RE NUDO - Anno III - n. 16 - novembre 1972

Voglio rispondere alla domanda: cos'è la musica. E' una domanda molto interessante e molto importante. Senza avere un'idea· di musica non si può fare musica. Dato che si debba fare musica. Che si debba fare qualcosa purtroppo è vero. Per una semplice ragione che se non si fa qualcosa, quel qualcosa viene fatto da altri e viene fatto male. Dunque il nostro fare ci sembra sempre necessario per ristabilire il giusto. E per questo facciamo. E' certo però che la scelta del da fare dipende sempre anche da ciò che si sa fare. Dalla tecnica che possediamo. Dalla -tecnica che durante un certo periodo di tempo abbiamo imparato il canto, diremo che la vera musica è vocale. 1-1 canto prtma di tutto. Se abbiamo imparato il violino, diremo che la vera... Dunque ripetiamo: il nostro giudizio sul da fare (e il nostro giudizio sul fatto) dipende anche dalla nostra possibilità di fare. E la nostra possibilità di fare dipende dalla nostra ed·ucazione. Ma la nostra educazione non dipende da noi. O meglio non è dipesa da noi (e questo è un punto su cui gira o meglio girerà il nostro ragionare). Perché di solito quando un individuo decide di fare quest'individuo ha già ricevuto un'educazione. Ora ci sono vari modi di educazione e vari luoghi di educazione: uno - una scuola due - un maestro a casa tre - dei libri (i nostri maestri divengono gli autori dei libri) quattro - dei musicisti in azione (veder suonare, veder cantare). E ci sono due modi, principali di ricevere un'educazione. Accettarla o rifiutarla. Essere diligenti o negligenti. Esiste la possibilità di fare ·il contrario di quello che ci viene consigliato o di fare quel'lo che ci viene consigliato. Le possibilità sono due. La scuola è un modo di educazione fra i più facili. Entrare in una scuola significa accettare le regole della scuola. E' consegnarsi a questa scuola. La scuola penserà a tutto. Voi non dovrete fare più nulla. Tutto si sa. E vi sarà comunicato. In cambio non solo della quota di iscrizione, ma anche in cambio dell'accettazione e dell'applicazione da parte vostra di alcune regole. lo alunno accetto di stare ad ascoltare e lei maestro in cambio mi dice « cos'è la musica». E non è tutto. Non solo il maestro mi dirà « cos'è la musica ,; ma mi consegnerà una carta che asserirà che anch'io ora so " cos'è la musica». I _libri vi offrono una libertà di ricerca apparentemente totale, comunque grandissima. Dovete avere nella vostra città una buona biblioteca, se no il metodo di studio rt't1m'm' .1 ti· I Zitti.· Zitti. Perché se no si perde una nota di Chopin. Una nota vecchia centocinquanta anni. Zitti..• É appena uno azzarda a fare qualcosa di suo. La battuta " se Chopin ascoltasse questa musica si rivolterebbe ne·lla tomba». E chi se ne frega. Che si rivolti. · Noi dobbiamo pensare ai vivi. Non agH altri. A noi stessi. E che ognuno pensi a sé. E suoni come e quando vuole. Come si faceva ai tempi di Chopin. E' questo il punto. Noi siamo.·in un cimitero. Il paragone è perfetto. In un cimitero non facciamo niente per rispetto ai morti. Ma è una pausa. Doverosa. Ma è anche doveroso ctie sia - una pausa. Ma i dischi non si pongono come pausa. Dal momento che il cimitero dei dischi è commerciale non ha interesse a porsi come pausa cioè come tempo breve ma tende a porsi sempre più come tempo lungo. Perciò che cl sia gente che invita a uscire dal cimitero e riprendere a giocare coi bambini è molto pericoloso per l'industria della musica. Perché giocare coi bambini in musica significa non comprare dischi. Ma comprare strumenti. Una tantum. Uno strumento dura tutta una vita. Se voi pensate che la maggior vendita di strumenti viene fatta proponedo lo strumento come un giocattolo ·col quale scherzosamente si può imitare o tentare di imitare - ma scherzosamente - il disco. Perché su·I disco c'è sempre un gran solista. (Il confronto). Il gran solista fermato e riprodotto centomila volte. E allora non ha più senso il solista non bravo. E invece il solista (bravo o no) avrà sempre senso. Perché avrà sempre senso il suonare. E se un giorno Il suonare cesserà di esistere ucciso dal disco, avrà sempre senso il giocare. L'agire. La vita non può avere torto. Ma molte persone sciupano tutta ·fa loro stessa vita per tentare di dimostrare che la vita ha torto. E ci riescono quasi. · E questo io trovo che è tragico. Perciò un consiglio. ·auando tornate a casa telefonate a un negozio di pianoforti e chiedete di comprarne uno. Potete acquistarne uno vecchio con trecentomila lire. Se no potete noleggiarlo con qualche migliaio di lire al mese. E appena il pianoforte arriva posate la vostra mano sopra. Nell'Ottocento migl'iaia di pianisti - o pianiste - suonavano un Notturno di Chopin nei loro salotti. Un pianista suonava per un pubblico di dieci, venti · ascoltatori. Nel primo Novecento centinaia di pianisti - o pianiste - suonavano un Notturno di Chopin. Un pianista suonava per cento, duecento, trecento persone. In una sala o in un teatro. Nel Secondo Novecento diecine di pianisti - o pianiste - registrano un Notturno di Chopin. Diecine di milioni di persone ascoltano nei loro salotti. Da soli. - E' semplice vedere dove tende questa linea. uno - diminuzione del numero degli esecutori. due - aumento del numero di copie del· conte. senza l'esecuzione cosa si riproduce? . . Dunque la tesi che la riproduzione _tende a ehmmare l'esecuzione è priva di senso? ~- . d Un fenomeno si descrive nelle sue linee d1 ten enza. Cioè: Primo stadio. . . La riproduzione tende a eliminare le cattive esecuzioni. Non riproduce cattive esecuzioni. Secondo stadio. . . La riproduzione tende a eliminare le esecuzioni buone ma non eccellenti. Non riproduce esecuzioni buone. Terzo stadio. · .. La riproduzione accetta solo esecuzioni ecce·11ent1 (questo è lo stadio del t_empo pr_esente)... ? Esiste una filosofia mediatrice d1 questa tendenza. f ~·ilosofi - coscienti o ·incoscienti complici dei tecnici - vi diranno che: non è vero che la musica è bella è vero che una musica è bella. In questa propaganda siamo nel tempo presente immersi fino al collo. Il mito della musica del passato. Il mito di alcuni grandi musicisti del passato. Il mito di alcune opere di questi grandi musicisti. Il mito dei grandi solisti del tempo presente. Ab.biàmògià diffusa la notizia che suona;e è. difflcile che solo pochi uomini sanno suonare. Abbiamo già diffuso la notizia che far musica è difficilissimo. Chi oggi fa musica viene guardato con compassione come uomo che troppo presume di essere. Lo si invita a essere più umile, a desistere. Siamo alla ricerca della musica più bella del passato. .Del musicista più bravo de·I presente. Siamo vicini a trovarli. Poi è fatta. Nel momento che li avremo trovati. Nel momento che avremo diffuso la notizia. Nel momento che nessuno avrà il coraggio di ridere alla diffusione della notizia. In quel momento la musica sarà finita.

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