Ombre Bianche - anno I - n. 0 - novembre 1979

L'INCONSCIO CONTESTO Riflessioni su affettività, lavoro e conflitto sindacale. di Nicola Me/ideo La letteratura riguardante il mondo del lavoro pare quasi sempre prodotta per- chè rimanga tra gli specialisti: sociologi, economisti, tecnici dell'organizzazione, sindacalisti e così via. Tutte persone che hanno, con la realtà che spesso con di- sinvoltura trattano, un rapporto quasi mai di coinvolgimento personale. Essi so- no piuttosto degli osservatori estranei e distaccati che assumono la realtà lavora- tiva degli altri come variabile da comporre con altre variabili, all'interno di un contesto più generale, che è di volta in volta politico, sindacale, economico, cul- turale a seconda dello schieramento (e degli interessi) di chi scrive e dei suoi desti- natari. Di modo ché, se la letteratura di ispirazione manageriale pone l'accento sulle condizioni della efficenza nelle aziende, e tutto il resto viene considerato in que- sta ottica, quella di parte sindacale non sembra soffrire meno di una visione par- ziale: essa quasi mai si volge all'esame dell'universo esistenziale nel quale la sog- gettività di ogni singolo lavoratore, colletto bianco o blu che sia, è collocata, pre- sa come è dalle denuncie dei misfatti del nemico, dagli incitamenti alla lotta, dai bizantinismi politici per far fronte alle sue condizioni intra-organizzative. Caratteristica comune alle due ispirazioni è la tendenza a fornire quadri d'as- sieme, a considerare realtà globali, conchiuse, imponenti, al confronto delle qua- li la realtà soggettiva del singolo lavoratore si dissolve: il sistema produttivo, l'azienda, le strutture organizzative; le masse, gli investimenti, il Mezzogiorno, il controllo sulla organizzazione, etc. L'ipotetico lavoratore che volesse, tra un piano di ristrutturazione e una azione di lotta, occuparsi del suo quotidiano lavorativo, ricco come gli appare di molti .motivi che, pur coinvolgendolo non sono "trattati" da quelli che sono sopra di lui, né da una parte né dall'altra, e volesse leggere, rispondere a certi suoi interro- gativi, capire, in definitiva, meglio il mondo nel quale lavora e vive per gran parte del suo tempo, questo lavoratore si troverebbe nel nostro Paese di fronte ad una incomprensibile assenza di opinioni di "esperti". E non trovando nulla, se non grevi trattazioni di gente molto distante da lui, le sue curiosità, benchè provenien- ti dalla profondità del suo vissuto, gli sembrerebbero non pertinenti. Le ricacce- rebbe quindi in qualche angolo di sé e continuerebbe a prestarsi, non avendo di meglio, alle imponenti liturgie collettive.

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