Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982

I [teorico] notes magico Diario di lavoro di Francesco Leonetti Pensieri iniziali per un saggio su Marx-Freud, 1981 Devo porre anzitutto il problema (assai «vecchio»): cosa si può ricavare «da Marx»? Adottiamo per modello un'operazione di Lukacs: quando nel '45 pubblicava col suo commento i punti d'interesse este­ tologico che vengono estratti dal contesto marx-engelsiano, egli ne afferma alcuni caratteri. Si tratta anzitutto della frammen­ tarietà nota: è così detta da Lukacs per la raccolta: «in parte lettere e appu . nti desunti da colloqui, in parte singoli passi, estratti da libri di diverso contenuto, in cui Marx e Engels hanno toccato le questioni principali della letteratura». E si tratta insieme, nonostante tale frammentarietà, di un altro ca­ rattere, che è l'organicità interna dei materiali: così segnata da Lukacs: questo fatto però «è ben lungi dall'implicare che i frammenti ivi raccolti non costituiscano un'unità organica e sistematica di pensiero». Ne consegue che per il marxismo «non vi è che una sola scienza unitaria, relativa al processo storico unitario»; e ancora che «l'essenza del metodo dialettico consiste nel fatto che in essa l'assoluto e il relativo formano un'unità inscindibile». E dunque c'è come elemento peculiare del marxismo il rifiuto «di riconoscere la netta separazione e l'isolamento dei singoli rami della scienza» (cfr. intr. a Il marxismo e la critica letteraria, Torino, Einaudi, pp. 27 e 28). Si può essere d'accordo fin qui con una definizione così­ posta. Poco più oltre Lukacs ne desume uno sviluppo pos­ sibile, l'estetica marxista, che diviene enorme presso di lui. E su questo si può dissentire: un conto sono gli embrioni, i motivi specifici «in nuce», nel testo marxiano, da svolgere nel- 116

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