Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980

se si vuole imprestare il linguaggio di Prose, la vue che estrae dal reale il simbolico; e l'opposizione si qualifica semioticamente fra il sens trop précis e la vague litté­ rature. Tutto ciò è perfino pacifico ed è stato debita­ mente rilevato dai commentatori. La funzione . (o vorrei quasi dire: il funzionamento) del testo finisce qui? La domanda implica l'ipotesi che si possa dare un momento aggiuntivo di lettura, per cui « 'Foute l'àme résumée » si presti non tanto come esempio di esegesi mallarmea­ na o chiave generale della sua opera; e nemmeno come precettiS'tica, schema di validità ecumenica; piuttosto come frase introduttiva (arbitraria?) di un discorso che riguavda in qualche modo qualche c osa sulla natura della poesia. 2. Il testo è del 1895. La forma, non nuova in Malla-rmé, è quella del sonetto elisabettiano, con disposizione par­ ticolare degli ultimi sei versi, struttura non casuale, o�serva madame Noulet, ,se è vero che · mette capo a una coppia a rima baciata cui inerisce così qualche carattere di massima, à la manière de Boileau, o si direbbe di · slogan. 34 Toute l'àme résumée Quand lente nous l'expirons Dans plusieurs ronds de fumée Abolis en autres ronds Atteste quelque cigare Brùlant savamment pour peu Que la cendre se sépare De son clair baiser de feu Ainsi le choeur des romances A la lèvre vole-t-il Exclus-en si tu commences Le réel parce que vii

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