Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982

di elementi costruttivi da un punto all'altro dei singoli testi. Il sottile procedere formale di Agosti sorprende il processo compositivo flaubertiano nel suo dispiegarsi per parallelismi. Se ha ragione G.M. Hopkins quando scrive «The ar­ tificial of poetry, perhaps we shall be right to say all artifice, reduces itself to the principle of parallelism. The structure of poetry is that of continuous parallelism» (L'artificio nella poesia, forse dovremmo dire ogni artifi­ cio, si riduce al principio del parallelismo. La struttura della poesia è quella di un continuo parallelismo) 5, il princip�o costruttivo della pagina flaubertiana mutua l'ar­ tificio dominante il linguaggio poetico. Ovviamente, come ogni esecuzione-lettura, anche que­ sta sacrifica alcuni effetti derivanti dal complesso inter­ secarsi dei livelli testuali. Si attenuano le marche reali­ stiche che qualificano i personaggi, si interdicono gli sche­ mi di rappresentazione formatori delle figure culturali e ideologiche che aprono i testi ai simulacri della «realtà storica». I sacrifici, resi necessari dallo sguardo critico (la let­ tura «assoluta», come si sa, è un concetto patetico oltre che assurdo), non mettono in questione la compattezza formale-contenutistica del corpus, ma gli conferiscono un fulgore inedito nel suo spalancarsi a spazi testuali irridu­ cibili alla rappresentazione semantica nei cui limiti si muove il discorso narrativo dato. La raffigurazione, sov­ vertita dalle armoniche affrancate dal tessuto linguistico, lascia la scena a disposizione di «effetti di reale» 6 non iscrivibili. A costruzioni formali sintetiche seguono procedure af­ ferenti a prelievi, iscritti nelle figure del parallelismo, che non permettono al corpus di riposare in un insieme or­ ganico pur relativamente totalizzato; ogni singolo segmen­ to di testo ritorna nuovissimo, luogo di forze verticali senza fondo; la storia non conosce lo scioglimento tipico 198

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