Gl'Istriani a Vittorio Emanuele II nel 1866

- 24Napoleone la segnalava siccome il complemento del regno italiano dopo averla già fino dal 1797 chiamata provincia importantissima della Venezia. (3). Nè basta la necessità del sistema difensivo terrestre chè l'altra della tutela delle nostre coste è di uguale e forse maggiore momento. Da Aquileia a Lecce quale costa, confine marittimo non abbiamo noi a difendere I Sarebbe dunque sommo difetto di non possedere una flotta nell'Adriatico, e sommo errore crederci regno solidamente costituito senza che la nostra flotta in quelle acque superasse di forze I 'austriaca. Di ciò vanno persuasi al certo anche i più sbadati, anche quelli perfino che stimano degnazione loro l 'occuparsi di sl alto interesse italiano. Ma non tutti misurano le conseguenze della indisputabile necessità, non tutti pongono mente, che noi non terremmo flotta nel1'Adriatico senza aver nostro sul mare stesso un vero porto, un vero arsenale di guerra, e che questo porto e questo arsenale assieme non possiamo lusingarci di conseguire nè da Venezia, nè da Ancona, nè da Brindisi, che sono pure il meglio che si abbia a ciò in su quel lido: lido basso, piano e sabbioso, senza sviluppo d'insenature, con rade mal sicure ed ancoraggi pochi ed infidi, incerto, instabile, profondamente corroso e smarginato da gran copia di fiumi, di canali e di stagni, nonchè esposto ai venti levantini che ne contrastano la navigazione. (MENIS - Il Mare Adriatico - Zara, 1848). E rispetto ai porti di Ancona e Brindisi, non fu ormai posto in evid.<!nza che, per quanto denaro vi si profondesse, non ne otterremmo che stazioni navali di secondo ordine. Non sono poi essi, e particolarmente quello 8 blloteca Gino Bianco

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