Il piccolo Hans - III - n. 11 - luglio-settembre 1976

zione deMa funzione dell'io» nel bambino nell'età che va ,dai sei mesi fino ai dioiotto mesi. ·« Questo ,sviluppo è vissuto come una dialettica tem­ pornle ohe in modo decisivo proietta in storia la for­ mazione dell'individuo». E perché non si pl"Oietti in storia ciò che stori , a non è, la parola « ,stadio» deve essere intesa come momento topico piuttosto che gene­ tico nella pl"Oiezione retroattiva (après coup) della « storia» del soggetto. Infatti Laoan ,sottolinea ripetu­ tamente che non si tmtta di un semplice momento di sviluppo ma che piuttosto « Lo stadio dello specchio» costituisce un momento es e mplare che « dà la regola di ripartizione fra immaginario e simbolico» ,(p. 64) e segna l'alienazione fa-riducibile de1la funzione dell'io nel misconoscimento che fo oaratterizza. Lo stadio dello specchio paTte daH'osservazione del comportamenrto infantile di fronte 1 aH'immagine propria riflessa nello specchio, ,l'immagine specubre. La psiico­ logia comparata, 1e la psicologia comportam e ntistica avevano osservato questo momento, Lacan cita Kohler e Baldwin e si può ['iandare ad altre antecedenti osser­ vazioni in campo psicologico centrate sul sistema per­ cezion�coscienza (Wallon, P , reyer, ecc.), osservazioni di cui il lavol"O di E. Funari (« Lo specchio, l'dmmagine e ,l'altro», in « Il piccolo Hans», n. 10) dà ampia testi­ monianz.a. Tut t avia per Lacan l'osservazione non si situa né a livello dell'inrtersoggettività, che è quello psicolo­ gico, né al livello di quel principio dell'attività psichica che tenderebbe a ['appres e ntarsi , lo stato «reale» del mondo esterno con il nome di « principio di realtà»; per Lacan 1o stadio dello specchio è più la drammatiz­ zazione ,di una alienazione fondamentale in cui si costi­ tuisce l'Urbilt, 1a formazione originaria coeva al sorgere della funzione dell'io, che !llon , la fase identificatoria in cui il soggetto primitivo si costituisce in unità di fronte all'immagine propria. 87

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