Pattuglia - anno II - n. 3-4 - gen.-feb. 1943

burv cli K.t•rmess,• <•roic<1, all'cccezionult.• sonimp1•c~siont: dello \'Oce della vect.·h;n <.·nntanlc !,UI pro1>rio elisco in Pepé le .\follo, al 1>ianino infine, che 1,tloriosumcnt(.> 1>assa uUraverso i film di Cluir, Du, I\ icr, Sante) ccc. sempre con nuo,c si~nitie;n?.ioni. f: ancor<1 surehbcro du rico1·darc il battito dclln chi11\l' sul tubo. che dhcntn milr11gliatricc in Trt1gecliu J,,fh, ,\li,iiera, la carrucolo cht.~ di,·cnta n1usic•n in Fossa degli Angc,/' il famoso cun-l:un di Atllmticle-, il monnJoµ:o interiore di Str(l110 inlerluclio o, meglio, di /)ditto sen:,, passione, e lutti ((Ue~li altri esempi ciascuno potr.\ ritrovare da sè. nella JH'opr-iR memoria. 4' ,-\:.incrunismo •· è detto. ed io ricordo in un banalissimo film che nes- :,unu storin ,tel cincmri citerà moi, un esempio ~in,:tolnre. Alt•uni c1-1rri nrnwti partono per mnno, re al suono di una piceola bimdn militare. Passano sull(l :..chermo le rjgurc dei suonatori che si ;1ffonnono a soffiare- nei loro strumenti. ma hl l'Ol1,nnu sonortt rc~isti:~1 solo l'n:..· sorduntc rmnorc clei carri. I carri partono tutti men,, uno d1e non riesr.:c ;J rnctll'rsi in marciu. Il rumore dissoh·c :..ulla b.incln che orn scoppia frap:orose - musica per so1·di sullo figurn del carrista eh<: non riesce 11 rnctte1·c in moto In sun ma<:chinu, \dio stesso rilm due ntguue osser- , ano :1Jla finestra qualcuno che si allontuna. Lu uomo spint.o da una bizznrrn gclo~iu Hl n •mettersi a. sedet'c di spalle sul d,H a1unl(' della finestra, c<l nprc le hrnccin per impedire la vista alle fanciulle. Le fonciulk si spostano facendo ,-upolino l' ]'uomo sposta le brnccin corrispondentemente. Una banale situazione. che però solo la macchinn da 1>rcsa pote, tt ,,('derc e rendere nclln sua s,•hcmnticn espressivitò. Da "Pescatori di balene" di Anders Herikson 1n <1ucsti cluc semplici esempi C ciò che mancu ai nostri film: funbsia c senso del cinema: lu coscicnw che macchina du preso C' microfono non sono ,•icchi strumenti di l'iproduzione, ma che mo.echino dn presa e microfono dc"ono H<lcre lu rcalti1 du un particolare punto di , i~tu. Ch<' se poi si volesse cs- ~crt•, come si suol dire, più rcalist.i del re, e richiamarsi aUa pura poesiu delle immagini. è ancora Clnfr che con uno dei suoi bizzarri paradossi ci rid1i11111:1 nl buon senso: cinema e teatro rnµ,::iunf,?:Ono i propri mezzi <1utmclo un sordo a cinematogrnFo e un cicc.,o u tentro riescono tuttavia a gustare lo maµµior 1rnrte dello spettacolo. Xclla praticu oggi si prcn<k- un qunlsiasi successo librario o teatrale e lo si ., tn,ducc .. sullo schermo. Error<': lu mocchinu da presu non tra-, duce: crea. S1 cerca di interpretare il cosidetto gusto del pubblico a1>prontando combinazioni di allori ed attrici più o meno p0polari. Erl'ore ancor11: la crenzionr di personaggi vi\'i sullo sd1ermo non ha nulla a che vedere <:On Ju fotografia del vivo [onnato gabincltO, e dell'nrte personalissimo, afferm,,nu i rnri urfici stampa - della stella graU alh· platee. Si solleticano nel più perriclo modo i sentimenti del pubblico, provocondo l'apertura della più fncile rnlvoletta del cuore e delle lucrimt·. \•la l'arte, ha detto giustamente Chiarini, non ha nulla a che vedere coi dispia<·eri di famiglia, mentre Hebbel arrcrmaHt a proposito di pittura: il tuo quadro mi fa piangere, mn ne sei tu contento? Chi piange non può ve• etere! ... Condanno implicita ed esplidtn alle \.'urie lamentazioni di Butte1·- rly, cd allo stesso film di guerra (ceco un urgomento che meriterebbe una sana diseus~ione) quando in cattivo fede, contando sull'umana emotività dello spetfatorc, lo si costruisca sullo scheletro della più banale rettorica. /imito alle immagini! Ricbìamo cioè nlla teènicn e agli artisti: pcrchè quelli che fanno professione di cinema trovino pochi minuti per sfogliare une rnccolt11 ili ,·cechi fotogrammi, o qualche ora eia passare in gioiosa contemplazione dei a: classici •• dn Vidor a Cloir dn Slroheim a Hcnoir. Ogni più distratto spettatore delle serate retrospettive variamente organizzate dai Cinegul hn avuto modo di osserva.re la torza dell'immagine cinematograficamente intesa. Invito ttgli artisti, ma sopratutto richiamò ai giovani, perché i numerosissimi gio"ani che oggi uflluisco-- no nella nostra industria, si preoccupino un po' meno di persuadere il produttore <l'essei· capaci di girare un film in quaranta giorni - esterni compresi - e w1 po' più di avere qualche cosa di -: cinematoµrnlico ,. do raccontare. //1,f\',11'0 MA l' :Jmma()Jini V J ~it'.!le mui chie~li ~e è c~ulla In dcnominnzione che i rratclli Lumiùn.• hann<, dato all~• selt...ima arte? Ln parola è stato accettata dtt tutti, è stata poi nbbreviatu, e non una ,olt11 sola. i\la i.· unu brutta parolu egunlmente. Inesatto, per di più. Kinemu • Graphein. Già: descrizione del movimento. Un po' poco, in vero. Agli inizi - bisognu ,ommettc1•(' H · cincmn ni rratclli Lumièrc non· potevo apparire artro che questo. Inventori furono. Pretendere che fossero nnche proreti è pretesa eccessiva. Come quei bambini i c1uiili, c1mrndo si trovano h·a le ..mani c1urilchc strumento di uso per loro mistc1~ioso, gli uUibiano un nome strambo ~ a1>prossimativo, cosi i LumiCre dinanzi n quell'ap1>arecd1ictto eia loro inventalo, considerat·ono che effettivamente esso se,, viv1;1 a mcruvigliu a riprodu.rrc unu azione in mo,•imcnto. f. si nccontentarono di <1ucsto. Che do <1uell'apparccchietto potesse saltur fuori •un'arte (gil1 tante ce n'eruno; pcrchè aggiun~('r1w un'altra?) non 1>ensurono nepputt·. F. nasce il +.cinenrntographc:.., descrittore del movimento. Nessuno, però, neppur dopo che l'tu-- tc rilmica era gi{, nata, pensò che csiste,,a da tempo immemorabile u.ru1 parola che migliore non poteva essere per esprimere, computamentc, il signiricato ed il valore di essa arte nuovu. La. parola è - nessuno lo inum1gim1? - teatro. L'etimo è semplice, chia, rissiino: theoomaj, "edere. Arte <lellu visione, ecco Lutto. ( «Theatron• è il luogo in cui si vede, in cui si assiste ad uno spettocolo; e spettacolo (; paroli.1 cli etimo allinc, ma è s·tata jntesn in senso più generico). Peccato tutLa,·i.u che questo parolu - teatro già serve ad indicare lUl'altrn arte, antugonista uddirittura del cinema, con i suoi propri mezzi espressivi e bene cli"ersi. L'antico ignoto coniatore dellu parolu teatro ha sbagliato. egli corno i rrntelli Lumiè1·c. .. Che di qui \'enga tunla conrusionc che si è fa'tita. e si ra. tru queste ducRrti? (Si pronunci comunque cinenrn muntencnclo l'M:ccnto del Kinem(1 greco). Questo numero , uole essere, come sa1:>et,e, un mvito alle immagini. Ossia un in"ito al cinema cssenziulc. ol cinema •puro». Se \'olct.c, al cinema cinematografico. Molti hunno storto il nuso. indignati qunsi di un simil<' plconnsma. Diciumo t1llor,1: cinema , isivo. l.u Fohdazione Ruffilli - Forlì dt FERNALDO DI GIAMMATTEO Duluc, in un soggio che su queste stesse pa~ine , itnc pubblicuto, arrermo che anche questo potrù divenire un plconn.sma. Ora non lo è. Precisiamo: dovrU di,(mire un pleonasmo, se vogliamo che il cinemu mantenga i suoi caratteri precipui di arte esattamente inclivi<lunta e totulmenlc valida, se vogliamo, in dcfinit.ivu, che il cinemu continui u,I essere, nella acce- .1,ione pili semplice. 11m t>iù cUicicntc. àl'te. Ma non è questo, prccjsumente. il discorso che intendo tare. Ilo scritto 1,il1 su .:cinema puro•. Potr1l affacciarsi in qunlcuno il dubbio che parlando di «:cinemu puro» si voglia rifare il discorso .su ciò che, in generale, è «l'ortc purir• Vediamo. fisima o non risima chesi consfrlcri il concetto di «urte ()uro,. lrn sempre, fondamentalmente. un suo sostralo di validitil. t. noch•o, incoerçntc soproltutto con il ,ero giudizio cstctico 1 l'estremo dell'urte pura olle ultime consc~•\U~nzc, dell'ort.c per l'ark-, del vacuo fo1·malismo fine 11 se stesso. Ma è :,ccettabilissimn l'a.ffermozionc di arte pura, in <1uanto urte non a Lesi, o meglio di arte in cui la tesi, o <1ualsiasi presupposto extraestetico (o meglio ancora: ogni tesi ed ogni presupposto come ,·alore di «contenuto•, termine giù estetico. in tal modo incljspensabilc e connaturato) si dissolve e iJi annulln in quanto semplicemente tole cd assurge a,1 unità sul piano lirico cmotho. .-\rte pura. allora: arte -..era. t: quando diciumo cincmu puro vogl i omo dire questo? Questo ccrt1unenlc, ma non soltanto questo. A1wi il comune signiricato che si dà all'espressione è, apparentemente, diverso. La comune opinione vuole - e noi siamo concordi, concor<lissimi - che cinema puro significhi, essenzialmente, cinema che si vè..le dei suoi propri insostituibili e inconfondibili mezzi espressivi". V'è affoiitil fra <1uesto e ciò che si è detto a proposito dell'arte pura? E:nh-a in gioco il fattore cosidctto dello «tecnica•. Molto tem1>0 ra, jn un articolo su di lavoTo» di Genova, avevo prospettato alcuni dei problemi che sorgevano dall'estensfrità del significalo .di questo concetto, riferendomi ad uno studio .sull'nrgomcnto di Gaetano Della Volpe. E: indubbio che molto ~i è esteso, nei tempi ultimi - e proprio l>er merito del cinema il signHicuto e quindi il v.-lorl' di tecnicu. Tecnica ooncepiu, come plas1naturn derinitivu, ed uni,ocH di un «contenuto•. Tecnica come. e più di mezzo espressi\:O. Tecnica quindi non solo - 'è ovvio - come elemento diverso e caratteristico in o~ni sin,-::olo orte, mu come 1>ecu1htrit.\ basilare, unica di ogni arte. I.a piUuru (· nrte pcrchè hu una tecnica pittorica, il cinema C arlc pcrchè ha una tecnico cinematografica. · 'otisi che come potrebbe sembrare non si J>l'Csuppone un «contenuto• comune per tutte le arti. Tecnicn i:, già prcsu di p0sizionc e scelta cli fronto a «contenuti•, resi per questo tipici. Si giunge a concepire la tcenìcu come elemento creatore di arte. eomc unico elemento che abbia lu possibilitù e h.1 forz.:1 di pli1smnre e di innalzare ltt mntcria amol'fo. non ancorn differenziata. (Nella accc;,,io1u,• uuuuin, nei rigu:wdi dell'artista, ht tecnica corrispondo allo stile). ~asce di <1ui In «concordin discurs"', l..1 unitù nelle dirferenzc. Tecnic~, è si il basilare elemento creante di ogni arte, mn è pure il valore più alto e generale dell'1n-tc, dcll'nrte unn. t-:lcmento diFFerenziirnte, nrn nnche elcmcnt(, unico, unitiì esso ste~so, unitù d'arlc, Arte, se vogliamo dire r1ncoru. pura. f: pura perchè si dFà e pOg,:t:in su un elemento unitario di lccnicn, gcne1·almentc e singolarmente, valido. [I concetto. uel cnmmino inverso del ragionamento. sj spc<'ific·u. E :illol"a si compreridel':1 come• l'cs1>ressionc •cinema pul'O•. con i suoi mezzi espressivi, di più: con 1..i sua tecnica, non si{1 so~tanzit1lmcnte diversa dnll'cspressiont' «nrtc pu1•0,.. Il cinema puro non può esse1·e altro cl1e quello, nellu sua essenzn, "isivo. Il e memu <.·orne artE- non può essere che <1uello. Tutto qucslo surù ulteriormen~ da meditare e du approfondire; nellu linea schemnticu 1·imango fermo alle affermazioni suddette. •linl'mH ,isi,o• di,crrà. do,riì dhe.- nire un pleonosmu. Anche «cinemu arte• do,-rù di,cnirc un pleo1wsmu. Con Lr1 l)ulac si puù q(1i ripetere che pl.eonasmti non i.• rincora. . .. Consentitemi un'altru notu Filologica. \llonelli l' molti altl"i hanno propo• .sto l'abolizione delln pnrola film e ht suu sostituzione con pellicola. Ora, tuie sostil"uzionc non è 1>iù possibile, chi· l'unico concetto, il quale con entrambe le parole si pote"a primo rendere, si C sdoppiato: da unn parte pellicofo è il semplice m1stro di celluloide. sensibile; doll'altrH film è l'opera <l'arte, tenlizzata. Manteninmo quindi accunto n film, pel/icolo, e cerchiamo di Jlon usure mai l'una per l'a1tra, o viceversa. I·: film rimanga indeclinabile. f. nun si cerchi di italianizzarlo, orribilmente, in film€' od in filmo. Come c'è sport. nelh, . lingua italiana. può èssc1·ci, d'e. lezione, anche film, senza che nessuno abbia tt scnndalizzersi. . . . Queste nole honno il solo scopo dt portare un contributo, possibilmenLe non peregrino, a questo « invito alle immagini•1 rivolto da Aristarco e Jl.onchi o tutti quelli che si. occu1>ano dell't1.rtc cincmatogrnfic,1, un invito che deve essere - e sar:ì - accolto sopral..- tutto "da quclJi che, in questi tempi di Filmica mediocrità, hanno iJ corogf?iO la serietà e la costanza di occuparsene e di rame oggetto cli studio e cli la,·oro. Degli altri. in fondo, non ci curiamo. Come tutt.i i giovani siamo oltranzisti. Abbiamo scelto unti 1>osizionc, su di essu rimarremo. E se evoluzione in noi il buon Dio , orn\ che ci si.a, sarò partendo da essa. Almeno la nostra buono fede non (: smentibile. Questo c'interesso. Ecco pcrchè questo numero, oltre ad essere un atto di fede, è un programma e, se In parola llOn suonasse tToppo solenne per queste cose modestissime, una hattagliu. Ff:flNAU)O DI Gl1IM.ll1f'/'TIW

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