l’ordine civile - anno II - n. 23-24 - dicembre 1960

pag. 4. ·la conoscibilità naturale dell'esistenza di Dio, c~sì come la ne•l!essità della rivelazione: la distinzione della conoscen– za naturale da quella soprannaturale e a un tempo la' possi– bilità di una « certa intelligenza dei misteri )), cioè la vali– dità della ricerca razionale in materia dogmatica; e concluse affermando l'impossibilità di un'opposizione tra la ragione e la fede e la necessità di una loro mutua cooperazione. Queste posizioni erano consone all'esistenza della_ posi– zione moderna nella forma di filosofia. Oggi invece la po– sizione moderna è non più soltanto una filoso,fia: e, in· pri– mo luogo, una società. Sicchè è logico pensare che ciò che iu a/fermato per rispetto alla ragione, debba esse-,ie ora affer– mato per ri-spetto alla società civile : -e •ciò che fu affermato per rispetto della Fe:de, debba ora essere affermato per ri– spetto olla Chiesa. Il parallelismo con il Vaticano I può essere così spe– culare. All'affermazione di Dio creatore, dovrebbe corrispon– dere quello di Dio Provvidente_, unica sorgente dell'autorità civile è della forza obbligante delle leggi; di Dio come legislatore universale, da cui ogni le-gge deriva e si fonda, sì che illegittimo •è ogni potere che ,contraddice la legge na– turale e illegittima .ogni legge che contrasta con essa. All'affermazione della possibilità per la ragione uma– na di conoscere Dio, dovrebbe corrispondere l'affermazione della possibilità della società civile di essere giusta, cioè effettivamente conforme alla legge naturale. All'affermazione della possibilità per la ragione di ri– cevere I la Rivelazione, dovreb'be corrispondere l'affermazio– ne· della possibilità, per la società civile, di riconosc~re il valore _civile della Rivelazione cristiana, il valore dei suoi precetti, delle sue dottrine, dei suoi esempi ai fini dell'effettiva realizzazione del bene comune. Alla definizione della Fede dovrebbe corrispondere una de.Jìniziòne della Chiesa, della sua natura di ·dono sopran– naturale, e di società visibile in una indissolubile unione. Pio XII ha fornito già i termini di ,questa unione di divino e di umano che è la Chiesa. Il Corpo Mistico di 1Cristo e la Chiesa Cattolica Romana sono una sola e la stessa cosa ii -( unum idem,que esse). All'affermazione della necessità di abbracciàre la Fede e _di i:imanervi fedele, corrisponde l'affermazio~e della ne– cèssità della Chiesa per la salvezza eterna cond.annando tutte quele posizioni che riducono questa' necessità « ad una vana formula J> (Humani Generis). All'affermazione dell'esistenza di due distinti ordini di conoscenza, quello sop:i;annaturale e quello naturale, corri– sponde l 'af~ermazione -dell'esistenza di due società, la ec– clesiastica e la civile, e di due potestà, quella della Chiesa e quella dello Stato. Queste due società sono distinte per la loro natura e per il loro fine ed ogni tentativo di fonderle come ogni tentativo di contrapporle sono destinati al fallimento. All'affermazione del contributo che la ragione può dare all'intelligenza della fede, corrisponde l'affermazione del contributo che l'ordine civile può dare a quello eccle– siastico nel conseguimento del fine soprannaturaÌe. • All'affermazione dell'impossibilità dell'opposizione tra fede e ragione corrisponde l'affermazione dell'impossibilità di un 'opposizione tra il fine della Chiesa e quello dello Stato. - • All'affermazione della necessità del mutuo aiuto della fed~ e della ragione corrisponde l'affermazione della ne– cessità del mutuo aiuto della Chiesa e dello Stato. Lo Stato, procurando la pace civile, aiuta la ·Chiesa a conseguire il fin,.,~,oprnnnat1nale. la Chie.•a. procl-a-mwnrtn la verità, aiuta lo Stato a _ rag.~iungere il fine suo. Andrebbe quindi èon- 1-lannat;-, 1,, r~1~a dottrina per cui la debit:i soi>:P:ezione dello Stato alla Chiesa è cosa contraddittoria alla libertà e alla dignità dello Stato. Le due società· stanno tra di loro nel 1 medesun~ rapporto dei rispettivi fini, come la Tradizione cattolica insegna. A queste affermazioni potrebbero corrispondere le cen– sure corrispondenti. E la nroclamazione del dogma del Cristo Re, nel senso in cui è insegnato nella « Quas primas ii di Pio Xl e dalla « Annum .,acrum ,, di Leone XIII, citata e ri·chiamata anche da Pio Xl nei suoi passi dottrinali più significativi, cioè l'estensione della regalità civile del Cristo a tutto il genere 0 t:L,d il ordine cii:ile umano sarebbe la degna conclusione di tale edifizio dogma– tico. Questa, e questa sola, sembra I a degna risposta della Chiesa di Cristo all'errore mo-derno ial suo apogeo e •perciò st:_sso innanzi alla sua tomba : qu11la di rispondere alla pm totale delle negazioni con la più totale delle affermazioni. E del resto la appartenenza di I questa verità alla dot– trina cattolica è già stata solenneme~te affermata da Pio XI che ha qualificato « turpe errore ii la negazione dell'impero del Cristo uomo sulle cose civili. I Ques~e parole indicano i due te~mini della Regalità del• Cristo: il Cristo uomo e le cose civili. Il termine è chiaro e preciso. Pur esprimendo l'antica ~ede della Chiesa, tale formulazione dà un nitore ed un ri~alto al contenuto della tradizione cattoiica su questo puntq. Gli Stati, in quanto tali, hanno l'obbligò di riconoscerei il Cristo come Re ed il valore • obbligante della sua leggf, in quanto pienezza deva legge naturale. N-on può ~ss~rF fedele alla leg~e. na– tur:ale uno Stato che non cammm1 [erso la legge cnshana o non si preoccupi di custodirla: d qui il valore del ma– gistero ecclesiastico nelle cose civiliJ, coµie norma garante della legittimità morale del potere Piolitico e della giustizia dei suoi atti. I Solo una tale affermazione dcli. contenuto della Fede cattolica può costituire una adegufta risposta all'attuale stato dell'errore moderno, divenuto costume sociale ed isti– tuzione civile. Solo questa è l'adeguata risposta ad una sfida tanto radicale. ' Regalità di Cristo e difesa dell'ortodossia I Per. arrivare a sta'bilire la necessttà della proclamazione del dogma della Regalità di Cristo ibisogna dimostrare che tale dogma diventa oggi la condizioné per la sicurezza della I retta intelligenza ili tutti gli altri. Questo è ,quel che si ve- rifica ogni •qual volta un dogma viene proclamato : esso è proclamato per una ragione di necessità, cioè perchè è ne– cessaria alla. retta intelligenza di tutto l'ordine delle verità di Fedé che una ,di esse riceva un'a~torità tale da rendere incompatibile l'appartenenza alla Ch~esa Cattolica e la ne– gazione, esplicita od implicita, di éss~. Così ad esempio la definizione dfl dogma della Trinità o quello dell'Unione Ipostatica venn1ero de,finiti quando la loro definizione fu necessaria perchèl si conservasse la fede in Cristo vero Diò e vero uomo. I Così la definizione della Transusfanziazione fu resa ne– cessaria· quando ogni altra via per !difendere la Presenza _Reale e con essa tutto l'edificio sacriimentale era preclusa. La definizione di un dogma si fa ,cioè necessaria quando la mancata definizione consente un 'incertezza sul senso di tutta la dogmatica cattolica. I· • Ora tale necessità si -è verificatà per il dogma del Cristo Re? I ., Per rendersi ~onto dell~- necessi~à ?ella _p~oclamazion.e del I dogma del Cristo Re d1 tutto·· l' rdme c1v1le, basta n– farsì· a due lettere encicliche· che h nnò per oggetto non l'ordine civile, ma il Corpo Mistico di Cristo e l'altra lo stato della teologia: vogliamo dire 1 Mystici Corporis e la Humani Generis. Nella prima di queste encicliche, si denunzia un « falso misticismo >i ed un « insano quietisrro ii. Caratteristica di questo insano quietismo è la dottrina! per cui « tutta la vita spirituale dei cristiani ed il loro prooresso nella virtù ven– gono attribuiti ·unicamente al divino ~irito, escludendo cioè e tralasciando da parte .la nostra debiita cooperazione». Ed il falso mi•sticismo « non distingue. i rl ignifì-cati part-icolari e propri di corpo fisico, di corpo mora e e di corpo mistico ii e quindi dà nell'Unione tra •Cristo e -la Chiesa, una spi.ega– zioq.e, pervertita. Giacchè fa unire e fondersi in una stessa– p'edona ·-fisica il •di vin Redentore e le membra della Chiesa e m:entre attribuisce agli uomini, cose I divine, fa Gesù Cristo soggetto _àd er~ori ed a_ debol~zze u~~n~ ii. , . Due dogmi centrali del vivere c·nshano come 1 umone del cristiano con Cristo e la santific~zione ad opera dello Spirito sono così apertamente falsat{. Se vediamo l'origine di questi d-1.ieerrori vediamo che 1 1 in essi esiste un certo disprezzo per 11 n·atura, la cui coope- • razione libera alla· vita cristiana .ed aHa santificazione viene smi~~ita o negata, mentre viene confusa la santità cristia- I -I

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