Pattuglia - anno II - n. 2 - dicembre 1942

BIROLLI: ROSA TRA I GIRASOLI A BlllA \110 riprC'so questo \'Olume, uscito ornrni eia più di un onno, (Bini: «:Birolli.., - Ed. Corrente), per l'interesse che presenta partic,olarmenlc nei confronti delle ultime opere e generalmente nella storia completa del pittore, interesse che la nota di Bini individua e coordina sulla guida di numerose e nitide illustrazioni. Bisogna partire proprio dalla prima tamia, da quel «S. Zeno», dove Verona - e sarà la stessa evocazione di Birolli, nello Scritto «Città con riferimento alPamorc»: «ed è senza amiCJ, senza parenti, senza memorie, senza mio padre al Cirnitet·o e proprio tutto ciò non saprei dove rint.racciarlo, se non più avanti cli me, lt1 dove la cittù, idcntilicandosi con la mia vita, mi attende argentea di mito» -, è presente, identificata con la vita - sarà necessar~a ora ricordare la statua del «S. Zeno che ride•? - quasi per ricordarci che la sua pittura è legata e coinvolta aJ destino degli uomini, della città: al clcsiino · insomma, ( •per In validità di un'opera, cui le ragioni del sentimento e della storia esprimono la vocazione delle forme alla scoperta del nostro destfoo» ). Su questa «scoperta», Birolli ci appare impegnato con una [orza e uh vigore che lentamente andranno liberandolo e purificandolo: lento ·e lungo lavoro dunque che merito.'"'di essere seguHo da vicino, accompagnato. ~cl « S. Zeno», l'immagine è evoeatn con un contrnppunlo compositivo, dove il chiaro arabesco riesce palesemente applicato, come del resto tutto il tessuto cromatico di c1uesto quadro e di quelli dello stesso anno. t chiara nelle prime opere la resistenza ofreha dall'oggetto al colore, per cui la materia anzichè riuscire eh.ira e affaticata, si allarga e cliSordina1 mentre In violenza, peraltro dolce e morbida, riduce e limit.a il risultato. L'infoltirsi poi dei rnoth•i culturali non ancora a fondo scontati. e c1uindi sufIicenternente purificati - in Birolli si potrà sempre riscontrare una presen:a culturale -, e le frequenti allusioni ciel linguaggio rendono spezzato e indeciso il ritmo della composizione. Ma per un approfondimento e una valorizzazione completa del colore era pur necessario che Birolli arrischiasse Ja vertigine. Nella sun foga cromatica comincia ad infiltrarsi con insostenibile malizia la magia. Cosi di magia del colore, tentato proprio come per una amorosa operazione necessaria n staBIROLLI: IL SOONO DI ZENO Nota a bilirc l'esatta realizzazione del clC"stino sognato degli oggetti, ci sarà fucile paylarc per il «T<"ISSÌ1·osso• e «Cittù degli studi», del '32, o per il cCincceo• cl,c è del '33, dove una luna dolcissimn calma i furori delle donne perdute. Ed è consolante \'edere oggi con quanto impegno e foga Birolli si sin buttato nella dolce dannazione di questa esperienza, rinunciando perfino r 1l'llSSunto totale ciel quadro pc1· inseguire disperatamente le minime vibr~12ioni del colore e sprofondarvisi. Qui Bi.rolli ha veramente superato l'impressionismo, e con •Colcmbc al trumonto», «Eldorado» e qualche ;,__ltro Birolli paesaggio, ci ha consegnalo alcuni elci l'isultat.i più memorabili dell'arte di quegli anni. Hientrano in questo giro di esperienze le «Metamorfosi», mu un sentore di gioco insistito ce le rendono giù gratuite. Le tele sopra 1·ico1·<late sono del '35, c1ucsti disegni del '36, e del '36 è 1mrc «Il caos», dove l'ossessione, a cul allude il Oini. è al lutto letteraria, , orrcmmo quusi dire, esterna. Esigeva il e-olore, ora che era stata supcruta ln violenza dell'oggetto, una t:ombustione della materia tratlenuta in un se, ero ritmo com1>ositivo e non urtata e disordinatamente dispersa, una combustione che fosse plncata in mo, iBIROLLI: S. ZENO F~ndazione Ruffilli - Forlì BIROLLI : 0/NECEO menti più C'nlmi e densi. Forzando il signifi.cato - o forse interpretando esaitnmcnte una situazione personalissima - il periodo del colore-magico per Uirolli era stato una soluzione anticipata e come tale quindi affrettata, un eccellente - per noi - rallimcnto - per lui. Il destino degli oggetti volc,,a essere ucquistato mediante un lavoro più cal• • mo, in cui I' intcltcuo fosse clin•ttamcntc applicato: al punto di perdersi, quando cioè la tentazione ad abbandonarvisi era più suadente - Le « Metamorfosi • segnano forse In massima concessione all' im·ito - Birolli s'è riscattato, hn diretto la ricerca su un piano più severo e soJennc. Il colore ottiene ogni \'Olla nuovi vnlori, reperibili nei di\'Crsi riscontri compositivi, e le modulazioni, orche!-trandosi, si affinano su passaggi flcnsì e sicuri, senza clamori ma anche senza tremiti e scarti. Il quadro è affrontalo con coraggio ma con calma: il destino rintracciato e seguito mediante un hH'Ol'O intcrnmcnte operato sulla tela, con atlcnzionc e intelligenza. I f\Omi di Cezannl', Van Gogh e Gauguin, sono riassunti e tradotti nei suoi quadri in una sintassi pittorica inedita, pregnn di sviluppì e interessi. C"na maniera larga si inaugura e attraverso numerosi 1 notevoli esempi, arriviamo ulle due tele ma$simc di Birolli: i rih·atti della «Mudre• e di <dlosn». Qui l'accensione è così riposata e solida dn determinare nella compotizione un forgo: il colore si dcterminn in zone esattissime. dove infine sarà. veramente importante e essenziale scoprire il destino degli oggetti, la comunicazione con gli uomini. Ma un nuo"o pericolo era appena al di là, un attimo, ecco, da questa pittura: bastava sorpas~arla o non trovarvisi con grazia costtintc e profondo perchè l'incrinatura si apt·isse. Al nostro sereno giudizio spetta orn dovC'rla constatare: già il tanto famoso «Gineceo» - quantunque splendida pittura - denunciava una fiacchezza, una energia riposata; le tele poi che lo seguiranno murchcranno ancora maggiormente <1uesta munche,·olezza. S'attende ora che 13i1·olli si <lisincunli, che. un'altra \'Olta si riscatti: afrinchè il destino degli oggetti non divc-n2a mera gratuità, aUinchè rimangn intero ecl esatto: totale; comC' la vita, ceco. come l'uomo. GIAN/\"/ TESTO/O

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