Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

Sogno, utopia, illuminismo A mesure qu'on à , plus d'esprit on trouve qu'il y a plus d'homme originaux. Les gens du co:rmnun ne trouvent ipoiint de dJi.fférenoe entre [es ho:mmes (Pascal, ipens. n. 7 ed. Bnmschviog) 1. Miseria di Giuseppe. Sogna che il suo covone viene adorato da quelli dei fratelli . e poi il sole, la luna e undici stelle che gli stanno intorno; a lui, megalomane oggetto della predilezione paterna. Non capisce niente, ' non prova neppure ad interpretare il suo sognare; · al­ trimenti tacerebbe. Invece parla, e subito i fratelli ca­ piscono cosa gli bolle nel profondo; lo odiano, lo ven­ dono. E' così che egli arriva ad interpretare i sognf del faraone e poi a salvare melodrammaticamente dalla carestia fa sua gente. O forse grandezza di · Giuseppe, miserabile e grande à la Pascal. I primi sogni sono per lui il segno dello sdoppiamento, la rivelazione di un copione già scritto: dovrà agire come protagonista persona, maschéra, at­ tore. Il sogno del faraone allora è l'occasione di uscire dalla caverna-prigione staccandosi dall'adesione vitali­ stica alla terra. Due volte viene cacciato sotto, nel fondo; dal pozzo risale per essere poi venduto e per­ dersi come pastore organicamente costretto e libero . dentro le tradizioni della sua gente; poi la rinuncia alla carnalità, alla moglie di Putifarre che gli dice « dormi con me ». E l'uscita, la risalita definitiva per porsi, lui ormai straniero alla sua tribù come all'Egitto, di fronte all'Egitto. Nel sogno del faraone respirano la 141

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