l’ordine civile - anno II - n. 23-24 - dicembre 1960

bi l'ordine civile na con un ccmisticismo » di modo e di forme, innatura.Ie e non soprannaturale. on mancano certo anche nel nlo– stro paese, esempi rile ranti, anche se dissimulati, di t~le quietismo, che giungon persino a negare il concetto ai natura. La stessa cosa appa e chiaramente se noi guardiamo Ila Humani Generis. Uno egli errori da essa più duramente denunciati è il rigetto ella filosofia scolastica e della sua a,pplicazione alla teolo ia. L'Enciclica afferma che ccil di– sprezzare od il rigettar o privare del proprio valore» le nozioni ed i termini te )logici tradizionali per sostituirvi le mode filosofiche del g orno ccfa dello stesso dogma una canna agitata dal vent 1 ». - I Ora u110 degli argo enti più in voga contro la filosofia scolastica è che essa è i frutto di una ·determinata civiltà e che occorre pensare il ristianesimo con le categorie di ·tutte le culture e di tutti i lopoli: nel che appunto consiste ,la presente forma di irenis o, errore condannato dalla Humani Generis come causa ap~unt_; del rigetto della teologia sco– lastica. , • Ora questo errore ende appunto a separare la - filoso> f~a e la teol_ogia ~a~la . ede, negand~ ~l valore dell~ c?nclu– s10ne teologica, cioe d1 una proposizione che abbia il suo fondamento in una mafgiore di fede ed in ùna minore •di ragione. La minore di r!gione non avrebbe un valore univ~r– sale in ragione della s a evidenza razionale, ma varreb~e come semplice elemen o della tradizione culturale di un certo ·popolo e di una c~rta cultura·: essa sarebbe ·quindi ya– riabile in ragione -dell1 opportunità dell'apostolato. Que~to signi-fìca rendere sempr cemente impossibile l'unità di F~de nella Chiesa.· - Tale posizione na e da· una valutazione negativa lod impropria della ragione e signi-fìca trasformare la dualità j'di fede e di ragione in co, traddittorietà ed incompatibilità ne– cessaria. Se si vuole ve ere. ,questa posizione spinta all'a•sshr– do si vedano le posizion. ,cc -demitizzanti 1 » di un Bultman. Or·a la definizione della regalità del Crist_o tagliereb'be in radice tutte - queste posizioni. Il Regno di Cristo non potrebbe più apparire i alcun modo come qualcosa di estta• neo àlla storia, di « e atologico », come si dice, ma co-lne qualcosa che comincia ora e qui, . che_· si vede, si tocba, attorno a cui si lotta. Sono entità storiche e visibili coke le nazioni e gli Stati c ie ·prendono posizione, accettano, ri– fiutano, esitano, respin ono, desiderano, aborrono: il regno di Cristo è messo così 1 centro della storia umana, o, esat• .tamente, appare come inequivocabilmente rivelata questa centralità cpe è il seg ·eto stesso della. storia. I . If tentativo di separare la confessione esteriore da qu 1 el– la interiore, la lotta iiivisibile ed interiore da quella vìsi– bile ed esteriore, il tentativo di confinare il regno ,di Cri~to al culto ecclesiastico e alla vita personale, sono spezzati rendendo certo dogma ella Fede cattolica, la cui negazione è coperta dalla censura di eresia, l'impero civile del Cris,to. Tutta la storia - en ra così in una nuova luce e coni– pr,ensione: la •storia e teriore _appare come segno, rivela- pa'g. 5 zione e com_pimento di quella interiore. Le virtù vere ap• paiono nella loro piena luce, mentre il farisaismo bigotto che, come il figlio disobbediente del Vangelo, obbedisce a parole e disobbedisce coi fatt'i, apparirà in tutta la sua menzogna e la sua sterilità di bene. • La regalità civile del Cristo,· facend~ apparire il Si– gnore come il principe degli uomini, il Re dei Re, Colui da Cui ogni Stato, ogni ·politica, ogni legge prende impulso e norma ed a Cui tutto l'ordine civile è riferito come a causa finale, tutto questo, mettendo in rilievo l'azione che il Cristo ,svolge nella storia, attraverso gli Angeli ed i Santi, i cristiani ed i non cristiani, i giusti ed i reprobi per far maturare le nazioni verso la conversione e verso il ·Giudi– zio, appare come il dogma che evita radicalmente una sva– lutazione degli atti umani, perchè il cristiano si vede ob– bligato a cercare sin d'ora, con atti esteriori, l'ubbidienza pubblica ed esteriore delle nazioni all'impero civile del Cristo Re. • Oggi vediamo dei cattolici sospettare 'di chi afferma nell'ordine civile il nome di Cristo, al punto di accusarlo, per questQ stesso fatto, di ipocrisia, di doppiezza e di ingiustizia; tanto l'errore laicista è entrato anche ccintra saepta Catholicae Ecclesiae ». Ma domani tutte queste auto– dispense che i· cattolici si concedono di rendere il debito onore a Dio ed al Suo Cristo nell'ordine politico verranno meno, non saranno più possibili. Il quietismo ed il laicismo e tutte le altre forme di separazione di Grazia e di natura, di Chiesa e di ordine civile verranno rese definitivamente incompatibili con la coscienza cattolica. Il Papa ed il Concilio. ccGrandi cose in verità Noi attendiamo da questo Con• cilio, che vuol riusdre rinvigorimento di fede, di dottrina, di disciplina ecclesiastica, di vita religiosa e spirituale, ed inoltre grande contributo alla riaffermazione di quei prin– cìpi di -ordinamento cristi~no, su cui si ispirano e si reg• gono anche gli sviluppi della vita civile, economica, politi– ca sociale. La legge del Vangelo deye arrivare ,sin là e tutto avvolgere e penetrare, tutto, anche ,quando ci viene de rore coeli et de pinguediroe terrae. Si deve arrivare sin là, il che comporta una partecipazione cosciente elevata e sincera di tutti i componenti dell'ordine sociale - sacerdozio e lai– cato; autorità costituite, attività intellettuali: lavoro - ordi– ne socialé •tutto preso dalla preoccupazione de_l perfetto congiuhgimento dei rapporti tra il cielo e la terra: tra' vita presente, incerta e perigliosa e •vita futura eterna e feli– ci~ima nella proporzione della nostra corrispondenza di uomini e di cristiani ai doni della grazia e della misericordia del Signore ». • Così il Santo Padre, ~ell'udienza _alle commissioni pre• paratorie. Non ci pare possibile orientare più chiaramente verso i rapporti tra Chiesa ed ordine civile il 1Concilio Vaticano II. C n la fine dell'anno il nostro quindicinale ORDINE CIVILE sospende tempora• I . liot ca neamente le sue pubblicazioni, perché il direttore, Giovanni Baget-Bozzo, passa à diriger~ un nuovo settimanale· politico[autonomo. I !lettori saranno avvertiti quand~ ORDINE .CIVl'LE riprenderà le pubblicazioni, secondo la sua ben nota linea programmatica, ma con nuova impostazione formale. I [ I I I otia~co I -i / I

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