Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931

Ritratto di Paòlo Lioy 22.l ch'ella morisse in te e con te? Bell'azione prostituire nelle vetrine dei'librai quel nome santo e pudico! M'hai fatto mafodlre la stampa! SE' non fosse per essa, il tuo manoscritto io te l'avrei rapito nella mia memoria, dopo avervi eretto un tempio a colei che ora è sulle labbr~ di tutti, discussa, ammirata, letta. Letta Miranda! F. un orrore, un sacrilegio. E mi pare vederla, 2 quella soave manina fedele diventa più e più fredda anche dopo morta, e a te che l'hai tolta alla sua divina : oscurità, vien dicendo : Tu che fai i Non mi toccar, né il meriti, né giova. Tace il mio core, e tu il vnoi desto ancora, E ancor da te, -da te, da te spezzato. Con entusiasmo e con dispetto Nel proemio a Vcilsolda si legge: il tuo Lioy. Quando pubblicai ,lfira,nda, mi si rimproverò, a ragione, d'aver gettato alle vetrine il segreto di un cuore venerando di donna. Alludeva, l'autore, alla letterina di Lioy che qui si pubblica la prima volta? Non che lo scherzo fosse preso sul serio. Ma insomma scommetter ei che a l Fogazzaro tornasse più gradito l'elogio del buon Arnaldo J? usina.to, il quale scriveva da Roma, il 4 giugno del '74: Lessi tutto d'un fiato il prezioso v0lumetto, e quando v'avrò detto <"hemi fece piangere come una ragazza di sedici anni v'avrò detto tutto. L'inedito, come quello del Lioy, era tra le ca,rte del compianto Se– bastiano Rumor, r, vi lessi pure della signora Erminia Fuà Fusinato, ridesta avanti ] 'alba, per riprendere il poemetto fogazzariano cadutole sulle coltri a notte fonda, e terminare la lettura con tan_to di lucciconi anche lei. - Quando il Lioy la.. vide la prima volta, da Rtuàente, duran.te una gita sugli Buganei, a.d Arquà-Petrarca, la Fuà era an~ora, una « b ellissima giovinett'a appena sedkenn,e, dai lunghi capelli biondi, dagli occhi soavi, dall'aspetto ,ifolgoraute entusiasmo e poesia». Il ritratto, romantico, ha, nella deliziosa pagina dello scrittarello autobiografico del Lioy inti– tolato Un compagno d,i scuola, questo complemento: Nell'albo della casa del Petrarca, la sua piccola mano bianchissima avea scritto: Non al oantor de' bei carmi d'amore, Ma a Lui che Italia mia cantava un giorno Rendo commossa io pur culto ed onore. S'era tra il '48 e il '59. Figuratevi Lioy, patriota e liberale fin dai primissimi anni. Vuol esserle presentato. E (beati tempi!) la giovinetta risponde: D'una lontana luccioletta i rai Ti sembrano talor stelle lucenti, Ma se afferrarla nel suo vol tu tenti Povero insetto nella man t'avrai. BibliotecaGino Bianco

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