Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983

generali, quali l'antitesi e il contrappunto. Relazioni an­ cora più complesse risultano nelle configurazioni (ricor­ renze dominate da una formula), come la gradazione, l'ac­ cumu,lazione, il palindromo, l'iperbato, che strutturano an­ ch'esse mediante ripetizione il flusso di tensione e disten­ sione di un testo, così come l'epifonema, l'anticipazione, la prefigurazione. Un ruolo particolare viene assegnato al chiasmo. Come figura complessa, il chiasmo è forse il miglior esempio di ciò che Fonagy rintraccia come prin­ cipio funzionale ridondante, in grado di manifestarsi in ogni livello, da quello grammaticale e frastico a quello oggettuale e simbolico (Fonagy ne dà ben dodici esempi). È dall'accumulo, in verità assai imponente, di molte esemplificazioni rispondenti a pochi principi formali e­ splicativi, che F6nagy sviluppa, ad un livello dapprima solo linguistico, la sua tesi sulla «ripetizione creativa». Questa ripetizione è creativa perché in realtà essa non è una semplice ripetizione, ma la ritraduzione, nei diversi livelli, di una struttura che vi si esplica in modo globale: «Il messaggio trasmesso mediante le differenti strutture di un testo non si identifica mai con il messaggio verbale contemporaneamente espresso dai mezzi linguistici; e per­ ciò non è mai ridondante» (Fonagy, cit., pag. 88). Allo stes­ so modo Fonagy giunge ad un personale convincimento sul­ la natura ultima, quasi astratta, di questa ridondanza, la cui origine non appare definibile in senso strettamente linguistico: «L'indifferenza dimostrata dalle figure nei confronti della lingua e dei livelli linguistici ricorda il fantasma del linguaggio 'adamitico' universale, naturale, come se questo gioco non verbale con le strutture verbali fosse assocciato ad una comunicazione preverbale, che ignori la doppia articolazione del· linguaggio evoluto» (I- bidem, pag. 89). Proprio il fatto che le figure costituiscono ridondanze permanenti è ciò che persuade Fonagy ad interpretarle come forme doppiamente legate alla coazione a ripetere, 170

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