Pensiero e Volontà - anno II - n. 10 - 1 settembre 1925
218 PENSIERO E VOLONTA' hanno, malgrado gli, inconveim'enti che loro ne derivano. Ma l'idealista che combatte contro ogni privilegio perchè lo crede un male, ten, de a distruggerlo perchè fonte di mali e non perohè i mali colpiscono questa' piuttosto ohe quella categoria di persone; e' cerca di evi– ta.re o riparare ai suoi cattivi effetti per il bene cli tutti o del magg1or numero possibile. L'ideale è che non vi sian più privilegiati nè ,diseredati: e non che questi prendano il posto dei primi e vfoeversa. Ecco perchè se anche oggi per caso viene in luce una ingiustizia di particolare gravità a danno di uno appartenente alla classe o ca· sta i:rivilegiata, cç,~oro che si sono consacrati alla cura degli opI,ressi si sentono subito in spirito e quasi automatica:mente al suo fianco e provano per lui un senso di simpati. 1 a e soli– darietà. Basti ricordare, per esempio, come sécfalisti ed anarchici si schierarono per la causa di Dreyfus ilil Francia, e come in Ita,. .lia fossero quasi i soli a tempo del processo Murri a far udire la propria voce coliltro la geldra dei moralisti falsi e da strapazzo che d'una grave tragedia famigliare profittarono per inferocire fino all' ingi ustizict. peggior0 contro degli s1 :entura.ti R-1 solo scopo di insoz– zare un nome. caro alla scienza e benemerito de1l'umanità, ma eretico di :fronte alla Chiesa. Se i seguaci dell'ideale socialista od anar– chico nell'attuale conflitto delle olassi schie– ransi con la classe operaia e fanno proprie le rivepdicaziooi del proletariato, è perchè queste rivendicazioni sono giuste, è perchè la classe operaia è quella che soffre di più dell'ingiu– stizia sociale, perchè la loro- oppressione eco– n0mica è una delle man1'festazioni e cause rpag– giori di tale ingiustizia, ed inoltre (ragione ben comprensibile <li opportuni'tà.) perchè i lavoratori sono ~pinti dai loro bisogni e soÌ– ferenze a fare in maggior numero causa co– mune con coloro che alzano una bandiera di libertà e, di giustjzia contro l'attuale ordine d1 cose. Ma l'ideale per cui essi combattono ~ un ideale umano, generale, non uo~ semplice rivendicazione di classe. L'ideale per ua natura è universale; ed ogni qual vblta gli si v:uole imporre confini o limiti {di classe, di nazione o di gruJ:po), ei mooopolizzarlo per una sola categoria di u~ mini, lo s~ uccide. *** Frà coloro che sono séesi in campo, nell'ago- ne politico-so'.ciale, per .propugnare un rìnno– '\iamento .della società nel senso di una mag- giore giustizia vi s~mo stati, per un Iun.go periodo di tempo, di quelli che ·ostentava,no · noncuranza. e disprezzo per le ideologie. «· Di– ritto, giust1'zia, libertà, tratellanza, umanità,. patria, individuo... parole vuote di senso I >► e~sì diceva~o : « di vero non c'è che l'interess& economico della classe, da cui deriva e dii:en– de tutto 11 resto »: Questo non impediva a molti che ciò soste- · nevano di agire nella lotta, e spesse, di parla- re (specie 'nelle ·occasioni dì' grande commozio- n<' generole) come se la teoria classìsta ed eco– nomisti ca di -cui facevan pompa se la fossero dimenticata. Essi mostravano un entusiasmo,. un disililteresse,. uno spirito di sacrificio, uno slancio avveniristico cosl noncurante degli ititerei:;si ccntingenti, ch'era tutto un omag- . • gio a quelle che in altri momenti deridevano s9tto il nome di vuote astrazioni. Ma intanto la. loro predicazione teoretica; che riduce~& tutte le aspi'razioni e le lotte umane ad un freddo conflitto d'ililteressi economici, eserci– tava una triste ii;i.fluenza sugli altri, specie– sulle nuove generazioni e contribuiva ad ina– ridire in esse le più vive sorgenti dell'entu • siasmo e dell'eroismo. Di tutto ciò avevano comincfato a renderMi conto, fin da prima della guerra ultima, pn. recchi di quelli• che più avevano la responsabi· lità d'àver diffu!:18,una mentali'tà cosl erronea. ed una psicologia cosl deleteria, e cioè i rifor– misti del socialismo ed i sindaca-listi dell'ope– raismo rivoluzionario. Alcuni di loro, preoc- cupati dello scetti'cismo dilagante e visto che la- mol1a utilitaria non era più sufficiente, a rendere battagliero il proletariato e ad evitar– ne le sconfitte, levarono alta la voce i:er un ritorno all'idealismo. « Occorre - scriveva Tullio Oolucci in una serie di articoli della Oritìca 'Sociale di Mìi'la– no, che poi furon raccoltì in opuscolo (1) - che non sia più oltre confuso 11 relativo con l'assoluto, il movimento proletario con l'idea~ lis71foetico, che è in noi, è nostro valore inter– no, e -':!,ovrasta e involge e dirige e modera e coordina e accende di bellezza il vario e baB.JJ.O ,intrecciarsi degli eg,oismi. Non tutto ciò che fa il proletariato, 0 si fa li'n nome di esso, è degno di esser fatto o, più ancora, è degno del socialismo.:•. H socialismo è l'involucro idea– le ed etico, l'atmosfera umanistica, in ,·cl.1,Ì il prolatariato si muove; in cui solo può com– battere, la sua pi'ù grande, più bella, più · buon.a, batt~glia ... ». (1) T. Courcc1 - Dal t:ecc· io al nuovo Sociali8mo - Soe editric'e ·"Avanti,, Milano, -1912.
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