Il piccolo Hans - III - n.12 - settembre-dicembre 1976

Una lettera a Caro Finzi, questa lettera è! in qualche modo la risposta al suo invito di intervenire nel numero del « Piccolo Hans » de­ dicato al « Lavoro della Lettera » (mi pare che tale fosse la formula del dibattito e allora va benissimo che in italiano, come in francese e in inglese, il doppio significa­ to di comunicazione scritta che si manda a qualcuno di segno grafico, segno alfabetico, si , riuniscano in un uni­ co significante). Subito dopo il suo invito, con una inatte­ sa rapidità cominciò a delinearmisi in testa una specie di discorso sull'argomento. Avevo trovato una chiave, per quanto modesta fosse, intorno a cui sviluppare un breve intervento. Mi è assolutamente impossibile dire ora quale . fosse l'idea di fondo; posso solo ripetere che mi appariva pérfettamente chiara e, nelle sue linee princi­ pali, già formata: richiedeva solo un lavoro di sviluppo e rifinitura. Un paio di giorni dopo, quando vi ritornai sopra per farlo, la chiave, la « trouvaille » di quel discor­ so - il Significante che lo marcava - era totalmente scomparsa. Dovrei dire meglio: non era scomparsa, si era cancellata lasciando tuttavia qualche cosa di sé, una forma cava, il segno della propria sottrazione, la pro­ pria beanza. L'episodio certo è banale e di pratica comune: il 32

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