Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980
tardi, ai Documenti d'amore di Francesco da Barberi no). E andrebbe ripensata un'altra vicenda, meno assie pata di fatiche filologiche illustri: la drammatizzazione amorosa e popolare degli Officia liturgici, nel cuore del teatro medievale, quando il testo religioso si dissolve e rianima, si veste di personaggi e rigoglisce di umori. Lungo questa disseminazione, vanno menzionate le for me comiche dei mores (moralità) e dei caratteri come confluiscono sulla scena d'amore di un teatro già atte stato sulla centralità dell'attore (uno studio dei dialoghi sull'amore del '500 e dello stesso spazio scenico della poesia d'amore dovrebbe confrontarsi con k origini del la Commedia dell'arte, e non solo per il ruolo senza maschera degli Innamorati). Itinerari sui quali la filologia testuale ha prodotto scavi e restituito dimenticanze e cancellazioni: mate riali offerti dall'interpretazione. La quale spesso è in ceppata e restia, per via della secolare separazione tra filologia ed esegesi, tra storiografia ed ermeneutica, tra descrizione del testo e •sua interrogazione. Sorvolare su questo retroterra è possibile solo se si è poi disposti, ogni volta che i testi lo chiedano, a riaf fondarsi in quelle radici di temi e stilemi (è qui che la disciplina letteraria si mostra più disciplinata che mai, e severa, e costringe il piacere della scrittura in un'ascesi di libreschi fremiti e minuziose pazienti scoperte: an cora, rito e mestiere, rigore e toripore delle nostre let tere!). 2. Il Commentarium Marsilii Ficini in Convivium Platonis, composto nel 1469, rifatto nel 1475, riscritto dallo stesso autore in lingua italiana (l'edizione, postu ma, fu data da Cosimo Bartoli a Firenze nel 1544), è compimento dell'esegesi medievale dell'amore, ma anche fondamento delle teorie rinascimentali sull'amore (le con tese sulla periodizzazione, sia che attraggano l'umanesi- 106
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