Il piccolo Hans - anno V - n. 18 - aprile-giugno 1978

zo di fesso, facciamo come in America dove sono tutti ricchi». ' Questa vignetta, questa didascalia si sono purtroppo saldate ad ogni riflessione · che mi venga fatto di azzar­ dare su due recenti fenomeni di avvicinamento all'Ame­ rica: il numero speciale di « Tel Quel» (Etats-Unis, Automne 1977, nn. 71-73), e le corrispondenze ameri­ cane inviate, a partire dal luglio scorso, dal nuovo cor­ rispondente a Washington dell'Unità, Alberto Jacoviello. Alberto Jacoviello da una parte e Julia Kristeva, Marcelin Pleynet, Philippe Sollers dall'altra: cosa hanno in comune? Niente, o poco più di niente. O forse, ad essere proprio pignoli - una cosa in comune ce l'hanno. Una precedente, diohiarata e forse ancora non ancora trasudata passione per la Cina. Sto dicendo che questa infatuazione per la Cina ha qualche rapporto con la passione investita adesso in questa scoperta dell'Ame­ rica? Non l'ho detto. Forse lo sto solo pensando. E non lo dirò finché non sarò riuscito a dimostrarlo. In ambedue i casi, si tratta di ridescrivere l'America in positivo, come un luogo troppo a lungo spregiato, troppo spesso assimilato banalmente al Capitale. « Il semble toujours difficile d'Etre de gauche e de s'inté­ resser à la culture américaine, on est mal vu» dicono Julia Kristeva, Marcelin Pleynet e Philippe Sollers, i tre moschettieri di « Tel Quel» nel dialogo che intrec­ ciano in apertura di numero « Pourquoi les · Etats-Unis». •L'America è stata troppo a lungo ideologizzata in senso negativo dalla cultura di sinistra, dice Jacoviello (l'Unità, 29 novembre). Cerchiamo di descriverla in modo sereno obiettivo non ideologizzato. Riscopriamo l'America. Ma non si scopre (o si riscopre) se non ciò che si ritiene valga la pena di andare a scoprire. Ed ecco che Jacoviello e i telquelisti cominciano ad ideologizzarla di nuovo. In senso inverso. 187

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