Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

prestigiatore perché i trucchi che v1 mserisce sfuggano alla percezione dello spettatore. E ancora l'elabora­ zione secondaria sostiene la figura del sonnambulo quando Freud dice che è « una autentica critica del sogno, quale potrei fare nella veglia» ma che serve « ad addormentare una certa istanza che... avrebbe tutte le ragioni di destarsi e di proibire la continuàzione del sogno». E' in questo senso dunque che ci si può chiedere se critica del sogno, elaborazione secondaria e indifferen­ ziazione tra il sogno e la veglia, non siano tre « forme» di sonnambulismo come prosecuzione del sonno nella veglia in cui la rimozione raccoglie il mandato del cen­ sore (e interprete) del _ sogno. Punto terzo. Nello stesso scritto Aggiunte di insieme alla « Interpretazione dei sogni», Freud pone un ac­ cenno alla telepatia, riguardo al sogno. Tema difficile che trattiene Freud per molto tempo dal pubblicare questo lavoro, e sul quale si pronuncia insieme con cau­ tela e con decisione. Se può essere avventuroso addentrarsi in questo ar­ gomento, d'altra parte è indubbio che c'è lì qualcosa che riguarda la psicoanalisi. Quanto basta perché il sogno riveli la sua parentela con il significante in quanto è ciò che rappresenta un soggetto per un altro sogno. (Devo a Virginia Finzi Ghisi questa formula­ zione che mi ha anticipato dall'insegnamento che terrà quest'anno e che lascia pensare . a sogni incrociati, so­ gni scambiati e altre diavolerie del genere. Flectere si nequeo Superos...). 3 Il sogno è un processo, rimanda, si lega in altri sogni in una continuità che il lavoro dell'analisi valorizza. 137

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