Virgilio Gayda - Gli slavi della Venezia Giulia

- 28 - alcuna importanza : non li violentò, ma non tentò di avvicinarseli. Li tenne anzi divisi dall'elemento italiano, come una massa inferiore. Li lasciò vivere in pace, ma non diede loro scuole, nè istituzioni e amministrazioni. E per questo gli slavi si perpetuarono quello che erano. Quando si muovevano ed entravano in città, si perdevano fra gli italiani : ma la grande massa, rimasta immobile nella campagna, lontana dai centri cittadini, completamente isolata, nella sua inerzia ignara, serbò silenziosamente quel vago elemento slavo, che un giorno il governo d'Austria ha ridestato e acceso per avventarlo contro i suoi antichi p.atroni. Conclusione. Abbiamo così esaminato, con un'analisi forse un po' minuta e faticosa, ma necessaria per precisarne i veri termini, la questione slava della Venezia Giulia, nei suoi rapporti con il popolo italiano. L'esame ci consente ora una conclusione rapida e sicura. Esiste un problema slavo della Venezia Giulia: ma esso non è tale da potersi sovrapporre a quello italiano, çhe è il solo originario, dominante, fondamentale. Esso,• anche ridotto nelle sue vere proporzioni, non si presenta insolubile : sopratutto non potrà divenire un problema di esistenza per il possesso italiano della Venezia Giulia. Per la loro natura, la loro massa numerica complessiva, le loro posizioni nazionali topografiche, la loro cultura con le sue tendenze, gli slavi di queste provincie non sono dei nemici pericolosi per gli italiani. Lo sviluppo del paese ridurrà ancora progressivamente la loro importanza nazionale. Ma essi possono anche divenire, come un tempo, gli amici, i collaboratori fedeli spontanei degli italiani, quando venisse nel paese una politica non di gendarmi, ma di uomini di giustizia e di libertà, di cultura e di rispetto umano, una politica sotto la bandiera d'Italia perfettamente opposta a quella fondata sul rancore e la violenza, sulla distruzione e sull'arbitrio, che I'Aust~ia vi ha mantenuto per quarant'otto anni, proseguendo senz'armi la guerra contro la libertà d'Italia, per prepararne una nuova. Biblioteca Gino Bianco

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