Ombre Bianche - anno II - n. 4 - aprile 1980

Lavoro e soggettivà delle donne 47 Ascoltare la loro voce per noi può avere significato soltanto se l'ascoltare di- viene un fluire da noi a loro e da loro a noi, da cui cogliere la loro continuità in noi, da cui ritrovare anelli dispersi che per tanto tempo ostinatamente abbiamo creduto di poter rifiutare e negare: inizio di una riflessione nuova su noi stesse, da cui riconoscere oscure ambivalenze tra il vecchio e il nuovo, acute lacerazioni tra l'interno e l'esterno. . . . E parole, gesti, silenzi risvegliano antiche figure mai dimenticate, fantasmi ... la nostalgia, l'angoscia ... Donne dei nostri sogni più dolci, dei nostri incubi, che ci conducano a trovare la nostra unità attraverso la consapevolezza del nostro essere esistite. Tra i tanti temi che la ricerca ci ha fatto scaturire e che tuttora ci si stanno schiudendo tra le mani abbiamo scelto di affrontare, in questo articolo, il tema del lavoro poichè ci è sembrato quello più in sintonia con le problematiche poste dalla rivista. Donna e lavoro "La mia vita, cara, la mia vita è stata che mi sono sposata a 21 anni, ho sempre fatto la contadina, sempre lavorato nei campi, e miei mi hanno dato la falce e la zappa che eravamo ancor piccole; una volta, sa, si lavorava tutti nelle famiglie contadine, io ero contadina, abitavo in una famiglia che erano tutti, mio papà, mia mamma, sempre stati contadini, e allora hanno abituato anche noi a lavorare nei campi da principio, da piccoli in avanti, insomma; e allora andavamo nel campo, quel che faceva il papà ce lo insegnava anche a noi ... ". (1) Così inizia a parlare della sua vita una donna di 80 anni di Ronco all'Adige e come altre donne ci racconta la sua storia seguendo il filo ininterrotto e continuo dell'esperienza che segna e accompagna tutto il suo esitare: l'esperienza di un la- voro duro, faticoso, che non ammette deroghe, che non concede nulla al riposo e al divertimento nè di sera nè di festa, che, dentro e fuori casa, non conosce limiti di tempo. "Si lavorava anche alla sera, si faceva la 'scarpeta', le calzette, le robe da lavo- ro per gli uomini ... sempre, sempre( ... ) loro, gli uomini, si sedevano là sul foco- lare ... "(2) '' Alla sera in stalla andavamo a far filò, lavoravamo a ferri o facevo un grem- biulino al bambino, un paio di scarpette con un cappello vecchio, facevo un paio di scarpine ( ... ) e gli uomini giocavano alle carte, ecco (... ) alla festa andavo alle funzioni con i miei bambini quando potevo 'strapegarmeli drio' e quando non potevo portarmeli dietro stavo a casa ... e lavoravo, perchè c'era sempre da lavo- rare, pulizie, una storia e l'altra ... casa grossa! Mio 1narito andava fuori a fare una partita, come tutti insomma, mai fuori in compagnia col mio uomo, mai mai con mio marito, mai! non sono mai andata ... non c'era neanche l'abiludine. (3) B . .G i avv~p.imen_· iù_im ortan~i dell~ ~it~ privata di q_uested~nne_come il fidan~ I , fl.W~ 11'"1alti '; a nascita dei f1gh, la morte d1parenti, dai loro racconti

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