La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 28 - 28 settembre 1922

Rivista Storica Settimanale di Politica Esce ogni giovedì in Torino, via XX Settembre, 60 :iil1 Diretta da PIERO GOBETTI dli Abbonamento per il 1922 (con diritto agli arretrati) L. 20. CONTO CORRENTE POSTALE ,u.,:s,;,i;;;~,:a~~'-"..1,,~ Estero L. 30 - Sostenitore I... 100 - Un numero L. 0,50 ,~ti,W,;t~~.$.;t,; CONTO CORRENTE POSTALE Anno I N. 28 - 28 Settembre 19'.:!2. SOMMARIO: P. Gon&T1'J: Formeutini - G. PRE7.ZOL,Nl: Per una società degli Apou - M. A L.t,;,JJ'.I contadini del Nord - S. CARA~lt-:LI.A: JI liberaHsmu hegtlianu ded :Uezzogioraù: 1 H :ipR..venta - n. ANSALDO: Gli a.vvocati e In. demo~l'azia - U. MoRH.A.: In Occident;e. I/tiresia deJ1'eresia - t1. Von~rnNTJr-;1: La hnrocrazia e Je cla88i medie. FORMENTINI Gli studi di politica esiera pubblicati nel 1()12 sull'Unità, i saggi cli diritto pubblico più recenti stampa.ti daffUnità (1919) dalla Rivista di ]filano (1922), dall'Azione, dalla Riooluzione Liberale (1922), especialmente il volume Co/.1.aborazionismo, uscito in questi giorni, bastano per individuare uno scrit- \orn. Il pensiero cli Formentini nasce nello stesso ambiente storico in cui sorge Lei Ritoluzione Libercil,e: gii,, nell'articolo suo Aderire alta storia.- in polemica col nostro Ma11i/esto le fii.te.visioni s'incontravano, anzi sin dal 1919 i -Formentini aveva dato in un suo saggio pTOfondissimo, pubblicato da Ene1·gie ).'ou: « Lo Stato e il socialismo» un nuo1·0 esempio di cri.ti ..a liberale realistica. Per parlare di lui sembrerebbe dunque che noi dovessimo osa.re il coraggio e la spregiudicatezza cli un processo e di una valutazione storica di noi stessi e alla luce cli questa storia differenziarci reciprocamente. Senonchè il procedimento urta con troppa evidenza contro l'affetto e la gratitudine che noi sentiamo verso quegli che, oltre ad esserci compagno, ci è pur stato in qualche senso maestro. L'esperienza di Formentini è un risultato di maturità culturale e realistica europea che il pensiero politico italiano non aveva più raggiunta, se non episodicamente, dopo i tempi di Cattaneo. Sono di ieri, e ancora di oggi;le intuizioni poetiche dell'attivismo corracliniano, gabellate come pensiero potitico e prive di ogni informazione aderente ai problemi specifici e alle esigenze singolari; i semplicismi delle degenerazioni positivistiche e idealistiche che asservivano, i primi la sociologia. al riformismo piccolo borghese, i secondi la filosofia al conservatori~mo; le presuntuose anacronistiche :fiducie nelle rivelazioni di verità della monarchia., del mazzinianesimo, del costituzionalismo, del collettivismo. Che questi errori sia.no gli elementi necessari della lotta politica nessuno vorrebbe negare e del resto la lotta politica non è una rivelazione cli verità dottrinarie ma una rivela?ione di forze: tuttavia la fecondità cli tutti i miti e di tutte le illusioni è subordinata alla coesistenza. di una critica integrale superiore, che li spieghi e ne dia la misura adeguata. Ubaldo Formentini s'è maturato attraverso queste angustie con spregiudicatezza e libertà. Naturalmente l'azione quotidiana umile, precisa, gli dettava, la sfiducia contro le semplicistiche riduzioni della. realtà politic~ ad uno schema. di cultura. accettò il problemismo unitario ma con una riserva teoretica che non era molto lontana dai suggerimenti crociani in tema ·di realismo (Il partito come giudizio e come p,-egiudizio e le critiche alla democrazia.) : del resto la sna, posizione di eretico in mezzo all'empirismo elementare degli amici dell'Unità risultò anche meglio a, mano a mano c·he egli venne chiarendo i suoi rapporti con Pa~eto e .fissò Je pri e linee della sua concezione sindaca le. ~eJa dialettica M Missiroli, nè la semphficazwne paretia-fla dello schema delle élites, nè l'illumil)j:imo storicistico salveminiano, nè l'attivismo economico di Eimmdi basterebbero a d~r ragione della visione storica di Formentir~i benchè oguuna cli queste espenenze d1vent1 un elemento della sua. Si direbbe che !_'originalità speculativa ciel suo storicismo gh v~nga eia un _approfondimonto della Iigorosa v1s1onemarxistica. (vo"lio dire del Marx l'ipensato eia' Sorel), ma di Marx manca. a, lni la meccanica e il cloamatismo ottimistico. La razionale contemplizione dei dissidi a cui egli assurge talvolta con tragica limpidezza e serenità attesta la meditazione e l'amore per Hegel, ma non distrugge in un dramma cosmico di concetti l'aderenza. sottile e conscia ai particolari elementi della vita politica. .\I nismo che dc,·e sostituire la iniziative e le responsabil itò, lèormenlini J,a compiuto anch" in ciò le due esperienze essenziali che libern,no delle inLclletlualistiche fiducie e i suoi scherni giuridici sono diventati veri o propri canoni di verifica della capacità n,alizzatrice delle forze operanti in politica. A q uesla. metodologia crediamo che si possa muovere un sola. obbiezione: ehe entro la sistemazione rigorosa dogli effetti economici e giuridici trovata. dall'autore si perda non l'infinito fluire delle ioir,iative, ma 11n criI~a sua è attitudine a scorgere il processo oscuro delle forze e i limiti obbiettiù dello lotta politica: il servimi dello schema problemistico è solo tLna astuzia per nascondere la sna commozione drammatica cli siorico. Lo storico troverà ·in Co/./.aborazionis1110 una anticipazione rigorosa di giudizio, raggil111ta nou per Yirtù cli astrazione, ma per 1111'adesione, che è insomma ascesi spirituale, agli elementi contraclditori della storia che si fa. Esperto di sottigliezze diplomatiche e di questioni economiche egli vuol cogliere con sapienza di ironia il cozzar vano degli astratti ideali umani contro l'insopprimibile razionalità della tradizione e la storicità del dirttto. Anarchico qua.nclo in Italia tutti si entusiasmavano dell'ottimistica. ideoloaia, di Turati e cli Ferri: liberale oggi eh~ tutti pensano allo Sta.to come al pacifico orga- • terio decisivo per la valutazione delle individualità. Certo Formentini vede più la politica che i politicanti. :\[a forse in quesca obbiezione i più vedrftnno un elogio e una nuova garanzia per leggere un libro che noi siamo orgogliosi cli poter rivelare al pnbblico. • p. g. Per una Società degli Apoti. Caro Uobetti, Quando io penso cli scrivere; per ia R. L. l,. forma sponrnnca che ,assume iJ mio scritto è quella cli lettera: mi Bento incapace cli trattare un argomento con la regolarità elementare newssari.a ai lettori di giornale; mi sento. come suoJ dirsi, in famiglia e mi f,a piacere potermi distendere ,, mio agio sopra llna polrro11a, e cloncloJare le g,;imbe e parlare senza itnp0g11O e 1nag.aii i.Jten:\.1.i.tlpcTlili, G0..01e ù:,~t· .. tra .amici; nou è un 1mbb.J1co, questo della. tua rivista., e la tua. rivista llon è una rivista, ma llll «lrait-cl\mion, o un bolJettino di collegamento fra persone che hanno certi o-usti mentali liJJ 1Jo· differenti dai comuni. L~ tua R. L. è un ritrovo, dove è permesso di parlare delle cose che stanno più a cuore e confidarsi un pochino, sa.pendo cli essere intesi anche là dove certe cose sono appena accennate, perchè si parla con persone intelligenti. A me p·iace questo ritrnvo, perchè si dice «storico». Noi siamo _dunque degli storici. del presente, cioè della gente che guarda e cerca cli capire e di vedere come vanno le cose, e che cosa c'è sotto molt-0 parole che corron per l'aria. Una posizione un po' difficile, come sa.i, pieim cli continui pericoli intellettuali, di trabocchetti, cli sedtLzioni, di ossessioni da evitare; e sopratutto una posizione che r;· chiede un rinnovamento continuo della men• te, una. capacità perdurante di rifarsi a.Itri di fronte alla realtà, e alle sue magie ingannatrici. Sai, però, che qualche volta mi domando so questa posizione cli spetta.tori non è un po', un pochino, dirò pur la parola, vigliacca? Diciamolo pure; ci sarebbero parecchie ragioni cli ·sospettarlo, in momenti come gnPsti. in cui si combatte e si muore. Non sarebbe nostro dovere cli prendere parte? Non c'è qua.Jche cosa. di uggioso, di antipatico, di mesto, nello spettacolo di que$ti giovani (io ho r1uarnnt'anni, ma mi sento più giovane di molti giovani. e pronto a rifa.re un'altra vita, se occorre) che stanno (qu.asi tuttiì fuori della lotta, guardando i combattenti e domandandosi soltanto come si danno i colpi e perchè e per come? Forse c'è qualcuno chn pensa così. di noi, o non si immagina certamente che questo problema ci sarà pur passa.lo per la menie " che avendo pur fatto le nostre esperienze e pagato anche di persona altre volte, saremmo disposti a ricominciare; qualcuno se lo clomancla, il quale dovrebbe sempre l'if!ettere ,1d una regola generale: che non bisogna supporre mai chi si critica troppo ingenuo o troppo imbecille e incapace cli porsi domanclr •e problemi troppo semplici; e nemmeno troppo viglia.eco, perchò in generale llel mondo intelligenza e coraggio abbondano più di guanto si creda. Gomunque per altro sia, e comunqu0 pensi l'ipotetico critico, certo è che quella domanda me la. sono posta più c1·una.volta e più d'una. volta. mi lrn morso. Nei momenti più gravi delle contese, mi pareva si dovesse accogliere, bene o male, l'appello cli mm parte e gett.fin,i nella. 1mischia, ,pesando sulla. palma della ma.no, per così dire, e non con la bilaneia; pesando così a/ringrosso quel che ci poL-t:v,e, sser di IJlt0no e di cattivo senz.a, troppi calcoli e scegliere; e fatta una volt,, Ja, scelta., non ci pensare più sopra. M,a tutte le volte che questi dubbi mi hanno riempito lo spinto, sono csc1to sempre sgombro cli loro e coll'orizwntc pulito. Il nostro compito, la nostra utilità. per il momento presente ed a.nche, nota. bene, per le contese stesse che ora .!ividono 0 opeiano, Fl' il travaglio stesso nel qlla.le si prepara il mondo di dom.a,ni, non può essere che quello al quale ci siamo messi, e cioè cli chiarire delle idee. di far risaltare dei ya)ori, cli salvare, sopra ie lotte, un patrimonio ideale, perchè possa iornare a eia.re frutti nei tempi futuri. A ognuno il suo lavoro. Vi ò già tanta gente che parteggia! Non è niente di male per la sòc.ieià se un piccolo ,gruppo si apparta. per guarda.re e giudicare: e non pretende reggere o guidare, se non nel proprio dominio, che è dello spirito. E' fot troppo facile difendere Ja necessità di un lavoro di q,1esto genere. Il momento che si traversa ò talmente credulo, fanatico, partigiano, che un fermento cli critica, un elemento di pensiero. un nucleo di gente che gLtarcli soprn agli i11terrssi, non puo che fare ciel bene. Non Yecliamo tanti dei migliori accecati? Oggi tutto è accettato dalle folle: il doCllmento falso, la leggenda grossolana, la supcrsti~ione primitiv::i vengono ricevute senz:i esame, a occhi chiusi, e proposte come rimedio materiale e spìritwde. E quanti dei capi hanno pe1· aperto programma. la schiavi- ,ù dello spirito come rimedio agli stauchi, come rifugio ai disperati, come sana.tutto! ai politici come calmante a.gli esasperati. :'i'oi potremmo chiama.rei J,a, Congregazione degli A.poti, cli « coloro che non le bevono» tanto non solo l'abitudine nm la, generale volontà cli berle, è evidente e manifesta oAunque. Sono abbastanza. intelligente per capire che in questa onda cli reazione, di tenebre, di spavento, di pessimismo, vi è un elemento indubbio di sanità soci.aie. vi è la naturale risposta ad eccessi ed esatirimenti, i cui effotti si sono visti negli altn o in noi stessi. j\fa ciò non toglie ci{r se tutti si gettassero eia quella parte, Ja civiltà nostra ne riceyerebbc u11 colpo grnYissimo e potrebbe risentirne per secoli. Ci nwk che una minon111za,adatta, a ciò, si sr1rrifìchi se occorre e rinunzi a molti successi 0sterni sacrifichi a.nche il desiderio di sa.crifizio P cli eroismo, non dirò per anc:1areproprio Jon(ro corrente, ma per formarsi, in certo modo. contro corrente, stabilendo un punto solido, d2l quale il mo1·imento in ,1Vanti riprenderà. A fare clirnrsamente non mi pare (mi scusino i nostri compagni, e non l,a prendano prr una offesa persona le) che siamo capaci. La vita. della politicft attiva., alla quale il momento tragico ci chiamerebbe, ci costringerebbe per forza ,,ff abbandono cli tutte quelle cautele dello spirito. di quol!e ahituàini di pulizia e di elevazione, cli quelle regole di onestà intellettualè. che la generale grossolanità, violenza e mab fede rendono più c-h0 mai necesS11riomantenere: La Yita puJitita fl(JJl sj fa~(• (lfJIJ il(;(·(~ttandcJ e' CI.JJJdi7.iOJJi cbr, -;i tJ"1JVa1JfJ nr·i paP:,,<.: ,... JJ(..]. tr.,,IDpo j11 u,i si ,·i"'; magari c011J'inrr,11t<dJ i moàilic·vr·e. di dr•n1rlc, di 0!Dt;rnarlr• TJ(Jt: m.a inléJHt(J bisrJgna a.ccHtar~" r-ù 'Jf;r-ra"rr, <..,U 0;-¼ e ('fJlJ (-~Y;. J,, J!Ull fYJ:--:..;o, Jl0IJ '1:"{jg!i1J '1ui (•ita,re i tiJiici, car;rtr·ri~tic·i c•'J•JIJOi rlr•Jh· 1/~r.-,oneché rneglio riesc0<10 il! qw,,w- atti\'llÌ; in Italia, ,. dic,, in tutti i parriti. da t11u,•lr, catv·dre. su ogui giornale. per 0gni piazza. JJa queste; late, fascisti e oomunisti, liberali {; socialisti. [Xr JJO!ari e democratici, appanengonr, ad llfl soi<J maf,0 irno cornnn,:, dEcnorninatorc, quello della media italianità attuale. I loro gesti e le loro gesta, le loro ide.; e le loro oornplicità, i loro silenzi e le loro grida, i loro program111i aperti e quelli taciti, i loro ,isvmi di lutta, non variano molto: e 'JUeJlodir, gli uni fanno, gli alt,~ magari io rin1prùn;rano, rna lo farebbero s.e ne avessero la pvssibilità e ::tegreta11.~n..t(e lo invidiano e .~elo propongouo per un altra volta. La contrapposizivne fra ie necPs,ita del!a 1·ita poliLica e c1ueJJecleJia ,·ita udJ°imeJJigenza, è troppv facile; ed i, inuule ncordare il falllmrnto di quelli frn nui clre wu estreJ!l~ buona. voJ.ontà e pur d?tati di graudi yllalHa per riescire, assai pm che uon 1a wedia nost.ra, pure si son dovuti ritirare, soonter:ni e cli,iJ!usi e stanchi del prop.,;ito impari alle torze, non loro, in.a,cli qualunque uomo. B purn sareL>i.J,d,oloroso e m fondo ia;cerebbe nel nostrv animo un senso di dimmuzioue e cli uistt"Lza, direi cli impotenza, ,e non fossimo convinti che da questa azione spirirnale, lontana dalia. pratic.a. armale e cli propos1to m.essasi in di.sparte, non ne sgorgasse alcuo _efietro, non dico nei tempi più lontani e per i nostn mpon, ma. anche per foggi. E aggrnngo. anche che sarebbe segno che il nostro pensiero non sarebbe retto pensiero, e che h, nostra volontà di purezza non sarebbe pura, se noJJ arnsse altro rèsultaro ,<: non quel!o di separarci, con una barriera di ironica intelligenza e di egvistica meclirazwne, dal rnmuJto e dal dolore e dal! affanno degli uominJ. lo credo, curo Gobetti. che la nostrn S0jJHraz1one ~1011s1u. H1nt1!e e vana, e appunto c1uando ii dubbio mi avrebbe spimo, l!l.al volentieri. ma per cloYere, a pre.udere pane, sem1,re mi s0110risposto die la separazione non era senza resultato, anzi, aven1 più effetto d1 quello che avrebbe la mia partecipazione diretta e personale al tumulto cleJle forze in givco. Quel t.umulto ci inghiottirebbe, senza a.cloprarci; fuori ciel rnmulw, noi possiamo niutare le forze sane e delh1vyenire. Questa è la 111ia convinzione. La nost.ra critic~t ed i nostri prograu11ni, da.to che abbinno il ya.Jore dell'imèJJio-enza o dello :::tudio,hannu ::-en1prLe\ttica.ci<-l ::;u~partiti nazionali. ~on è vcr1..l cht1 essi Yndano perduti. Non abbi,uuo veduto, in que,;ti ,t!- timi anni, Lame delle idee che noi caldeggia,mmo, bencbè eia noi bandite indi pendentemente clagìi interessi dei ceri e lungi dai partiti, pener.rare a poco ,1lla volta la co:;cienza della. nazione, cliYentare, presso c1L<esto quel pariito, un·,uma cli lotta e una balJdiera di combatt.imenro ·, 2\arnralmente i grnppi, i parliti, i ceti ne assumevano c1uesta o quella parte, ne illuminarnno più c1uesc, che quel lato, ta.lorn le storpiavano e le diminuivano; ma sarebbe accaduto cliversament.o se idee e programmi e cririehe da noi sostenute, avessero avuto 11 nostro so.,regno pr,atico, di uomini cli partito? E quale partito ci avrebbe permesso di esprimerle tutte, d, s0stenerle puramente e non ne m-rebbe 01,enuo esso stesso, per il gioco delle forze che in esso si &ucbb'e esercitato aJ contatto di un.idea. viva, cli un programma cletenninato, di una critica. esatta, quella trasforrnmione che il gioco di tuui i partiti e gli interessi lta provocato dentro la nazione 9 Non è vero ehe noi non collaboriamo alla storia- yiy[l. del P,wse. Ci siamo anche noi a fori,). fo non voglio, per proposito, citare esempi: " cL1ltra parie son certo che a. tutti noi sov,·iono cli idee generaie da. grnppi fuori dei partiti e adottato eia partiti, che se ne sJno fatti poi lo strnmenro pratico e realizzntore. Io dico che compiano una funzione nazionale importante, nel· suo n10desto ri-

J04 !f-'f!llP <· pili ,u,hl di lllll:l d1" 11u11 :-.L'lllUri nf.:!i ~LH>propt,:,Ìlu di ::-l'p<.1r.:1zio11l'. .IJLllltlU,', >l'llZ,l r,rmurnrìrn e til'IIZi\ dubuiv <:uLUi1rnel'l'Juo a Jare dt>lla ,turi,1 e uon dcll,t• rul'itica, in1e11de11dvsi l'Uc con l1ue,to apyuuto faremo 1t11apvlitic,1 pii, profouda o opcrnute. D1 geule ~h~• ,·twle agire, di ,ge.iite LlOt'c'll::l, per u11ct uc1d1~1~ne passata. tillds! nel :::;;:111guc, delle yualJLct cltc lJCCOlTOllOper rie;u1re. il 1wSt1\> paese .Llc .lw abbonda11za. Uo1·e clifrtva i.: tll-·l resto: L.:tc.:oltura, la \·era i.11telJjo·e112'i'.~ (da. 1101!wnfo11dcrsi cou la fLtrbcna), Ei. conusceuzn degli altri 1,acsi e della vastità d0l moudo e dei slloi pr0ble,,1i, Ja ccluc,1zi0ne i11relleltuale o rnurale, il sei1so profondo e largo dcll'iunauìtù. i;;· uu paese cli qualirù rnzz,·, di pu,,ibilit,t d1iuse, di iiuntun• ,,•uza frntto utile, d1e h,1 bis0gno sopratrmo di iuu,•;ti. cli potature. in,onuna di c,lucaziom•. -'=' r umnini !:)~uza _pas:::ioni di pane f:' capa('! eh guarclarr in foccin la ,·enltù. i'lt,!lia 1u1ueub ..• l'"~C're Ll<1\ ,·eru un gr..lndt' pHese: :-.L' polesse 1>er l'inquanhrnni scomparire cl,11!:t (,urto gl'ugr,d:ic:H, I.! rien1pin~i di ~cuoil' Lii OtlJJ. genere o ~,·ilupparsi. e istruinù e ecluca~:--ì. per poj faro UH bel givrno .la s,tc1 ricompurs.t nel mondo . ..\la ciò 11011 è cl'1t0 ,1i 11opoli. come• 11ou è da~o agli iudi,·iclui, cli f..1rc; le,gge è ,·i1 ere, ossia l0ttarr. conqnist"r:;i il pane, e il prùprio posto, (' lu propria cv:;cienw. Percii, i nostri sforzi de\'ùno e;,ser diretti :t l'dt1<•fln' pur nel tumulto. l proble1J1i rlell:t cultura o dellG scuola e clell'eclucazioue iu ge1tere tht strada. la famiglia, le ri,·istè, ecc. educa.110 lfUa111u la scuola) clc,·0no di,·enrnrr i nostri prnbkmi. Già in parte lo sono. .à. •JLLP.-rn plHte creclian,o di n,·ere abbastanza collahvrato '. Vale pii1 mcidifkare lo spi1ùo cli clwci individui. che una legge nuo,·a. laic1 11ustra poJitica Dou può e:;scre parL:uuenkne o di p,,rtito, n1c:1dC>Yf! tr:udere alla aristoCJ'<-1%1,\ di tulu i partiti. Ui--11gna dtl' iJ 110-,tro ~furzu 01,eri ::ill I lli I i ~s:'.!i, ì11 \·inù dj ,·tdori :5uueriori. ~o 1101 ;_\\HJn1v lJlH ...., j n1!uri Llll.U.lUi: i J_)i.ll'liti. cltl' l!Oll li ha11J1ù. :-et1linllllH...Jper furza yuPSl<-1inl111ellzc1. ~oi du!ihia1110 l_Jflì'larl: .in ilO'Jllt' di l1llc.dche cv-a vhe 'La nl cli lit di q tregli interessi e di •1udl,· icl•·P. lo credo che. senz,1 pre11clerc fo11iH' di uu pclrtitv .::-Upèrlore ..ii partiti, du- \·n•rnu giuugere a quatche lcga111c esteriore, a yualche co,truzioue e ,1 ,1ualche forma sociale, ~he lù nustra opero,itii aYn1Jori e presemi, sotto presenze tangibili, al p;1e.,;c ,tesso Jn,·f• sic:cnu nati 11er operilre. lo 11u11 ·o:-,odire <1ui mlto il orio pensiero. cl:tc ,rncura mi si preaema incerto e pieno di rin1·ii al future,, nw 1ui l"-ln· t11" ,,r;_1111t1i. d01Ju 1.1uri u1111i di pn.>\t:, i;i 11u,tra g~11t•razi01~t· l' ytw!la pii1 gi,JV;11H· . .-!1P hn·,1rLl nelle~ nuHra ...l{'::):,a dirrzionc, ablJia di fn,me ,tlla p0litin1 •·rl ,11 suu du,·erf' di i1zi,JJV'. il wodo chiaro di funnt:1r::;j u1, 1·»11.. ·iT<> clPil,, prvprie lhlssibilirù; le •iu,1li 11011 ~t>l11.1, <illt·ia, ,,·Hzn ;_1i.'.i 1,i1L• pulitita Yen11uei1t(; Lte~ta. auche seuztl [1ar1ecipc1zio11e alLt lott3. pri\·p di attr,1zioue, di ht~c-ino. di --acrifizio. rii h( llt-zZtL di 1·e._1:,;L di ,.1·1iyj1ù. A11zi. J11,1>111111c1 111,11 drJ,·r IJLJ., es.;rre il uostn, u11.la, vrB re di i;ur,1 intcl Iigenza ma tener,, alqua,iro dl'lla fede 1101h11·uro ,,p:;:;o ,, partir,i datL., cr1n,·inzio11e cl11::c;,y..·1 ..;j collttb,>rn " 'Jttalc-JH, opprn uiiin•r:;a]e. F":·:,t ~j putrehbé .-,ie;11d~·re di cii', più 1uinut,, prugrarft1Jtt1: 11w i 1;n1grc.11urni :-<JJl coynù·i. r·ht· J atri\·itil nu..,trv rie1npi<·. "'P'''"''<.> ll1 m11d1o iui;Jre\· i :--t(,. I-~·1w,•e-:sario farli 111.c::1 non tent,rci~i ·kgati. J II og11i 1J.1udf1 'f' 'luestfJ :;uggeri,"e ad alrri u11 ,1uauro dell'v_rti,·itir J_•rl•: senrr-•, fùr--(' i 1uc1 ld1l 1J+>1tne!latH 1111 --.pJJt I rf.•1 cl 1 da:-,·! ;.111dte io. Cr,~diwi. i111;.1ut,,. tlJI.> afT.1110 Vl{E1/,1/.0J,I\I. Caro Prezzolini, Cn quadro del!' atth·ità _presente cue mir·asse a definire la nostra •Società.degli Apoti• e ne chiaris<;e i limiti e l'azione sarebbe cedo molto utile e io spero che tu stesso ci voglia tornare &u e tracciarnt uo poco, mentre si fa, la storia. :'iessuno può riescirci meglio di le cltc sci stato da quasi vent·anni l' infalicabile diretlore e amministratore dell'idealismo militante in Italia. !\ella valutazione poi del significalo politico clic <:hfJcla nostra cultura negli ultimi anni siamo 80slanzialmcnle d'aceordo: nessun dubbio che il partito popolare, p. es. abbia ripreso gr-an parte del problemismo unitario e tutto ciò che di sano si na',COndcv,,. nel movimento modernista, clic Einaudi e la Riforma soeialc abbiano alimcntat" le tradizioni libcr·ali meglio di una of'gaoizzazione di partito. che Do Voce ahbia fallo al meno tanto bene'.quanto il movimento socialista. !'ioi oiarno pili olaboralori di idee elle confottieri di uomini, più aliroP.nlatvri della lotta politica elle realizzatori: e tuttavia gia I:. nostra <;ul tura, come tale. è azione. è un clcmenlo della vit~ politica. SenoocLè anche in <1ucslo cowpilo di chiar·iflcazione ideale, i,J noo f:iOse il uoslro ,·1·iticiamo op,-- 1·0s0 (•1conscntira un'unità 0111,ictliva '-.! un'indifferenza, per cosi dire sci on tir.ca di lavoro. !,a lii rotu.rfrnie LilJru·aLe p. M,. non sarcbhc oltre che U/J organo tecnico di cultura e di libera discussione 1tor·ica, un punto fermo di ricerc,, e di giudizio' Ecco il punto in cui io so clic non tuUi siamo e<,ncordi. Pure se ripenso ~gli c&cmpi pi,·, rccc11ti, d,, LA K[VOLUZIONE LJB~BALli .\fan:: a Sorel, mi pare che lutti gli sforzi più originali di pensiero si si.tuo accompagnati con un'intransigente elaborazione di miti d'azione e con una tragica profezfa l'.lvoluziooaria. La forza pili cncrgiva del mondo moderno 1 il movimento operato, è la sola su cui si possa operare pet la couquista della nuova ci1·i1La. Ora la pacifica dialcuica ideale della R,ivotuiione liberate ,1 icnc disccrncndo i pensieri e le c::;pcricnzc, indica i va lof'i iodidduali o critica i segni o i proposit.i. Ma attraverso questo h,,,oro disinteressalo o politic0 • pcl'chè apolitico aon si andrà forma.odo la nuova cla::;se dirigente? Nou ci sono tra noi i futuri dirig·cut.i e ispira.tori di quel moYimcnto operaio che ,·isorgcrh tra 10 o l2 anni? Questo è pili un dubbio e una couto~sione che 110 programma: da otto n1t.•sidi vita la Rivotu.:;ione Libe;~ale risulta natu 1·a.lmenlc qua1c l'hanno fvlta i suoi colhtboratori, aon solt.n.ntoquale l'aveva. immagjnata il direttore. La di~cussionc, orgaoicamenlc con<lotta, e venuta. prevalendo :::nllo sviluppn del programma. Ne avremo rrutti più vigorosi ma nou sara dannoso ric0rda.1·c il punto di partenza. JJ. g. I CONTADINI DEL NORD. .:\'elle regioni del seltenLrioue d"ltalia bOSLan- 'c:1almente i contadini si rhvidono rn que::.te eategorie: a) salariati o brat·ciu11Li: o Slabili, c:orrH~ quelli che viveudo in uni paese si 1nocura110 i n1ezzi d'esisl:,cnza anda11do in giur11ala od al\c,. gaudcsi come s0rvilori in qu~khe casciuale; u 11011slabJli come quelli clic s.i dan110 ail'enrigraz~one.interna per fare i 111ictiLorid1 grano 0 di nso: b) a!fitb.tYoli e 1u(;>zz.adri sc,)li o bo!::chj t elle 11uu 1ut.ttc- conto a::.so!ula inente di SJJezzare per dissoclaw:. Del resto l'adesione che. si verifica oggi da parte dei bra<.Tiauli di cLrt-e proviur:it• aJ sindavalisn10 fasci<;ta. 1.: una chiara prova di quèll1~ reali r:olldiz1oni che 8i i.: a11da1o tspon.endv. i_ufatti il sindacali.<:i1nofascis.tH ha tutti i caratteri d'~1na reazio11C'dernagogita. ]l faseismu tronca ogni ,·elleilià ri,·oluzionaria negli urgauiizati e .li. porla al i-iconoscimeJJlu dell·ordinamento padronale ga,rant( 0 udo ]oro uu cr-rlu aiuto -nelle loro rive1tdicazioni ecouo111itbc.. lJato e) piccoli proprietarii: questo suo carattere, è chiaro come iì bracciand) grandi proprietari, i111preuditori. te. prirua dc!l'c.pu·aio. ha farilmc11te aderito al 1uo,im1·uto l'ascisLa, _poicliè ù aneh·esso sosta11La. tatc:goria dei bracciallti è Llnel\a clil: 11<:l- zinlD1e1nc ,,nLirivoluzionario, 0 almeno ari,·ol'immediato dopo guerra. ha n1aggiorrnente par- luziouario. Altre ,iflì.niLrtvi sono fra certi ::'ji'n Lecipalo al movime.nto 1·osso sia nel siuclaeali- ti del niovimc·11tc; cu11ladi110 e di quello fascismo, sia 1tt:.lla politica. Questa partecipazione, sta: li si csporrn11.110!n seguito, giustif,candoJi. 0ltrc alla geuerica spiegaziouc della rc-az:iunc L·aflittavo1o td i! mezzadro !tanno i11leressi che contro la guerra, va. i11.terpretata sopratutlo sostanzialmç.11te coincide.mo cou que.lli de.l loro come u11 tentativo ri,·oluzio.nario a11tipt1drmw- prnpricl-ario, grande o lJiccolo che sia.. le? lo altri termini, l_, da supporsi che uCJ J!H9 L piccoli p1·opr:ietari a11cl1'essi hauno potuto iJ. bracc.ia11te si sia. seriamente agitato per la rappresentare, 11e]la 111eute di ·qualcuno, una. proprietà ccmunistica o coopei·alivistiva dclln classe suscettibil,, cli orienta.menti politici auterra secondo la uota fonnula della ((terra ;ii tonami. 1 piccoli proprietari, che non, l1anno da tontadiui >) ·? Cffmbattere contro la pressione delle a<Titazioni I fatti successi,·i, gli avveni111e11lidel 192J e dei braccial.!ti, hanno potuto sembrare ~ILa forcrogg'i aucora ba.stano a provarci, " p,,.~ter,uri, za reazionaria da potersi indirizzare ad lUla \otche uua seria volontà di rivoh1zione ecouou1ica ta liberistica, per la difesa contro il p-:!·ctezio: non apparteune mai ai nostri contadi-n:i.brac- tìismo industriale che danneggia anzitutto i conciauti: nrn de! resto una precisa oonsidcrazìo- tadini. ne delle reali condizioni della categoria ci fu11uc Il coutadino piccolo propri<::tario potrebbe incerti che essi si sarebbero iuevitabilrneute urre- gaggiaTsi in una seria Iotta antiprotezionistica, stati dinnanzi alla possibilitil -del te11tat-ivo rii cioè conb·o Je organizzazioni inclust1;iali ed operealizzazionl.' rivoluzicnaria. Infatti il br.:ti·t.:iun- raie. poichè noni ha conveuie11za a subire il co11te-gior11ali.ero può dtSiderare, e desidera, cl.i ti ;J tracco1po dei dazi. protettori, come non ha 1a niut;i.rsi iu piccolo pro1,rictario ( e cli fatto \o- convenienza a t,ollera,re tutt,i i sistemi di politi- ,·cnle unisce le due co11.clizio11i,cc.sa che irnpedi- ca economica voluti dal ceto industriale -ed opesce ogni. possibiliti:1 cli Yera agilaz.ioue da parte raio. Quindi il co.ntadino proprieta1·io, anch'essua) e c~ò qu~ndo \·i [os5e la possibi\itit di spe?.- so forza reazionaria oltrecbè per Ja sua posiziozare latifondi assegnando ad ognuno uua pro--"-cto ·stessa, J)er ]a sua avversi.one alla politica delprietà. co11,·eniente. }\,la di fatto assai difficil- le c}assi operaie. potrebbe sembrare atto a sermente tale pm;sibilità si_ riscoutru. a11z.i forse, ,·ire per 1.ma agìta.zioue liberistica positiva. per quel che riguarda i braccianti, mai, poiclil• Il grande proprietario aggiunge alravversionù h· proprietà (grandi cascine o risaie) cbe richie- ~ùla classe operai;-1. che ha in comune col piccoçlono braccianti stabili, come giornalieri. o co- lo, ed ..11motivo sosLan~ialmente liberista clell.l me servitori, o straordiuari, per il ta.gho del s1L,1 polit-ica. la loUa in cui è contiuuameute im• grano o per la wondaLura o taglio del riso. o ptgnalo colla categoda dei braccianti ed altri non sono suscettibili d'altra gestione che quella salariat.i. che lo spiuge a tentare di favorire capitalistica o q1iel1a cooperativa, come le 1i- qualsiasi 101,ta contro il !-indaca.lismo anzitutto saie per l'esigenza della irrigazione, ovvero ri- per opporsi ,~I tentativo d'a.ttuazio 011edell-o sp.ezchiedono ~pese ingenti per l'acquisto <lei -mez:,,i zamento del latifonrlo. poi per resistere alla di lavoro da parte del piccolo proprietario che pressio11c: sulle co11lrattazi~ni per il salario. sube11tra 11ella propriefa cli parte ciel l;itifonrlo Quiocli gli i11teTessi del piccolo e del grande spezzato. proprietario ..1gricolo col11ciclo11011elle loro granOra Ja gestioue cooperativa non è conve:1Jie11tc di lince, salva la possibilitit di panicolari conper il bracciante n~ nelle risaie, Hè 11ei carnpi. flit.ti 1.Xonomici privi di iwporta11za politica. lufatti il lavorature che ,·a qualcliC;. tempo in D'altra parte, elim.inata la. seria tenrlènr.a gioruata o che è ~crviton~ -iii qualtbc grande rixoluzioua1.-ja miraot,e alla proprietà cooperatir,zieuda :ig,·icola. si trovcr('bbe quasi legato al va od ,tllo spezz.tmenlo delle grandi tenute, uHterreno di cui cliverrtbbe cooperatore e quindi che i bracciauti e salariati finiscono per avere in certo 111òdocomproprietario, cosiccbè molt('. interessi f'oiucide:11ti con quelli dei proprietarii, volte si trovf'rebbc 11el\'iinpossibiliLà di aJ.TO- cicè avversiouo al protczionisnro ed alla potenza LOnd;,re il suo bilao.oio eon altri wezzi. Poi i degli ope:·ai delle <"iltit, poicliè come al soìilo gli gunrlag11( che. poteva fare nell'azienda ste~sa. alti salarii sono possibili ove il proprietario absic:uri qualunque fossero le traversie del t:ompo bi;1 rnorlu di fan• proporzio11nln1ente alt,i gua• o della stagione, si muLavaoo in unii quolaparte dagni. di reddito d'una stesst1 qualiti1. cli prodotti, can- Quindi 1:.1c-1:i,'-~e dt-i t.:Ot1ladi11ic\;i 11oi si predizione che faceva s·1 che, se il raccolto, p. t:;., senta cun1e un tutto politican1e11le abbastanza drl grano o del ,·ino anrlava a ,nale, il coopera- ornogPneo nelle ~ue dil'el hve politiche, malgratore - che 11011avrebbe come lrn spesso il picco- do le- lott{• i,H0 i.1it-abili fra lt=>categorie. Tutto lo proprietario possibilitit di rivalersi con divcr- 01110g&11(0ehe rlovrcbb,• quindi essere facìlmen- ~,. 'lLrnliUl di pfr<·ok 1·ullure si tro,·C'rcbbe l(, indirizzai·o i11 uu partil·o politfoo che co11.for1,rivato dr:i rnezzi rl'e::.isU·nza. ,na~~e il suo prograrr1i11a a quellr~ esigenze. 'folL,:1 lra~forrnaziont ,I<-] l,itifondo in piccola Lo -il partito socialist;_1, chl' ('bbc· -una superficiale proprietil P cerlanienle possibile in. casi comr- adesiùt1P n,lativa111ente alla negazione della qurll,) della tenuta Bira!!O in Vische (Canav"'St::) guerra <'ho 1'11la c-uratlcristica delle elezioni del ,n·!'.! una, larga zo,w di trrra qn;l~i intolta fu 19]!), rna clw non può tissolutamente trovarsi venduta all'i1H'::t11tr;fr,1. pi<'coli propriPtt1rii che, d·actùrdo <·oi co11L:tdini, il partilo popolare e<l il ~i~ in po%f'S~o rli b~li~ 1• d<•i uwzzi di hworo, partito fascisla. ~i rlispulauo il mo11opolio della vole11Lieri aggiuUJ6~vano (Jllf>.hia alle• allrc· loro rlireziotH• dcllr· ,naM,<:'..i!;raric. TI ·p_ P. -1. molto ir•JTI!. (Jra quei::.lo C<.L':.ù(. possibilr• ,. rf'alizzabilc, polrebb(· otLenr·n· p('r rinflu<·nz; 1 (\pi parroci, d,Jio dw, cornr· 5j dissf:, ,no]lf, volte lo ~tes.c.o <· qualf'r,sa l'frr•t-liv;.111Jl'lllc·rie~ct a realiz,-,art-, fJnw<·iantr· (. pii·r;olo ptrJpriut;1rin cd ha l1uinrli totissim,, nr•I r·atrqw di·! ~ind:u·ali,mn bir1.nc·odei i ,11,._z,,j di lavoro: 1.;rJ il c:i~o di VisclH! <· li111gi !-.c1lariati. dall'r•<;.s,·rr• 1111/r;rJ rn:!ll;1 llùsfr:1 n·<·r•nt<• stori;1 a.- M.t il •11.V.1.. vi1.i;i10 dalb, sostanziale ton gruri;1 ~,!tl'f~11tri0n;JJç,. 1,, 1\.l;1 il IH;i(.;(;ia11tr• dw fraddizio 111, j 11 <·Hi lo J)Olh' la tr•ndenza &uper non;. 1J1J<;J1,.propri<;lHrio, ,. dtr· ,. s.olo Hl'-i<·riti- <"las~i!!.l;iclH· lo li•cra ai <·ontadini 1anlo colllC ai IJiJ,. d'un r1rµ-a11i,-.zar.i<HH• fù'->';él, i1ppu11io JJ'·t l:i suoj organizzati 1,~c~r:ti od allo pii·<_.oJaborghesia HJ;jJJf°:Jllz;1d,,i rn,:.r.z rii l::ivoro nh11 pu(, d,·~ir\1· dH· mili!;, IH•ll<•~111, fil(•, (, tali' da pot<.•r f' . .,sen• r:11r• 11f• 1·n·d1>n• 1·1mv,11i1•1d1• J>"r ~i• il Ìl'ét111ut;1n,i quando ,·lir> '-'ia 1,..11tito di Go\'('t·no p 11nn parli d1•1la ~r,111d1•pn,l'ri, la i11 pi<·1•ril;1, divi-<..11 :i .c;.110 to d opp(Jsiz1011(, <•J;-i<;-.i!'-ia, ;1ssolub1n1P11lt· alieno ,·:~nla~ui,;. d:dln 1·olJ;1lJoraz.ioJH• gov1•r11;diva, NJ111'f"raprima CJuindi l'<igi1,1r.iow·d1•i lJr:w1•i,u11i i,r·1 ,.la 11•r d(lla '..'UP1ra il P. ~ I. li P. P. ·1. ì· p;irtito <·~· l'ii 1.1 r•r1nl:Jd;nj i, ll'JJJ h:J 111ai ,1,·11lr1 llf'l'lhllJJ:l c,f• sc11zird1111 ,,t,, 1·ollab(J1azio111<-,ta ,. rii'<,rrr1ista: 11011 1idà ni, <·01r~i.str-i1za11r•I pr•11!-i<n> d1•ll1· 111n· ...."P: (• potr;"1 t11:1i rM-,,ri· il partilo dPl}';t~iiazio1H• li\,f•. <·i<, ,rnr·li<• ·*nza ri,·<,rrt•r, :dl:1 gi11-ll\--11n,1 :1ff,,r risb1 r•tl a1Jii11pf'rala di·i c·<i11ladi11i. 111az!o1Jr• ;.r<•nr•ri,•a, <•hp h· '!l':Jl!di pnipri1•!a .:...<11,0 T! fat..<·i<.,1110, pur 1·~~w11do11<·111c·todoviolrnto ti1lvo\1:J i(•JT(• dH· 11<m r<·nd(Jllo H• 1H111 1·1ir11r• pa rh•lla <.,11a lotl,l :tS"t1i ln11tano dal P. P. I.)(· ne-11-t sostanza della sua pratica sindacale simile al sindacalismo Liane-o: L.:u.n..ocome l'altro sono alieni dall'aspirazione rivoluziona.ria. Soltanto che il fascism~ è assolutamente avverso anche a l;ul;te le conquiste proletarie che il P .P .I. caldeggia nel cu,mpc della proprietà: il sin.daeahsn10 fascista. e essenztahnente rivolto. ai i-apport,i di salario fra lavoratore ed impi-enditore, ed è quindi si11golarme·JJLe adatto, più ciel P. P. I., ad OJgattizzare i bra.coianti di certe regioni. 1\!ln.ntssuno di questi due pa.rtiti, nè il fas(;ist.a cl11~ha tante afiiniti1 col n1ovime11to dei brcl<.:Cia.11Li e ,d.ei grandi proprieta.rj, nè jl popo• lare che forse è pili vicino alla men,talità ed alle aspira.zic11i dei piccoli proprjetarii, mez-.z.adri ed affìlla,·oli non sono rnai riusciti a immedesimarsi con tutto il movimento contadino o parte crcsso; ed esso movimento ,in fondo, continua ad esercitare, come ha. ~empre fatto, n.ie11l-'nltro che uua passiva resistenza al1a politica ri\·olnzionaria, o riformista del -proletariato c·itladiuo. Ccsicchè s n1br..i che la politica. elci contadini. riso! ut.ainen te a,rt..irivoi uziona ria, antiri.form i sta e liberista cume don·ebbe. cssm·e, nm1 può, corne non ha mai potuto e fo.L'senon pctrà, irnporsi din:Uamente nella ,·ita ita\ia,na. La ragione di questo fatto 1 giit ,·isto da molti, è stata data in un modo ;1ssai poco esauriente. Si è addotta u11icarnen1 la difficultà. c1·organizzazion.e propria della clas.se stessa: or è evidente come la spiegazione 110n reggB pe:rchè per difficile che fosse o<c la. e-osa fosse neNssaria sarebbe subito fatta. ·.\Ia invece si guardi a quale azione si potrebbe eser. citare, all·infucri ciel voto in cui, massime colla proporzionale. i contadini ,·engo,110 facilment.~ sconftt,ti, si vedrà come si rirhll-rebbe a due sole forme: il rifiuto al pagamento delle imposte ovvero il rifiuto al lavoro della terra. E. noto come u11 esempio di <}uesta. seconda. forma di protesta e cjuasi di sciopero si sia avulo ne! t9l7. prima cli Capo;;:etto: e forse a11che allora gli sporadici ca.si di questa protesta, con• tro <·ui rcagiro.110 prontamente colla persuasione r1·ogui mezzo e cittadini e gc,er11c. era poss1hile 1Jer le difficili condizicn.i in cui ci si troyava per fa-r lavorare la terra. Ln ccndizioni normali ta 1 ~ forma di protesta sarebbe ll!l arma che fon. rebbc. e ·inortalmenle, sole chi la usa. Il rifiuto al pagamento deìle imposte è un atto di ribellione cc-sì grave che potrebbe pro,·ocare il fallimento della amministrazione e la totale soppl'essionc del suo credito. Questi even.ti sabere rovinosi. anche clirettarnenk per i contadini ste~i, sovente correntisti de1le Casse di risparmio post.ali o pcssessot~ di titoli del Debito pubblico: d'altra parte non vi sono. nell'auda1ne11to della ,1 ita pubblica itaJìan,a, almeno pel Xo1·d. tali disanno11it:· da cosi ring-ere a Lali c]j. sper~lC: formf• di rivolta, specie ...di nuo,·e j,,rquer,r.o:.:. Ma cli fatto, sempr nel Kord, il contadino non ha a1cun vero bisogno di organizzarsi e di :sYolgere una azione politica comechessia. Alie. 110 pe-r ,interesse e per convinzione da qualsiasi rivendicaz-ione rivoluzionaria, è anche in massima alit'nO dal protezionismo, liberista ed a.utiopera.io: in pratica poi accetta la presente co111e quaJsiasi altra condizione di cose percbè ne~1a sua posizione 1nivilegiata di produttore di alcuni generi cllversi di prima necessità ha f&t.:ilmente modo dj rivalersi su oiò che vende dell°aumeutato costo di ciò che ha bi_sogoo cli compra.re. Quindi i conLadi11i, che nelle loro ,·arie cate. aorie hanJ10 poi interEssi coincidenti ira di loro ;11alg1·ado certe affiuicit col fascismo o col popo~ laris,no 110n hanno tali ioteressi e tale decisa ,·olo11tà da poter forma.re cornechessia la spina dorsale e nemmeuo parte integraute di uesbun movimento 11è 1·ivolu.z.ionario .uè riformista 1 11è socialista uè liberista, perchè la loro azione si esaurisce in una sen1plice resistenza passiva piìt che sufficiente alle loro esigenze. Borgomasi110, agosto 1922. ì\Ln:10 1-\TT1L1u l ... E,·1. .\' 1.Ja. - La li1)1itazione della ricerca ai conLadini del Kord è dovuta ad un ris..:rbo necessario tenuto co11to dell'infonna1.ione dello scritloro: è verò o,·vio che c:on qualclle rnodiGcazi 11e quanto si dice per i contadini dd Noni può ;1~su111(;rC caraU<'re 11azio11alf'. (n. d. a.) E' uscito: UilAl,UO l<'ORMJ,,N'l'INl -•«- Coliaborazioni smo Un \t'olume in-8 grande L 8. So~tMAl{IO: lntrociu/'.,ione - La, rivolux.ionJ rbU~ cfossi, '°medi.ee le <tristocra'X.ie sindaNdi - .'J~L catastro/"e del diritto privato - /,a, _cnsi rlella,sovranità - Il proc,·sso dùtlttt,co del 1·ifonn.isnio - Ftiscismo e collabora--.,ionismo. Co1 1 questo volume la Rivoluzione Liberale ri \·ela uno J_ei più forli e chiari pensatiJri eontemporanei e offff• il primo studio obbiettivo sulla érisi dell,_sovraniti'L

L .\ I{ I V O L U Z [ O N ]!; L I. 8 I~lt L\ L j~ STUDI SUL RISORGIMENTO -itO«-- Il Uberalìsma hegeliana del mezzogiorno J. Bertrando Spaventa L1 i111porlanza ed i merili dellu nosLra curren t~ heoeliana 111eridio11alcper la for111azio11eP il poten~iamcnto dd nostro libl ralis1110 nc,1\~ S( conda. meUl delliOtte;cento è onnai fuori d1c.i.:ussioue. Se in via pratica 1..:SSH si trovò i11 r11i1~0ranza idealmente dominava e i11lor111avalut.La la De~tra liberale. il cui prograrn1na gfa pt•r sè slesso si. ricollrgava, aLlravcrso \011Lau(' origilli e r--egreti 111eali sia con \'liegrlisn~o sia c:on la poliLica. romantica della. r~st..au_ra1:1one~G1o~wn1 è appunto (in Lai senc::o) il LramItt' !-ilonco e 1dea_- lP di questo p-rocesso sLorico: ~ :::;pavc11~as1 Tifà da lui, dimoslrattdo coutro I moderali caltolici (Tommaseo) che .il filosofo di_ ~forino moveYa da una coucPzione della politlca. ,e dell~ Stalo intimamente a.fTiliaba a.l1 1 CLL1i,ersalismod1 Begel. Giacchè iu Gioberti. come l' ldea ~rea e costituisce l'individuo, così il sovrano fa il popolo: e, il Sovrano- è lo ~tata, in tut~a la. s~a. idealità e concretezza naz10nale e- sociale. Ne 1. molti, la folla, possouo essere fuori di lui, che è l'Uno: uè altrove che in esso possono trovare la propr,ia coscie111.a e funzione civile. ì\1a rimane oscu.ro i11 Giobe1·ti rame questa autorità fattrice dell'individuo sia da lui riconosciuta conforme a sè· stessa -e coincidente con la sua vera natura: come possa alla. sovranità, dell'ldea congiungersi l'autonomia dell 1 i11cl-ivi.c~uo:o inson1ma quale sia la libertà propna dello titalo liberale E1 chiaro cbe la determ1uaz1one di ques~o punto coinvolge la legÌ:ttimifa del liben1lismo: e tale è precisamente il prob1ema politico intorno a cui si affatica Spaventa. Perchè ju !legel. sì, veniva rnostrato il graduale eleYarsi della coscienza i.ndi,·i.dua1e alla vita dello Sta lo: rna con carattere fenomenologico e lasciando oscuro se questa elevazione fosse iiitegrazione o non piuttosto disindi,·iduazione della singola persona. . Il problema comincia a formularsi nella !11ent.e di Spcventa già dal 184S, quando scnve,·a ue1 Sr,.riunc,t,, di Napoli, dirette da suo fratello Sildo: 1tLo Stato in Italia non si teune pill come cosa assoluta ed infinita, di poi che i\·i la libertà dell'uomo s·ebbe una ferma astratbssima e universale, l)iù alta e comprensiYa della nazionalità: e questa forma fu la Chiesa. Onde lo Stato italia110 diveuue poi per la. società ìta.- liana, s~n per dire, ;-,i.ccidentale e non_ propl'io,. poco clurahile ed estraneo, dacchè rmfìnlto e l'eLerno dell'animo umano si raccolse tutto nella xeliaioue. Ma quando, per opera del processo lciòi:-o della storia, que~to infinho fu ritrovato dt nuovo nella vita mc<lcrna. dello spirito, nel pensiero, nelle arti e nel _di.ritto, e. tm u?rnu, tenuto per infaiEbile (Pio IX). ,·e11ue a nconoscere che l'infinjto della Teligio~1.el: uHa cosa sola con l1in.finito della società ... allora lo Slalo ·italiano fu i-icostituito sopra la sua ,·eta base, la nostra uazioualità, fu ravviva.ti:L di novello spiritò e fu proclamata, 1a nostra indipencle11za ». Acuto giud.izio storico, che trovò poi' c,ouform~ 0 diluci.daziout! nel saggio di Spaventa sul Pru1- <tipiu dellu ·,·ifor1110 religiolif', po/,"1ic1t I' filc,so- ·/fr:o. d,,{ .<sPculu XVI: ma che a. noi interessa pe~·- cbè vi si ·mostra l'elevazione della coscienza civile come il fa'l.·iSinfinito della singola personalità e il valore assoluto della vita politica, della società e ,lel dil'itto come no11 diverso dal valore assolulo dello spirito. Una prima forma della speculazione politic:.t cli Bertra11<lo Spaventa si manifesta ben presto in maniera sistematica nelle polemiche contro la ('i1;1"ltà ('otlnlica, e per la libertà, d'insegnamento. Come pili tardi in ttna sua memoria (la terza) su Gicrclauo Brnno (1865) il Nostro clicbi..net·à in fonna. pill precisa, egli viene tra il 1854 e il '56 svolgendo il suo concetto della divinità e della infinità dello Stato iawo e libernlc cli cui la lotta dello Stato contro la Chiesa era 1 aià, u.n,aisegreta affermazione: Stato laico elibe1~le che deve assorbire in sè la Chiesa pur senza distruggerla, non separarsene a.stratta.- mente. Lo Sta,to non è per Spaventa 11 una istituzione €Sterna e meccanica in. servizio di qual~ cos~ di più alto e fuori cli lui», cioè della Provvidem·.a. 0 della Storia: ma « lo spirito concreto della. comu, 1ità umana, la universale potenza etica li in cui l'indivjduo si sublima (mem. cit.). Dove è da uotare come sia superato ]o stesso concetto hegeliano ortodosso dello Stato come incarnazione. fenomenica clell1Idea: no, l'Idea non trascende lo Stato nè ha in esso un mero strurr:ento storico, ma lo Stato è l'Idea stessa, nella sua assoluta verità, sotto specie politica. Tuttavia questa posizione, magnifica bn.se cli offe~:, -e difesa contro i gesuiti, una. volta calata neìla J·ealtà dei fatti non poteva a meno di 1nanif~- stare un carattere dogmatico e irreale, che Sp:i_- venta si affatica senza indugio a cor.reggere: 110n che lo Stato sia immediaLamenle 1'Iclea, ma t::. le si fa passo passo i11 ,·ia aulouorna (?· l'Idea nel suo svolai mento): non che nello Stato co~1sista l'r rd;t11pln la realtà clc!l'inclividuo 1 ma J1individuo ,·ien ritro,·anrlo progres;:.i,·;rn1e11Lelct sua rea.ltit piene 11ello Stalo. L1 esigenza contintw e persist"C'nte della mediazione t,~a il singolo e l"uni\·_c•rsale. l,ra la storia (• l"a~~olalo, cosliluihc1 qul il L'1il1<:ih111c1 di Spa V( 11t.a, elio !:ii svilupp;t ncll,· di·~,·UHio111i11tor110 ali;~ libr•rli1 della ~cuoia. Qu1\-;\1· co111111cianu a ('hiarirt-- n·ra111c11k il nuovo lii,er;d1!-i111f~pav,·11Liano: nio....Lraudo 1·011H• l'i11d1\'lduo si l'lc•vi alla ~ua CO!-Cienza polnw~ aLl1a,T1~0 il lilJL'l"Ogiuoco dri ('Ontrasli dì san, f' i1Hlipf•11dP11ti 111crbri,,: 1· c·oni<'le ~!;,lo lilwral,, l"<'al1zz1 i11 ttll' ~io c-011\ra sto la sua piena eillcitnza . .\la 1n pa1 L1<·olai:cdi fro11le ;il problema della scuola libera la 1·ea1Llt &Lorica impone ~L 8pavrnta quu,la lransaziow1: cbe lo SLnlo uou può per111cllere i11 LuLLa libertà un lai contrasLare, di forze politiche fiuchè esso 11011si sia consolidato in modo da 11ou lemcre elio es.se lo soverchino. Vale a dite che l'origine dello Stalo rimane ancora al di fuori o al di !~1di quella che de.ve essere la ~ua vii.a 1cale; e il realisnio politico 11011 vale, teoric·arnente 1 a scusare 1a ,•o?Jtraddjzione. Forza è_, pertanto di cercare il processo di que5la oLigine dello Stato e mostrare come i.n es~a ~i realizzi gi~1,la sun, rorma liberale, pur <lenh·o limitazioni pragmaliche e svariate cli\·ersiULstoriche. (1'~.font..utti gli Stati sorgono ad un modo, aveva giiL ossen·ato Spaventa alla ('·11·. Cal'I.· rna ciò 11011loglir che tendano ad un unico fiue, e che nelle cli,·erse origini si possano sceverare. le comuni categori(' in[ormalrici). A questa esigen;,;a ri.:,ponuono gli 8t11d/i .'J.111/'l'ilr•odi llcur-1 (1869: ue,lla rislampa: Principi, 1L;, l!,,'tica), le ,·ui pagiu.e relative alla dot,tri11a dello titato i-apprc~e11t;JL10l'acme della teoria. poiitica di Spanmta e anche l'indice della sua originalità, poi. chè egli trasforma qui profou<lameute il pensiero hegeliano. Veniamo ora a conoscere che l'origine dello Stato è nel processo del1a, società civile com-e uuità m12diata degli individui (<e pare ebe taJe uniti"t nasca da· 111 1 J/f;: e pt1re nasce da sè. in quauto si è fatta ,11rJlti. E invero i molti· non sarebbero possibili senza quella unità che è la famiglia: e da· mo!ti nou sarebbe possibile l°Lrnil~lnucva, se l'unità non fosse come pr111cipio nei molti,,: si passa da 1ninore a maggiore e pii1 completa 111rità: processo che si S\·olge attraverso i gradi dell'econoniia pubblica e clell'orgauismo gitLTidico concreto. ì\[a. tanto il sisb::ma dei biscgni. che scrg€ dalle attività economiche iudi°'·idnaJ.i liberamente crgn_11jzzantisi, quanto il sistema dei clirjtti perscnali 110.n acleguai10, perchC' inst:=tbili e ,·arii. Li fir:e della comunit?,: si esige costaoza e sfrurezza. unità di volere e cli azione, cioè precjsamente lo Stato. Pu.re lo Stato 11011è solt-anto questo. uo.n è un universale pu.rche.:.sia: è universali ti, 'tic" in quanto <(gl"iudiviclui, le forze. le poteuze, gl"iugredienti, gl'interessi non sono pura materia. e forze meccaniche, ma sono arbit,rio, libertà, voJcre, cioè 111111111-itrì >,. Per questa sua eticità lo Stato è liberale, 11111uon hberista: ba tl!la vita. propria positiva scsla11ziaìe: <i no.n fat,/a, soltanto, ma creo gl1 i.nt:.eressi particolari)). poi tauclc a.Ila massima potenza il caratb.:re trniversale ed autouomo clell'associa1,.ione e- della ccrporazioue, in cui Spaven,ta aclcliLa l'embrione relativo e particolare dello Stato 1nedesirno. Questo è il ,;rero Stato, individuo er.ieo per eccellenza in· cui s·iuverano famiglia e società: mentre nello Stato patrja;rcale o nello ;ji..,aLo COJlle istituzione di pubbiica sicurc'z1.a. r1 non solo lo :-::italo-non è il ve~·o ;-,;rato, ma 11èla fa1niglia nè \a societil civile esistono 11ella loro Yera rorma ,1: e come individuo etico per eccell<-'nza, trnità persona1e di un popolo 1 esso i-apprese.nta la sostanza morale conscia di sè, anzi la sostan1,a nazionale( lo «spi.rito,) del popolo sresso. lWa qual·è l'iutima natura e la. Iegitti1niti1 della relazione fra Lind.ividuo e Jo Stato come prinoipio e •ragio1;e.della sua vita 1 Anzitutto si trova che lo Stato, avendo il suo inte1·esse nella p;·opria Universal.iUt, fa suoi gl'interessi di. ogni individuo e li difende dalle forze avverse: 1mpedisce che il particolarismo dei singoli rlistrugga la societi1: e per faT questo deve essere estra ... iiEd come stato alle lotte eco·non1iche e sociali, di ~ui si fa m~cleratore. In secondo luogo, lo Stato inlegra la sua funzione saccoglienclo .le ,c11ergiedegli incli\·iclui, ciascuna dellC' quaLi tcn-. derebbe a far cen\ro cli ~è stessa, ad un fine e ad una attività comuue. Esso è la mente de-I tuLto, perchè è ad un tempo h1.sosta.nza etiica e la coscir111.ariflessa della sociefa (il problema storico degli stati consiste nel conlernpenire questi due elementi, lo storico e il o-iuriclito, la tradizione e la liberU1): e pertanto l1a tll1'in.fì11itil sup_e:iorit~t .sugli iodividui. è sovrano. La sovranti,a po\Jtica ha la. sua. forma nella costituzione, ma la sua forza positiva in sè stessa. nel suo prop1·io a%ire, clw la determiua e la giustifica nella. sfiol'la,: e_ ha la 511a guarcntigi<L vera e legittim~ nel\~ coscrnnza del popolo. vero cemento dell orgamsmo ~lata!e e aJjmento ciel suo sviluppo. 11. !:(Overuo ? i potrri pubblici in1 geuerc s~no poi, per c°'c;1 dire il \·olere dello Stat.o: osSHl lo Stai.o nel suo allo. vivente compiuto, i11sè slesso, persona traaica ciel \·asta clnHnma del mondo. in cui. lo indi,·idua la sua 11a1.ionalità,. . Senoucliè j! no~tro desiderio di un.a effettw.a, conciliazione tra indi,·iduo e Stato o d·i 1uu1.- ~1 ~ stérnaziorte del loro contrasto non appar~ qu~ soddisfatto. XonostantC' tulti gli ~wl1iarime.11h 7.lonali·, -1 n ::,t,1 pr.1· qu '")IO pn;l,"-r,w iill;i ~t(.-:~:«. u la. lwl];, df-:-;ig-11,1,z.ir,o'! ddltJ Stato lib, raie e n:-tmi,:,;,, f/11 rJ(Ji.r1t di (>rima: eio(· <·IH~l'individuo trova. JH•llo8t.ih1 i v~lori più alti ,lf·l suo spirito praiieo, e- nt:I .-,u,, ;i.d,-1;rf' allo Slato rico110M·r· in P'-.SO 111,t11111/1t1r il r,uo pill ,·Pro "f. Si "-OJI fa.Lii ,nolti pas:;i in11a11zi,. cliiariLt· mùlt1• rthl zion1: 111;1la dor1J;111d..i 110!1 ha avuto 11(:;1vri pili d;:1f-;p;.tvr,nt:1uua. ri•-JJO"La,lill,Ua. J.r; bl!1sw <'onflilto Ira. l1b<'.rla e:. tradizione, Stalo di dirilt(J 1; si ai.o di faUc>, vif•IIP rir-,ollo C.UJ'l.,l 111:!}:hllll riguardo ;Jll'individ110 (,·lit· i11vc<;1,lo ~r·nlù piu eh(' r11ai), 111a ~olo in rapJH.1rto ;Jllo St:t.Lu fJ('r !;t• pre:;o. I~ quc.,~Loporchù c'è, iJJ Spavcuta una i11diff<·n•nz,1 Lult:i 11niv(;1<-ali"'}Lica. t:d hcgelia.Jrn, d1e pur lrova. 111 lui li1nit.i (: 1·rit.i<:!1r;. m:t 11rJll ..co1HJHII"(: 1uai, v1•r~o i dirill i d<~lsingolo corne singolo, 1H:lla :-;ua irrepetilJil0 inr1ivi<luaLità: diritti di <·ui è faU.-0, 1wr <·ontro, tutto il torrnento della uobt ra aui1na 111odenw: e 9uu,la difJcrcmz.n grimJY'di.sc·e di avvertin.,, i11 tutta la sua 111ten.siU~ jl probl<-1J1apiù ..is.~illant~ del liberali :,nw, che ha cfoto il nonIe 1.lc:r:iso:-i.ll'iclea. ;:;.iaggiu11.ga l'a.strat..tn:z.a. del)a divii:-io11eo rii stiuzioJ1 da lui n1anteuuta tra 1::,o<.:ietà (! Stato, principio ?ocia.le e principio politico, al1a <·ui u 11iticazio11epareva pure avviato dal suo afffr111,u-o la ~otLile e profonda ,,ticità delle le:ggi e<·o11011Lid1e. "r;intere:'iS.:: individualt·, infatLi. clw fa nascere la socict.~1 1 tende naturalmente a r1;- strugg:erla appena. [ormat.a, sforzandmi di servir.si di quell'orgauismo, che deve promuovere vl'int(;/' ssi particolari _di Lnlti, trnicamente per i1 suo proprio fine. Qui11cli iotta d'i.11Leressi,.c~1e mi1\accia110 <li sciogliere la !-ocietà (lotte soc1al1). Ch_i può i111ve<lire tale rlihsolm:ione? "· Solo lo SLato. "M11 la stessa potest,, dello Stato p-uò essere usata da uu individuo u eia una. classe pc1· i suoj particolari im eressi : e allora la lot.ta tra gli interess·i sof•ia.li si trd.sforma iu lotta tra il principio e il p(!liLico... Come si ra 1 Si .e~cogita una costituzioue nella quale la personahtà dello Stato (la perso11alità politica) sia ele,·ata sopra le lotte sociali)). (11r/11r·. di Ji.:t., p. 158). Èccoci in questo modo assai più vicini allo Stato àemocratico che allo Stato liberale: e la sublimazione del potere politico sopra la vita sociale, non solo coriserva alcunchè cli teocr~ tico (nonostante il costituzionalistJ10), .ma]. anz1 - cllè rappresentare uu r:dcva-rsie votenzrn.rs1. dello Stato, ue pn;cu:·a la tl('tnÙl11tio e rimpoverl~"J.el~- l,O morale. Svolté, rigorosarneote questo pTmc1pio portprebbc a dichiarare pratic~1~1e.n~e irnpossibiie lo s,·olger-si della ~tessa pos1t1nta dello Stato ì\la bp,wenta dice però (~ qu_i.sta la su~ an,- co.ra cii salvezza): H La cosi1tuz10nc. uon Sl puo separare dalle altre cause, nel!a cui ~ni~à è l1al1,· 1.1;1rt delle Staton. Per<'hè "ta cost1tuz1one rimi G una forma astratta, uno schema o luogo comune, nel q_uale pcssaJlO adaglarsi tutti g1f st~.ti iudiffr 1e11krnente (chior(1 critico al r1Jsf1t11z 1~- J1of.i.•·uiudel ·21 ,, rld '48 !). J.,.aveni e reale cost1tu1,ione è quella che è propria, intiwamente propria, dello Stato: ogni Stat,?, in~quanto è u1~ Lutto vivente. ha la .. ~1111. I\ou e qualcosa dt estrinseco, cli artifici.aie, che possa adattarsi a pi~cere a uno Stato ... Essa è la vi! ;1 stessa,. la for,w, della vjta, dello Staton. Ma solo lU.llfi.- ~anclosi con g-li altri elerne.nti di esso la costituzione lo pou; nella sua piena coucr~t~zza:. co:ne unità. positiva e creatrice, come' critica dt se e fabtorc della storin ciel mondo. E nell·affermazlone di questa positiYit~l e·st.oricità. dello- Stato, balenata gi~Lin Vico, clivi11ata c~aVn~cenzo Cuoco, postula.ta e celebrat,~ eia G:10bert1, sta t~1tta la grandezza. del libera\1sn~o eh_Be~·tran~o Spaventa. che chiarirt11U10 gli ep1gont suoi. e sopra.tutto il fral,ello. SANTINO CABA.Mt.;LI,,\. In corso di stampa FeliceCasorati, Pittore (:i11r;/lt'Ct'11lu r1pt'rl' ,·lit ri1wlonu 1111(1 111d 1i·id,.111itrì OIOllfl"fl, 1(,lf. orti.-;to r·nmrJ/l'ffl. lu.tr1Jrl11:it,,," c1itic11 di Prezzo speci~le per i prertotatori L. 20 GlUl:'gpp.J!; PR½Z½_OLlNI IO CREDO 'J·ultn rattiv-ità del (lirettore della e Voce, trota, la sua, sintesi in questo vohnne cl1e è il breviario delridea,lismo la-ico politico e ?nornie 1 1·1nuo1;0 van· gelo sen;;,a clogm:i. In preparazione: Oprre di .Luigi Ellrnuclì - K. Papafava - :M. ).Jissixoli - J::. Pea. Ai prossimi numeri: ;\. PAl'AF.\\·.,: 1/ '2("('. ,/. .1. 1t..f'npl)r11t,,. r.. I·: ~ri-~1-:Y: / 1 ,,.~, i// 1 • C. C.-\TT.\'\1-:0: /,rt r111P.~ti, 1111 .~.,,,rrfn. JOii Gli avvocatie la democrazia L'n1ormo i11fluenza del <li,-itto romauo sulla vita df Il (Jc1•irlf-11t.enon .:;alta fuori in uiente;· piu ,·llf: in que~to: clie. dappertutto sano i giuristi, 1 ,lotti 11tl diritto rr;mano, i figli spirituali della <'.lil:ift., i Z;;.JJ~rrlclli e i l?e-ta di l:,utti i ternpi f'hf• .<-;unoi portatori E- i prornutod iru.lancalJili <l<·lloStato 11 ta'l.iouale n; cioc dello Stato in r·tii l'aLtivjt,~1,.,-,·c,11ornicaè inclipf.::J1d(.11te, è i u:a- ·"Po,ti rni~tir:i :-otHJ dfrhiarat.i affari est-ram·1 al!a pubbiica arnf(JIJ1i'.,t.1~zitJne.La grande scuoia per lo SI al.<; "ntzionale" 1• il prcc~dirntnto proce~ sualr~. la proc,·dura. r· J'allt11arnr~nt1,miglior~ ptr ,,jj aff:ui d1 :--tat<.>.TJ.:tllrJ,tudio df-'.)diritt<J ro- ~1am., JJ' llé m1iv<-nità italir,1u,, ~Prrnina un ceto politfrc, bt-11 di')L111u..1: 1 giuristi e i pratici JJét.LeDtaLi del],. Uoivf:.r:-ita. Aecanto :ti r-hiericato, alla <·asta ,tf,i J,.u,-r:...1.,ie rlC;.g!iumani:,ti, a.11~,v,biltà di <;ùrLt, f' all:i u,f,'r-1117fJ11 itJg1~, V-=-.~i c<..;~tlluiscmw la. arislorTazia politica delrOcddente. l Pvtesta italiani, i canonisti e i teol0gi d~} Gonciliato1i'-rno. i giu.risti di cort.é rlE-i principi del Conti :1.ent.e. i teorici monarcomach; dei Pa€;&i Ba'-j.,:..,i.la (1,\'{Jl1/rss" d,, Ifol.,,:,. de:i parlamenti rif-i re~rii Franr·ia, gli a, voc3-ti d6lla rivoluzione fnJ,nctse: e<-co i rappre~entant1 del razionalismo uiuridico imparato sulle Pandette e ap1;!leatl) ;Ila politica, eioè a formare le, Stato raz{onale: ecco i glo1iosi - si, propriarn,-nte giorio:,1 - - antenati degli avvoeati6imi Zanardelli e Fe1·a. Se passiamo ì11 ra.\segna l'elenco dE-i membri della Convenzione - eletta a suffragio universale - troviamo: un proletario, u11i1;0e ~olo: pochissimi imprenditori borghesi: f: po: avvocati in massa. di utte le specie. Dalla Ccnvenzione in poi, uavvocaton e udemocrazia• souo indissolubili. La democrazia politica. è l'incubatrice degli avvocati, e 1a ideologia dernocratica costituisce il loro paradiso terrestre. Quando, beue o male l'Italia rientrò nella corrente della civilfa occidentale e capitalistica, ,gjj avvocati naturalmente. si impadronirono deUo Stato ; si insediarono, a Roma. ~la Roma è una preda che non si digerisce. Roma, la Roma più potente, la Roma del papa, aYe,·a due ceti politici, peculiarmente sviluppati: i chierici e i lettei-ati. Nel Piemonte o a Kapoli si irriparavP-110 Je Pandette, per diventare deputato o rn;nistro e go,·ernare la plebe: negli Stat~ del Pa~a ~i ùnparava a cantar messa o a scnvere vtr~! l~:- riui per clive_atare legato, e - ugualinenre - governare la plebe. Quando la Monarchia si installò a Roma. gli avvoca.t..ì che la accompagnarono in nome dell'unità. nazionale, del pregresso, della democrazia, -ecc. risentir~:m~ \"influenza della Roma ciel Papa: auch'ess1 si rnisero a iLuparare a cantar messa E: a poetan·: e r1talia ebbe un ceto che si occupaYa di politica, di formazione pre,·alentement,e. giuridica: Ina con infiltrazioni di sacrestia e cli Arcadia: fenomeni come il (.,'iornole d'ltalio e il sen. Aifredo Baccelli non si spiegano mfatti che cou questo trapiainto del ceto legale, diffuso in tutto l'Occidente, in terra cli preti. Questa classe dirigente universitaria, avvocatesca, letteratoicle 1 assirurò alle masse la democrazia politica. Ma la moltitudine domanda qualche cosa cli più della sche~a. Essa d~m~uda di imitare, di copia.re, di seguu·c le pass10n1, le abitudin.i sociali, lo stile di vita. caratte.ristica déi ceti governanti. Esempio: 111 Francia, i !dominio degli avvocati è stato fortemenlc temperato rlall'influenza della nobiltà cli Corte. Tutta la ,·it,, pratica di tutti i francesi subisce ancora oggi gli effetti dell'Unitaz-i?- ne clell 1 11 t:s/lri f de s,do-n )I della aristocraZJa fr-ancese: le forme e le convenzioui socialj cli !·utti i fraucesi ,anche cli quelli degli st.rati più cli!:;graziat.i della imitaziou.e clel ~ye:;t, CO~(~/ie_r> del XVII secolo: tutta la l?ra.ncrn di oggi 1m1ta \e passioni, le abitnclini, lo stile dell'antico re, !:!°ime.Quello che vi stupirà in un caporalucc10 francese, i11 un operaio francese. per 9-uanto umile e misero, sar~i la, clisinvolttirc1: la s1cu,rezza cli sè, l'a.pl.omb di uomo di mondo: questo saril sempre ciò che i tedeschi e gli it,aliani segre~ tarnente invidieranno ai francesi: e i francesi lo hanno. perchè le passimli. le abitudini e lo srile clell'an.t.ica aristocra,zia si sollo diffuse, pe1: un fenomeno di capillarità,. fino ai pi~1 umili francesi. Ecco uu esempio di ch:mocraz 1a, non politica,. ma. culturale. On altro esempio: In ln.gbìllerra, ,il dominio degli an·ocati è stato forteme•nte temperato da\l"i11fluenza di un altro ceto politico: la ytrnfry, costituitasi sul cadere del rnedjoevo eia 1wa singolare fusione r1· aentiluonieria campaanola e cli notabili citt~dfni. Tutta la vita pratica degli inglesi di oggi è peni-asa da, co11venzioni, p_re.giudizi e preconcetti che risalgono alri,nit,azione della veu.tr.1~- che fin dal XVII secolo ru. il ceto « che dava 1I tòuo n. Oggi, quando voi incontrate per il mondo la fredda, i,nesora_bile e auster:L prepote11za britannica. sia pure inearuata nell'ultimo marUrn~o della ìYlarina di sua. 111aes1;1. gli è pe,rchè tutti ali in o-lesi da secoli. imitano pas.stoui. abitudini e st~e d~lla !I' 11try. cioè dei loro ceti goveriwnti: e-io(.,fanno della demoerazw culturale. I traUi es~enziali dtt11que della. classe dirigtntc fraucese o iii quella inglese. souo facil111c1n,, imitabili. eioè ineilrnente u de111ocrati1.z.<.lbili ». 11a c·lic- rosa possono ·imitare le plebi claìla

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