Pietro Silva - Come si formò la Triplice

- 25 - tentarono di dare al viaggio stesso la minore importanza possibile. Per togliere ogni significato che potesse urtare la Francia, i ministri italiani vollero che proprio nei giorni nei quali si svolgeva il viaggio, i nostri rappresentanti fossero a Parigi per concordare il trattato di commercio. Poi si sarebbe voluto che il viaggio avesse la forma di una semplice visita di cortesia : il Re avrebbe dovuto andar solo, e l'incontro sarebbe dovuto avvenire non nella capitale, ma in un'altra città dello stato. Par proprio che i nostri ministri dicano : « Giacchè si deve andare, andiamo, ma facciamo meno chiasso che si pub!». Così non la intendevano invece i governi austriaco e tedesco che volevano, per ragioni evidenti, che il viaggio assumesse le proporzioni di un grande avvenimento politico e diplomatico. E cosl si volle che l'incontro avvenisse a Vienna,· si desiderò che insieme col Re andasse anche la Regina. Dato che la visita avveniva a Vienna, era necessario che il Re fosse accompagnato dal suo Presidente del Consiglio; e se andava il Presidente, non poteva mancare il Ministro degli Esteri I Cosl a poco a poco la semplice visita di cortesia, si tramutò in un grande viaggio solenne che si svolse in sei giorni, dal 26 al 31 ottobre 1881. Bisogna riconoscere che le accoglienze furono ottime : la popolazione e la stampa austriaca salutarono i Reali d'Italia con molta cordialità, Re Umberto fu fatto colonnello onorario di uno dei migliori reggimenti austriaci. E Berlino fece eco a Vienna : il governo tedesco dichiarò di considerare come rivolto anche a sè stesso ogni atto di cortesia dell'Italia verso l'Austria-Ungheria. e l'organo ufficioso del Gran Cancelliere, dimenticando le frasi insolenti e minacciose di poco tempo prima, si degnò di commentare con tono benevolo l'avvenimento di Vienna. I governi di Berlino e di Vienna avevano ragione di rallegrarsi dell'avvenimento. come di una loro vittoria. I Reali d'Italia non erano andati. erano stati trascinati a Vienna. Il governo italiano, credendosi con l'acqua alla gola e dimenticando i saggi consigli di Robilant, aveva trattato e deciso il viaggio con tanta precipitazione, che B blloteca Gino Bianco

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