Ombre Bianche - anno I - n. 0 - agosto 1979

26 Pluto ad accompagnarlo, a guidarlo, a gestirlo. L'acido bisogna farlo, almeno le prime volte, con uno che abbia già viaggiato. E bisogna aver fiducia, abbandonarsi e accettare tutto quello che l'acido ti dà: sen- sazioni, visioni, vibrazioni. 4. Nel 72/73 non c'erano in giro molte persone che facessero uso di sostanze stu- pefacenti. Ci contavamo ancora sulle dita delle mani. Tornato dall'Olanda, vive- vo assieme a due compagni. Ci eravamo comperati una tenda e l'avevamo pianta- ta sulle Torricelle. Ci siamo fatti mescalina sintetica per tre mesi filati, da aprile a giugno del 1973. Con la mescalina l'esperienza è diversa. Non viaggi soltanto nel- la natura, ma vieni sparato nello spazio siderale, viaggi nel tuo cervello. È come se le potenzialità del cervello esplodessero in tutta la loro vitalità. La mescalina ti fa praticare, sentire e vivere tutte le doti che hai a disposizione e che la normalità ti castra. Hai la sensazione di non fermarti più alla superficie della realtà, trovi e comprendi la materia, lo spirito, l'essenza delle cose. Certo, tutto è un viaggio. Bisogna sempre dirselo quando hai la sensazione che stia finendo. Bisogna ripe- terselo: sto ritornando, sono ritornato. La fine del viaggio è il momento più deli- cato e per questo, almeno le prime volte, bisogna partire con qualcuno che sappia come comportarsi. Se resti convinto di ciò che vedi nel corso del viaggio, non tor- ni più. Resti eternamente in acido. E gli altri, quelli che son rimasti dove hai la- sciato il tuo corpo, ti credono matto. Se io riuscissi a portare anche il corpo dove vado con la testa, mi sparerei in un acido e continuerei a viaggiare. 5. Un giorno, nel giugno del '73, faccio fare un acido ad una ra<sazza. È stato un bel viaggio per entrambi. Quando torniamo lei mi dice: visto che tu mi hai fatto gustare l'acido, io ti faccio provare la morfina. L'acido ti porta in un'altra realtà, in un'altra dimensione. Quando il viaggio finisce ritorni a questa realtà con tutti i suoi problemi. Un buco di morfina invece ti trasforma questa realtà, te la fa sembrare bella an- che se è di merda. Mi ricordo il primo buco. Stavo bene con tutti, volevo bene a tutti, stavo deliziosamente anche in un cesso. Con mio padre ho sempre avuto dei grossi problemi di rapporto. Quel giorno lì torno a casa sereno e tranquillo ed ho sentito di volergli bene. Dopo il primo buco sono stato un dieci giorni prima di riprovare. Poi un tizio che tornava dall'India ci fornisce un grosso quantitativo di morfina. Con questa roba fra le mani comincio a bucare di brutto. Buco per otto mesi di seguito. Però, durante questo periodo, sospendevo quando volevo, senza sofferenza eccessiva. Fumavo ancora moltissimo e questo mi aiutava. Credo poi che, nel BibliotecaGino Bianco

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