Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

curare, se del caso, con un antipiretico? Forse; anche se Bruno non ce lo dice proprio così. Diverso, anzi divergente, è l'approccio di Quinta­ valle: c'è la psicoanalisi, e c'è la semiotica. Vediamo se le nozioni e i metodi di quest'ultima - la semio­ tica - applicati alla psicoanalisi, o a una determinata questione ad essa inerente, la elaborazione secondaria del sogno - un caso particolare del problema gene­ rale della decodificazione - può proiettare _ miglior luce sull'operazione stessa. Non si vuole qui entrare nel me­ rito dei risultati; l'impostazione appare giustificabile e corretta. Eppure nel lettore, non psicoanalista e non semio­ logo, rimane un senso di disagio. Nella divergenza, anzi opposizione, tra un Quintavalle e un Bruno egli non può non scorgere un'assunzione «metodologica» che lo lascia perplesso: esplicita ed esplicitata, certo, da Bruno; solo opinabile in un testo come quello di Quin­ tavalle. Una presunzione - o almeno presupposizione - che già da altri, ad altro proposito, è stata definita, «imperialistica». La semiologia, regina scientiarum, ve­ rifica e controlla. Può arrivare al genocidio (Bruno), al «tu non hai diritto di esistere», può fermarsi al co­ lonialismo, magari illuminato: «Esisti pure, rispetto la tua vita; ma tocca a me spiegarla a te stesso, imperoc­ ché io so ciò che tu non sai. Vuoi mettere, la mia tec­ nologia, con la tua? Siimi perciò, oltretutto, grato». (Caro lettore - ci sembra di sentirci rispondere - ma non vedi che sei proprio tu la causa del tuo disa­ gio? L'hai detto: «né psicoanalista, né semiologo». E allora dove stai? E sotto sotto hai aggiunto: «né colo­ nizzatore, né colonizzato». Deciditi, prendi partito! Se tieni il piede in due staffe per forza non puoi caval­ care; anzi, peggio, cadi da cavallo; e ti auguro che non ·10 faccia rovinosamente, rompendoti la testa (se ce l'hai, dopotutto). 97

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