Il piccolo Hans - III - n. 11 - luglio-settembre 1976
Romiti o le articolazioni del vedere Il presente intervento sulla pittura di Sergio Romiti, internamente sollecitato (per così dire) dalla grande mostra antologica che il Comune di Bologna ha recen temente dedicato all'artista nella Galleria d'Arte Mo derna della città, risponde al desiderio di portare - proveniente da altri campi di frequentazione mentale - un contributo di conoscenza, per modesto e minimo che sia. a un'esperienza dell'arte che, come ogni esperienza di carattere vitale e, per ciò stesso, plenario che sia lì consumata, presume confini più vasti di quelli che nor malmente le vengono assegnati. L'excursus, a parte subjecti, fuori dal recinto (extra moenia), potrebbe così giustificarsi nell'esorbitanza stessa del testo pittorico. Senonché, sempre in analogia con le altre esperienze cui si è alluso, i confini, anche nel nostro caso, risultano travalicati non tanto per commistione dei mezzi (esempio paradigmatico, per quasi tutte le arti, 11 surrealismo), quanto per il contrario: e cioè per la concentrazione dell'operatore sulla strumentalità stessa - pura, non finalizzata - del proprio fare specifico. L'espansione (l'estensione) dell'esperienza pittorica o, se si vuole, il passaggio dalla pittura al conoscere, si attua tramite un movimento inverso rispetto a quello che l'effetto presume, in quanto vede l'interessato spingersi sempre 27
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