono le 11:ideea,o gli «idea. li•; ha111110disgusto del compromesso, vogliono l''intraruiigenza; ,odiano Ue !riforme, vogliono la. Rivoluzione: non questa o quella rivoluzione, ma la« Rivo•luzioue», come categoria dello spirito, come «rivolta id,,ale,. Tutto marcio nel passato, tutto sbagliato, bisogna far tab1tla ra.sa: o.ggi ci Sll.atnonoi, comincia la novella i• storia. Giovani, nuovi, rozza jattanza. Insoddisfazione della, storia, che è un non penetrarla: speranza di palingenesi, oggi, dopo Hegel, ma- ~rialismo e storicir:Hno,spesso clissimtùata: ma non troppo. Se il dichiarato immanentismo fosse sentito, la loro disposizione verso il presente, e l'opera del passato, sa.rebbe cordiale, costruttiva, tenderebbe a rispettare, a conciliare be.n sapendo che il fa.re è sempre quello: di;enterebbe attività politica, mentre così rimane ideologia. Mistici,m_o della politica. Cbe poi la stona se ne g1ov1, inserendovisi forze positive, Terzo Stato, _o_moto italioo, o proletariato, che quella d1spos121on~me.ssianistica sia propria a polarizzare energie rozze, che diventi, così, un potente fattore storico, uno dei modi onde la Tealtà si. trasforma, ò vero, ma è un altro paio di mamche. Noi consideriamo qui non effetti ma ca'.tse, impulsi germinali, onde risulti una gera.rclua dt Yalori. Caratteristica dell'azione inferiore, questa, che ha bisogno di procedere per ant1tes1 e negazione, anzichè per equa intelligenza del passato ; tanto è vero che proprio essa ;ale a muovere_)e mass_e: che, se l'intransigenza e, non pretenz10sa e ingenua, ma calcolata a scopi tattici, mediocri o eroici Ra.baaas Ma,rx diventa politica dell'ideologia.,' demag';,gi~. ''

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==