Ombre Bianche - anno II - n. 4 - aprile 1980

Iniziative culturali di base 37, Da questa presentazione si possono anche capire tutti quei motivi di affinità che ci hanno fatto, lo diciamo con molta sincerità, "esultare", quando l'uscita di Ombre Bianche ci ha mostrato l'esistenza di un gruppo di persone che su molti terreni la pensano come noi e il cui metodo di lavoro è simile al nostro. Quando due anni fa pubblicammo il primo quaderno che proponeva come tema di ricerca "Le campagne della bassa padovana nell'epoca della Ricostruzione", scriveva- mo che il Centro vuole ''favorire la conoscenza della situazione socio-economica, politica e culturale" della Bassa padovana e che l'attività del Centro, che intende stimolare un rapporto politico-culturale più vivo tra città e territorio, si sviluppa lungo due linee di intervento: l'una si propone di trattare e affondare i problemi legati alla realtà della zona, di far circolare una più incisiva informazione di clas- se; l'altra di promuovere "la ricerca storica e delle tradizioni popolari della zona, puntando soprattutto al recupero di un patrimonio di cultura delle classi subal- terne che non trova quasi mai cittadinanza nelle istituzioni culturali". Ma in real- tà quello di cui ci siamo accorti è che l'interpretazione della realtà attuale del Ve- neto e della nostra zona, la produzione di un informazione di classe significa pri- ma fare la storia di se stessi, della collettività in cui si vive, della propria militan- za. Per questo abbiamo soprattutto privilegiato la ricerca storica, l'archivio, l'uso della metodologia dell'intervista, e la circolazione in forma problematica dei materiali prodotti. · · Per questo vivendo in un momento storico in cui l'attualità con la sua faccia atroce incalza ogni giorno e ci costringe a misurarci (quotidianamente) su terreni che sentiamo profondamente estranei, vogliamo capire il nostro passato e iegger- lo strettamente intrecciato al presente. Uno dei pregiudizi più diffusi riguardo al Veneto è stato quello di vedere nelle "genti" venete una sorta di atavica "remissività, una passività quasi totale di fronte agli avvenimenti, sicchè delle classi sociali venete è stato dato un quadro piattamente uniforme e senza contraddizioni. In un suo libro E. Franzina scrive: "l'immagine corrente del contadino veneto e, in genere, dei lavoratori suoi con- terranei, risulta caratterizzata da tratti di estrema remissività, mansuetudine e pa- zienza ( ... ). Questo fatto tuttavia non elimina ( ... ) la possibilità che una istintiva coscienza di classe producesse il manifestarsi, nella nostra regione, di fenomeni di resistenza e di lotta capaci di travalicare l'ambito di una tradizione incrementa- ta, ma non inusitata (i furti campestri) o di un momento particolarmente teso e drammatico (le sollevazioni contro il macinato)". Noi pensiamo che sia oggi in- di_spensabileriappropriarsi del nostro passato, della memoria collettiva delle clas- si subalterne venete, senza fare un mito delle lotte e della resistenza alla proleta- rizzazione condotte da esse, ma consci però che la storia non può essere solo quella dei vincitori, relegando i vinti nell'antropologia e nel folklore. Per questo proponiamo un seminario in cui all'esemplificazione dei risultati già raggiunti da taluni studiosi, si accompagnerà la presentazione e la discussione delle metodolo- gie: dalla storia orale all'uso di una documentazione popolare scritta, all'archeo- logia industriale. Nel seminario cercheremo anche di capire l'uso didattico che si può fare di una serie di metodologie per una riscoperta della memoria collettiva Bib 'b., ~~ - 311 · n · ~ uelle rotture spesso traumatiche che si sono create tra i giovani e la storia della regione in cui vivono.

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