Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982

ma mente-corpo e quali indirizzi di ricerca hanno favorito od ostacolato lo sviluppo di alcune delle immagini più approfondite dell'apparato neuropsichico. A proposito dell'annoso problema dei rapporti mente corpo è possibile individuare durante il XIX secolo alme­ no tre posizioni principali, ciascuna compatibile a volte anche con diversi indirizzi di ricerca. La prima è quella del dualismo interazionistico, di lontana ascendenza car­ tesiana, che si presenta con almeno due varianti signifi­ cative nell'opera di Lotze ed in quella di Bergson. Mente e corpo sono cioè due entità connesse ma dotate di au­ tonoma sussistenza e di una capacità di agire l'una sul­ l'altra in modo causale. La seconda posizione è quella del materialismo meccanicistico o riduzionistico che ten­ de a considerare la psiche e la coscienza come un prodotto del sistema nervoso, incapace tuttavia in quanto epifeno­ meno, di intervenire causalmente sul sistema nervoso stes­ so, così come il fischio è prodotto meccanicamente dalla locomotiva ma è incapace di agire meccanicamente su di essa. Questa concezione considera l'uomo come un au­ toma cosciente in cui tutto il comportamento si spiega solo in termini fisiologici. Ad una terza posizione, quella del parallelismo psico­ fisico, possono ricondursi concezioni filosoficamente mol­ to diverse. In termini metodologici questa posizione, am­ piamente accettata nella seconda metà dell'ottocento, am­ mette che ad ogni processo psichico corrisponda, in modo concomitante o parallelo, un processo fisiologico, per cui certi eventi del comportamento umano più elevato potreb­ bero in linea di principio essere descritti sia in termini fisiologici sia in termini psicologici; fra i singoli termini corrispondenti di questa duplice serie di eventi non è tuttavia ammissibile un rapporto di reciproca interazione causale. Fra le interpretazioni filosofiche di questa posi­ zione metodologica del parallelismo vi è quella risalente 137

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