Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

' risco quella, e solo quella, della espressione rispetto alla cosa (di 'p' nei confronti di p). 1 s E' difficile non inferire - nel fatto di memoria che è l'esperienza di rappresentare: dalle sue difficoltà - che una percezione e simbolizzazione originaria vi è un'idea inconsisten­ te. Ma allora per un ricordo della «ritenzione» di Husserl, di una «prima memoria» che evade a ogni simbolizzazione, Verbild­ lichung (cf. le Vorlesungen zur Phanomenologie des inneren Zeit­ bewusstseins ). Naturalmente, è· difficile far comunicare questi due autori. 19 Cf. Bouveresse, p. 262. Cf. _ il giusto ' commento ' di Hallett (p. 473) a PU § 437 (all'espressione, «this despotic de­ mand»). E' in questo § di PU che un importante «deve» appare... 20 Una spontaneità è proprio quanto mette in dubbio PU § 244, che occorrerebbe far comunicare con le Ausserungen di PU § 441, e di Z § 53... Cf. le traduzioni inglese e italiana di PU. 21 Kenny, Bouveresse, Hallett tendono, se io li capisco, a centrare le loro analisi su questo stadio preliminare della «realtà del desiderio» (cf., infra, la fine del mio testo). A chie­ dersi solo, ' com'è possibile che ci sia Bild di qualcosa che non è già-là?'. Ma per W. non sarebbe a mio avviso neanche da convocare il non già-là de f acta. Questi commenti non cé:ntrano nella sua autonomia la difficoltà di Verbildlichung al centro in­ vece nelle mie analisi (ma non dubiterei che è da quello stadio preliminare che la difficoltà cominci a inscrivere il suo ' in quanto tale '). 60

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