Lancillotto Thompson - Il Risorgimento italiano e gli irredenti

- 13 - Ed anche a Venezia si segnalarono gli irredenti, primo fra tutti Niccolò Tommaseo. il dalmata grandissimo. deputato, ambasciatore, ministro della Repubblica; e Giovanni Orlandini triestino, auditore maggiore del Governo provvisorio e capitano dei cacciatori del Sile; e Marcantonio Borisi istriano, che in una sortita da Mestre toglieva al nemico più ppzzi di cannone; e il capitano Federigo Martini trentino, che pugnava strenuamente a Marghera; e il milite Francesco Marusiè fiumano, che a Marghera eroicamente cadeva; e Luigi Seismit-Doda e Giorgio Caravà, dalmati, futuri gtnerali dell'Esercito Italiano. 11Parlamentodi Francoforte e la Costituentedi Vienna. Ed anche al Parlamento di Francoforte e alla Costituente di Vienna innalzarono gli irredenti la loro voce per I 'I talia. A Francoforte il barone abate Giovanni a Prato, roveretano, chkdeva il distacco del Trentino ,1ella Confederazione Germanica o, quant() meno, dal Tirolo e diceva tra altro: « Osservate, o signori, i due distretti di Trento e Rovereto; guardate i prodotti del nostro suolo : olio, vino e seta; i costumi, il linguaggio, italiani; la coltura, la storia letteraria, italianan. Alla stessa assemblea un rappresentante tedesco, SchuIer da Innsbruck, doveva constatare irosamente: <' Nel Tirolo meridionale si è formato un partito di italiane simpatie assai pronunciato. Questo partito fu molto attivo e così agitatore che esso, quando scoppiò la guerra italiana, occasionò l'invasione dei franchi tiratori ». Un ·altro tedesco, Kohlparzer da Neuhaus, sentenziava senza tanti ambagi : « Io dico solo: Beati possidentes. Noi possediamo il Tirolo meridionale, e perciò ce Io teniamo : questo è . il mio diritto dei popoli. n Più equo Vogt da Giessen : « Si dice non essere possibile lasciarci torre la porta di casa per ragioni eh 'io non conosco. Se questi motivi sono veri, ritenete alla B•bhoteca Gino 81dnco

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