Lancillotto Thompson - Il Risorgimento italiano e gli irredenti

- 19 - mandava 500 lire per la Sicilia all'Associazione Unitaria di Milano e le scriveva fra l'altro: « L'Istria, povera di tutto fuorchè di generoso sentire e di amore sviscerato alla comune madre, non può che tenui somme offrire, ma la conforta il pensiero che l'Italia saprà, meglio che ali 'offerta, avere riguardo al coraggio con cui fu raggranellata sotto la pressura della polizia austriaca, e al cuore con che essa la porta sull'altare della patria. Dite al prode Garibaldi che l'Istria non è stata, nè sarà mai timida di sacrifici per la fausta causa nazionale... Ma ditegli poi che quel giorno che egli potrà libera far sventolare l'italiana bandiera sulle adriatiche sponde, l'Istria risorgerà con giubilo •a rafforzare la patria armata di marinai e l'esercito dei più coraggiosi suoi figli. Vedranno allora le provincie sorelle se l'Istria. cui l'Austria tanto oppresse per toglierle lingua ed affetti e per ispegnerne, se fosse stato possibile, il nazionale sentimento, sia indegna di loro. Per ora non le è dato che, nel segreto dell'anima e fra le torture, di proferire gli adorati nomi d'Italia, di Vittorio Emanuele, di Garibaldi; ma allora questa voce segreta, nello slancio di centinaia di migliai.a di cuori, si cangerà in altissimo grido che, echeggiato dalle nostre colline, propagherassi per la marina fino alla spiaggia opposta dell'Adriatico golfo. » A Garibaldi le donne triestine mandavano una bandiera e scrivevano: « Il dispotismo austriaco, se trovò del proprio conto una volta di ammigliorare le condizioni materiali di Trieste aprendola all'immigrazione ed ai traffici de' suoi figli e degli strani, nelle troppo decantate prerogative nascondeva il mortifero veleno, vero premio allia spontanea dedizione. Poichè dopo averla asservita in onta ai più solenni patti, adoperò per anni ed anni ogni arte e prepotenza a spegnerne le naturali aspirazioni di civile e morale progresso, ed a rapirle costumi e linguaggio. Non ne v,olJe risoarmiato l'onore e la chiamò fedelissima. Menzogna, o Generale, perchè nè le soperchierie dei dominatori, nè gli aulici decreti, nè le viltà dei degeneri patrizi valsero a snaturare il nostro popolo che è rimasto italiano, e che ora più chemai ha la coscienz:a dell'imprescrittibil~ suo diritto di appartenere all'italica famiglia. E la bandiera che noi, B:blioteca Gino Bianco

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