Passato e Presente - anno III - n. 15 - mag.-giu. 1960

• La <<Base>> 2047 con-do una certa cultura che ha or1g1,neo, meglio, si è sviluppata compiutamente con la visione marxista dei problemi culturali, si può ritenere che non sia o.perabile una corretta distinzione, che è cosa diversa dalla separazione, tra azione culturale e azione politica. A nos1 tro giudizio la politica può configurarsi come scienza dì organizzazione dello Stato: .di q~i il suo significato prevalentemente strumentale, di metodo che accetta e garantisce le libertà storicamente esistenti, senza cristallizzarle in un ·particolare momento e senza ignorare il valore morale della libertà, e anzi garantendo a tutte ogni possibiìità di ulteriore sviluppo. Teoricamente non si esclude ·nemmeno la identificazione tra una cultura e una politica, se per essa si intende il fenomeno complessivo di quelle azioni culturali e politiche che orientano lo sviluppo .civiie di una data società. Ma la loro affermazione, la loro espansione, non può essere rec_iprocamente collegata allo sviluppo storico come momento necessitante. Mentre ·1' azione politica, proprio per la sua posizione subordinata, per il suo significato d:i metodo, è sempre dipendente -da una posizione culturale, questa, viceversa, non può essere portata innanzi da una azione politica pena la perdita -del suo autentico valore .di cultura. Ma 1a distinzione non sign,ifica distacco o mancanza di quella analisi culturale che deve correttamente precedere ogni giudizio politico: ·significa ·liberare la politica, e q·uindi i partiti, da quell'assolutismo ideologico (non .solo i cattolici sono, su questo piano, integralisti) che porta, inevitabilmente, alla gestione esclusiva del potere e quindi all'annullamento della libertà; significa liberare la cultura da que1la s·ubordinazione che la riduce a giustificazione dell' azione politica e non già a costante ispira2;ione di essa; significa individ,uare il contributo che la cultura e la politica· secon·do la loro natura e la loro fu·nzione, possono, e devono, recare allo svilu·ppo civile e storico .del'la società. Tanto è vero che la politica fine a sé stessa, avulsa cioè da · motivazioni culturalii e morali, scade 3: trasformi·smo, mentre la ,politica che trae ,dalla cu-lt1.1ra·la pretesa ad essere valore assoluto, non piu metodo, risulta fatalmente negatrice .di libertà. Qui, naturalmente, il discorso dovrebbe allargarsi alla co·ncezione della natura e della funzione dei par-titi in una società democratica e al carattere che si intende attribuire allo Stato ed alla sua organizzazione, essendo, ovviamente, diverso il giudizio di chi inten-de risolvere il problema dello Stato in termini ideologici (ad esempio: lo Stato socialista, lo. Stato borghese, lo Stato cristiano, ecc.) rispetto a chi, come noi, intende risolverlo in termini di libertà · (lo Stato Bibliotèca ·Gino Bianco

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