Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980
ta, «esclusa», l'ipogramma proietterebbe su tutta la sequenza che lo interessa il proprio calco letterale a:rp.plificato. A Saussure tuttavia non riesce di trovare men zione esplicita di una simile pratica in nessun trattato, né gli è possibile contenere il fenomeno dentro limiti temporali, né alla fine gli è possibile stabilire . se sia ge nerato dal caso o dall'jntenzione. L'illusione accentratrice di una costanza ipogramma tica propria alla versificazione latina costituisce non di meno il fondamento produttivo delle successive analisi del testo poetico. Così proprio a partire da quell'atten zione alle corrispondenze disseminate nel verso, Jakob son proietta il principio di equivalenza sull'asse della combinazione per determinare la funzione poetica. Tuttavia lo studio dei parallelismi sull'asse della combinazione, il . privilegiare il piano sintagmatico, ha forse lasciato in ombra un carattere specifico della ri cerca saussuriana contenuto nella valenza fortissima - di provenienza religiosa - attribuita a una parola nucleare. Ricorda Carlo Ossola nel suo recente lavorp sugli ipo grammi che Saussure si innesta in una «trama di ri chiami», la medesima di un Pictet che cerca le tracce di una lingua primitiva unica, «come cercare in qualche parola fossile la traccia di · popoli spariti»; - la medesima di Mallarmé che cerca dietro la carne delle parole le loro ossa, le loro radici disseccate. Anche Mallarmé fu attentissimo all'arte di ravvici nare parole per via allitterativa al fine di concorrere al fascino e alla musica del linguaggio, insistette però an che, al di là del piano sintagmatico, su una particolare funzione che nel verso isola la parola · facendone qual cosa di estraneo alla lingua, qualcosa di incantatorio che «vous cause cette surprise de n'avoir 0111 jamais tel fragment ordinaire d'élocution, en · meme temps que la 72
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