Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

conosca / come del resto tu sai benissimo / Oscar Kokoschka. La poesia come rapporto eccessivo e lus­ suoso con il dizionario? C'è chi odia }a parola che, finora, lo ha sempre messo fuori gioèo condannandolo ad un ruolo infelice. Domani, dopo sarà troppo · tardi, bisognerà inaugu­ rare una politica culturale che integri i poeti profes­ sionalmente. Si potrà così leggere (insegnare) i testi del passato e del presente da un punto di vista arti­ gianale, «del come si fa». Perché tutti quelli che abbiano voglia di tentare di uscire dalla pattumiera, possano « . salutare la bellezza» alla loro maniera. Perché la pratica della poesia non è solo una delle forme espressive; si tratta di un rap­ porto passionale con la parola che non le permette di dire, che la obbliga a fare diversamente dal program­ mato. Mettere la parola in azione non è un'attività di tutto riposo. Chi lo fa dovrà fare i conti con le proprie contraddizioni e con quelle dell'ambiente. Dicono che le grandi speranze sono imbalsamate come cammelli. la massa dei «non-ascoltatori » sulla spiaggia sbocca in gestualità e vocalizzi, lazzi che par­ lano del malvissuto. Ma dicono anche che è finito il tempo di «dire la messa» impunemente. Non serve a corteggiarli, questi «barbari>> , imitan­ done i vezzi, i linguaggi, l'afasìa involontaria. La poesia è difficile da praticare, come la vita. Non a torto Car­ rega spesso cita «nessuno ha il coraggio di vivere al­ l'altezza dei propri sogni». Baudelaire diceva che ìl cane abbaia al profumo e gode scodinzolando al tanfo del piscio. Allegoria. Se il piscio è la realtà storica in cui si affonda più o meno consapevolmente, il profumo è la virtuale capacità e desiderio ad essere disponibili a vivere senza conce­ dersi totalmente allo status quo. Quando la parola poetica trova un'eco negli altri, 172

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