Rivista Critica del Socialismo - fasc 9 - set. 1899

788 El\'I STA CRITICA l)JìL SOCIALI S)l0 spesse cd intim e sono le relazioni fra gli nomini, ma.ggiore è la. loro moralità . Percfif1 ~i't'c~:~1:ti ~f, 1 -fn~~: :1tidf~~:i{~~~ 0 ~cl~\ ;i;,~ ~c:i l~ll~;'~~:~ agiscono da, selvagg i. in pac!l-i bnrbari '? Yi commettono atrocitìt senza. nome e azioni che si vergog nerebbero di commettere a.nrnti a.gli occhi dei loro concittad ini'? Appunto pcrchè ~i trovano soli, isolati, tra gent e a cui nessun ,·incolo di sangue nè di amicizia li lega. Gli emigranti europei nei paef:i recentemente colonizzati si abband onano spesso ngl'istinti piÌl brutali. La nostra moralitiì è ancora cosi poco radicata in noi , che se manca il sostegno esterno della pubblica opiuionc n1cìlla e cade. Kcllc c,1mpag-nc 1 dove ogni famiglia , vive per sè. e rari s0110 i contatti, la monile estrn-familiare è quasi unila. L'idea di doYeri pubblici, è quasi ai::se11tc dalla mente dcg·liabitant i dcllc campa.gne. )[a da, quc.c:te corn;idcrar.ioni non discende la rc::,.-olassolut.;.1 che pii, cresce la popolar.ione, più questa si fa dcu!l:a, più un paese è ch'ile. }lerchè n sono i vizi1provnmi enti dall'eccessiva densità della popolazione; i mali delle grandi agglo merazioni urban e. Yi è un punto di saturazione oltre il quale le relazioni ~ci ali 11011 si accrc.c:cono col crc.~cere della popolazione, mn si indeboliscono per gli urti e i conflitti, che si producono. E poi la dcui::ità della popoh1zionc de,·c riguard arsi in rap- J; rl~p~\~~l~\~~t~:~~'.eiii ,~0!~i~1~s~ìi.\1,~\:~:~ttj 1'! 1 ~ ~:~.J:i\ 1 1~e 1~\f ~~ ~!~ manifatturiero CS$.H s;lrà sempre pill conccntnHa. Diremo perciò che non :,;i possa avere ci,·iltà rnorchè nei paei-i industrinli '? Ho g-ià risposto ncgiltinuncnt e n, questa dimanda ; e qui ag– giun go che i paesi non industriali sembrano e.-=scre in arretrato di s,·ilnppo ver:-o la civiltà industr iale, ma forse sono più disposti ad una ci\·iltà superiore. E qui sta la questione da rìso!Ycrc. J maJj del gr ande ind11-. striali smo sono noti: la tendC'nza 11llacostitur.ione di gnrndi mo– nopolii rende forte il grande C11pitalismo non solo di fronte ~•gli operai, ma, anche di fronte allo ~tato: e sarebbe q11a!'l.i impossibile ~~~d~~~~1ti:, 1 ;1~1~d~ fg;; r~a~ ~i~~lw)~~ \~:1l ;~~~iI~ (~~1~6! ,71 s;;i,~~EX mazione della società, o nlmeno donde Yer.-anno le forze che ab– batteranno il Capitali !-mO. va-le:g~ ~e~~;;3~oc~~\t\r;e ,~ 1 ;~ ~ ~~o~~~•ill:1~~ ~~J;r,~· a',~~\,~!~1:1 ali' altra. L' ltalia e la Grecia, maestre di cin ltù in altri tempi, decaddero poi e rinW!-Cro lnngo tempo indietro nelaltri paesi. Da nn'epoc,t all'altr a tH·c,·algono nno,·e atfo·itù, paesi sitnuti in con– dizioni piìt faYore,·oli rispetto ad 1111a ch·i\tà si trovano in con– dizioni meno fawo revoli rispetto ad una ci,·iltà ~upcriorc, e così via. ,·ia. Quindi molti pncsi che ora, sembnrn o in arr etrato d.is ,·i– lnppo, potranno farsi 111nnzi, e viceversa. Jncgnng-lianr.e cli :ffi– luppo ci sono sempre , come t,·a gli uomini e tra' ceti , co!-ì tra. le 11a.zioni;ma non sarann o d' ora innanzi nè grnndi nè penna-

RkJQdWJsaXNoZXIy