Pattuglia - anno I - n. 8 - giugno 1942

SCOPIDI "·{Jl\ìll-~•Rlll:OI.UZIOl\IE .A_ rileggere il primo 'progr&tnma la- più ,1 dinamico, più màturo sistema di scista lanciato nell'autunno del I direzione burocrotica, amministrativa, 1919 ci colpisce - in quella sobrietà produttiva. Nccesrità di una più CO• di proposiz.ioni aderenti od uo sistema sciente, più lievitato Rolilicamcnte mn8• di valutare cose ed uomini in termini Sa di elementi ai quali attingere per le di netto realismo - lR chiara pcrcezio-' funJioni dirclt.he e sui quali fare atrine del problema londamcntal~ di quello <lomento come su uno aristocratica spina e anche di questa nostro ora. Il cosi- i dorsale dello Nazi';>ne. t du.n.que fnldctto problema dei qundt·i. ~ lita la proposizione preliminare del Ci colpisce trovnre il riconoscù:ncn- prògramma rivolu.zionario? to di questa necessitò. non tanto per , E: tToppo facile accusare di falliil fatto in sè, quanto pcrchè esso non è mento "quando Jc mete che ci si sono confuso nella ganga dei desideri, delle preposte sono cosi generose, cosi vaste, intenzioni, delle deprecazioni nelle qua- di una tale « scçolarit.à • dn lasciurc li. ogni progrommn - ed anche quel- scontare in partenza la loro imperfetto lo Fascista iniziale - è condotto di realizzazione onchC" a distanza di qualsolit;o u dare un Ub'llnle s,•iluppo a lutti che decennio. Cosi non è stato certai singoli lineamenti clcllu silunzionc. mente senza rilievo ciò che dall'educaAnzi Jo tro\'iomo espresso come la pre- zio,nc e dallo rieducazione foscista è giudiziale fondamentale di ogni ulte- stnto operato sull'anima nozionnle anche tiore politica nazionale. se si sia fotto fronte piuttosto a sinIn tale programmo, infntti1 rilan- goli aspetti del problema della formncinvn In dichiarazione della necessità zione degli itnlinni, che ul problcmu di ri"nlulare in pieno il signifjcoto stesso totale tanto più che J'oC!lusso, della guerra e --la importanza dcli' in- proprio del nostro tempo, di tutti gli ter'"ento, lasciando ogni concreto pro- strati popolari al potere e olla respongrammnzionc nei vari compi dello poi~- snbilità dello vita nazionale, se rende tica itolinnn - coloniale, finanziaria, più .fertile In scelta dcgU clementi, alccc., - nl tempo nel quale si fosse larga all'infinito il compito della pre~ potuto di8porrc di una adeguato ed porozione dei quadri, Focendolo combuidonea classe dirigente. · ciare con c1ucllo dell'intera educazione La rivalutazione del tutto ~ guerra • nozionale. Più locile pole"n essere _ rimane"n cosi ipso /lieto come Jo so- almeno in teoria - agire in profondità stanziale corotteristica di un mo"imento su una omogenea categoria sociale _ la teso allo scelta - e forse non solo borghesia, la aristocrazia storica - che alla scelta, ma alla formazione - di non affrontare l'enorme mossa di tutto nuovi cruudri organizzoti"i dello 1a- il popolo. zionc. Noi anzi aminmo \'edere in uno trasparizione ideale di tale valutazione oi tro"iru.no piuttosto che, nonodel fatto dinamico e spirituale dello slanle Ja fondamentale dichiarazione d'i• guerra, ln caratteristico princi1>nlc dj nizio che pare\'o affrancare la visione questo rno"imento che, pur movcndosi, del problema dei dirigenti dalle defor• come si conviene a uomini veri, nella mozioni dovute egli errori di prospetd~ra reulUt, è permeato cli idealismo, li"o provocati dall'influsso della erodi ,·olonlorismo, di un sentimento im- nnco sul.la noslTa visuale, la cronaca perialc che non è puro significazione stessa si è presa una rivincita nello storicn 1 mn è amplificnzione di un e.- applicazione concreto dello dichiaroziosallato stato d'animo individuale. ne medesimo. Perchè infatti, se è int naturale però dopo tutto questo dubbio che « rivalutazione della guerporsi uno domando. Come mai 1 cioè, ra • significa,a tidare in primo luogo non ostante l'a",,enutn rjvalutazionc Òel- sulle energie di quelle mosse giovo..ni lo spirito e nella lettera della nostro d'animi e di• forze sprèg ..iudicotc c;hc guerra t9J5-t8, il problema si ripro- avevano ratto quella guerra, è pure ponga· oggi nel pieno del secondo con•~ innegabile oggi che non ci si do,·e"a Clitto mondiale in termini di non atte- rermnre al limite storico di quel connuata grnvitù ed urgenza. Come moi, llitto, ma esso doveva essere inteso qualunque sia il campo dello nostra nel senso del valore ideale <leHo nost:rn indagine tesa a chiarire gli sposta- partecipazione alla conllagrazjonc intcrmcnt-i dei problemi collettivi del dopo nozionale. ~cl senso cioè che, essen-" guerra prossimo e i conseguenti appor- dosi l'Italia di propria "olontà e con ti che ci debbono allcnclcrc dagli indivi• coscienza dei propri gesti inserita al <lui, si finisce sempre n questo comu- centro ciel nodo delle competizioni monne sfocio: nccessitt\ di un più duttilC:, ci.iuli rendendosi protngonisto di sto• ANNO I· N. 8 GIUGNO 1942-XX PATTUGLIA POLITICA - ARTI . LETTERE PORLI' • S.de Littoria • Tal. 6011 Direttore , RENATO I O S S I Condir•ttor• , L I V I O F I A T T I WALTER.IONCHI • red•U. c•po re1pon~abile UN NUMERO L. 1,5 O 1mm.: Drfaari l. 15- fmi,ti U1im1itari l. 10 Dlatrlb. D. I. E. S. • P.u S. Pantaleo 3. ROMA PUIILICITA' 1 Ulllclo PultbUclt• • Propaganda • Via Jloma, 6 • 101.0CNA ANONIMA . AITJ GRAFICHE • BOLOCNA VIA CONSOl.ARE - Sez. Edit. C. U. F•. Forll PAOLO SILJMIANJ, Segretario d•l C. U. f. PRESIDENTE ? ria, essa si ero resa debitrice al mondo di un atteggiamento responsabile, clinr1mico, esemplare. Pertanto i giovani non dove"ano essere solo coloro che avc- _vano già combattuto la guerra armata, mo quanti si fossero dimostrati disposti ad assumere il loro posto in u_n tale programmo d'nzionc, di sacrifici, di gc• nerosità. Perciò quella dichiarazione importa la non pienamente attuata politica dei giovani. Politico dei giovani che può coincidere con queWeducnzionc nozionale in un gradino di primo livello, mo poi si dj[forenzin e diventa In politico della realizzazione della morale rascista che è per unu respon• sobilìlù, quindi per una gerarchio, quindi per una selezione. Morale che è per ciò per In formazione di una arislocrnzia volontario ad ogni genera• zionc. f~ ciò che nncorn non si è piena• mente ratto; per lo mc.no non lo si è {1ttto organicamente e secondo prinrfl>i uniformi. I~ ciò che dc,e essere in cimo olle nostre prcoccupnzfoni. 1tate po!it~cn, dei -gi~~nl)i, o della selez,onc, non può eSserc pienameòtc attuata dalla sola G.I.L., l'istituzione di Stato iQtCgrante pe-r i compiti politici, militari e , col)ettivi l'educazione dello r«miglia e dello Chiesa. Mo una , vera selezione non può es~erc operata io uno rase semplice che rimane di semplice prepara.zione. E noi pensiamo perciò che si debbano 8iudicnro i giovani nel terreno dello concreto cspe· rienza di lavoro, quando cominciano a portare il loro contributo al processo produtti\"O. 'oi pensiamo alla Corporozione - Jn Corporazione completa, nuovo, \'erlcbrn dell'organizzazione dcl 1 lo Stato e di quello .. del ln\"O• ro - come al naturale· terreno d'incontro dello Stato con le Forze delle nuo"c leve. Dopo una adeguala preparazione in quella scuola superiore che· do"rù diventare più degno di nUidnmenlo motroie e tccn:ioo" i gio\'nni delle carriere scientifiche o di quelle organizzative, debbono essere immersi negli organismi IL problema che ~i agito ne} giovani e dai gio\'ani, onnai da un po' di tempo e che dimostra delh:t loro vitalitù e della moturitò del loro pen• siero, se non di tutti, almeno dei miglio• ri, è appunto quello della ricerca e delPesnltnzione - dirci quasi dell'esasperazione - dei valori morali della Rivoluzione. Non C, come qunlcuno potrebbe superficialmente nUcrmare 1 un tentativo di paragonare o meglio di voler porre in contrasto il fattore rivoluzione col !attore etica, giacchò se una opposizione fra i due termini dovesse esistere o se ad essa si do"esse pen·enire, ciò snrebbe una prova dcll'amorolità' della llivoluzione, il che è precisamente H contrnrio della realtà e di ciò che n1ol essere dimostrato. li porre l'accento sul fatto morale di fronte al fatto ri"oluzione signilica pertanto non il voler giustificare, a posteriori ed a quolunque costo. ciò che è stato, ma piuttosto il voler ricercare il motivo e lo cousa dell'azione: nttre"erso il valore intrinseco di quelli trovare Jn giustificazione di questa. Tale sforzo rappresenta il nostro ri"i- ,·ere In lli"oluzione; e se esso ha potuto essere rcalizzata 1 Forse lo fu per un'csigenzn sentita alloi:o uttra"erso un' intuizione ed una sensibilità porticolnre-, mentre noi oggi arriviamo allo medesima esigenza attra\'erso un procedimento logico. Questo atteggiamento non deve e non può essere interpretato soltanto come di critica, ma al contrario esso rappresenta la rielaborazione dei motivi originari, oUinchè attraverso lo com• prensione della loro necessità possano venire raggiunte quelle mete di ordfoe morale cd interiore che la Rivoluzione non può non essersi ripromessa. Partendo eia presupposti morali per orrivnrc od uno scopo morale, la Ri"oluzione .non è nltTO che un mezzo per il raggiungimento di determinati lini; come tale essn non e c1uindi che un aspetto contingente, il quale non ha vita di per sè autonomu, ma che ripete la proprin ntlidità in un- contenuto a,·ente valore universale ed eterno. Noi potremo pertanto valutare la Ri\"olu• zionc come mezzo, mui come fine, mezzo che tcnla di realizzare compiulumcn,- le le mele propostesi i non potremo però considerurla avulso du esse, per sè stanle, in se stcssn a, ente i moti\'i produtti"o-sindacali, secondo sistemi \a• ri, tn modo che, passand!l per l'ultimo stadio della lO'ro concreto prel)arnzio• ne, comincino anche fi dare prova di .sè nei laboratori come negli uUici. nello direzione del personale, corno nclJ'at.tuazionc delle direttive <lit potenziamento delle. aziende. Noi che pensfa• mo alla grnnclc azienda corporali,·~ pensiamo anche che essn non è •realbzobiJe senza Jo disponibilità di adeguali ·c.iuaclri cli dirigenti. . Essendo il lavoro olla base dello nostra vita sociale, tali dirigenti costi• luiranno i ranghi anche della aristo· crozia morale. Sono questi i pensieri che ci '"engono a rilegge.re' un vocchio programmo. Vecchio d'anni mo sempre nuo,o perché In secolare necessità che lo ht1 ispiralo pcrmonc e pcrchè Jo spirito che allora lo detla\'U cd era di una minoranza si impone oggi coll}C norma di \'ita alla stragrande maggioranza nazionale. AIIMANDO IIAVAGUOU come uaio'bemo'bal che ne giustifichino la neccssarictl\. li ,·oler esaltare la Hi"oluzionc come Fine, ponendola in conh·asto od un altro Fine, quello morale, può essere nlleg• giumento di olc:uni che la Ri"oluzionc \'isscro soprotutlo come azione e non CO· me pensiero; il volerlo riconoscere come fine a se stessa in quanto cambiamento e reazione - priva di un \'Blore morale e perciò elerno su cui poggi - il ,·olerht erigere, interpret.nndola in tal senso, a sisLcma di ,•ilo e di go• \'Cr110 sta a significare unn incom• prcnsionc assoluta di essa, incomprensione grrwida di consegue~ze dannose e Fra l'oltre il dispregio di ogni legge morale e di ogni ordine costituito. Se questo allegginmento possiamo rintracciare in alcuno che visse l'epoon eroica della llivoluzionc, oggi non è più comprensibile nè ammissibile nello epoca in cui la Ri"olu7.ione si è uffcrmaia. Lungi cln noi il pensiero cli ndaginrci in un Incile conscr"alorismo n n difesa delle mele raggiunte; anzi nl conb·ario questo continuo '"oler progredire ,·crso In perlczione non soltanto formale ccl apparente clclln idea ri\'oluzionnria, sto n signi Ficnrc che la nuo, u generazione sente e Ca suo•i i J>roblcmi che doHà atrrontare per l'nftermazione di quella ci"ilU\ per cui stiamo combattendo. f'AHI//Zl(J V11'Alt:T'/"I .PBONTUAHIO " LO SQUADRJS/110,, "È qui acconcio parlare dello squadrismo clte tlti ,nezzo non deve di.'1e11tare fine, e/te a tre anni dalla ,narcia stt Ro111a nonde"e ri!Jtucitare per sopratr- ·vivere in11til111ente a se stesso. Lo squadris,no è stai.o uno str11,• m..ento tlell'azi.onefa1ciAll1, una for11uizio11c materiale del Pllr• Lito; un a1Jpetto del fàtJcis,no in u.n ,leterm.itutto 111ome11to storico e niente più. lo squfl.• clri.snto q,ui e Id superstite de,,e entrare nella Afili:si.t.1,anche e soprattutto t>er la discipli110 che essa impone,,. (~lu..ssolini. nell'articolo• l::lemen.li di sloria• 1 au Gerard1io. 011. 1925)

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