- 14 fuori da ogni agevole comunicazione, quante strade obbligate ai giri più lunghi ed assurdi, quanti ostacoli alla vita quotidiana e al libero alpeggio e al possesso degli alpigiani, nuante spese per il mantenimento della linea doganale e per la repressione del contrabbando, quanti danni prossimi e remoti ci procuri questa singolarità di confini! Occorre una derivazione d'acqua o un trasporto di energia elettrica? occorre la · sistemazione di un torrente, che dalla valle franosa in alto (nella parte austriaca) precipita rovinoso a devastare i nostri piani? occorre una strada per allacciare ai centri maggiori i villaggi più segregati? occorre un raccordo ferroviario o un allacciamçnto della rete telegrafica o telefonica o il regolamento della navigazione sul Garda? Sempre, in ogni caso, il decorso della frontiera, così bene con- .gegnato a scorno d'Italia, ostacola o tronca addirittura ogni iniziativa. La frontiera tridentina e la difesa militare. Ma non è questo ancora il peggio. II peggio avviene appunto per quel che si riferisce alla nostra difesa milita-re. Mentre dalla parte del Tirolo (vedi cartina 1) una frontiera, portata, come ragion vorrebbe, allo spartiacque alpino o almeno alla linea montana dove termina la popolazione di parlata italiana, lascierebbe appena tre o quattro porte aperte facilmente alle invasioni straniere, questo gran triangolo di terra austriaca cacciato in mezzo ali 'Italia settentrionale, questo gran cuneo minacciante a venti o trenta chilometri appena di distanza la pianura veneta e la lombarda, apre più di trenta porte (fra strade carrozzabili e carrettabili) verso il regno. E tutte sono aperte in tal modo, che il vantaggio dell'offesa appartiene ali' Austria e non a noi. Piantata l'Austria nella parte più alta e più forte di tutte le valli, - noi di sotto nella part~ più bassa, più aperta, più difficile da sbarB blioteca Gino 81dnco
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