l'ordine civile - anno II - n. 20 - 15 ottobre 1960

bi I I· I I I, Dei tapporti tra idea e individuo, I . I Ill'r1ssa, Statò VI Posto eh/ l'idea è la giustificazione teocentrica unica possibi,le - dell'uomo·, anche in un periodo di accentuata crisi di sm~rri:ment~, i soggetti della vita sociale, individuo e Stato avvertono istintivamente -non tanto la necessità di .rielahora:re e ricercare l'idea e -di inform'arsi su di essa, ·quanto il ·vuoto che lascia la sua carenza. Si trovano quindi nella necessità di rie-mp.ire in ,qualche modo ,questo ,vuoto. A tale_ necessità sono s.pinti ,per ragioni di soprav:v:irvenza ( Stato, partito) e ·per m~ra giustificazione lnarc.isist.ica (individuo~· Ma ~oich~ qU:es~oim– pulso non ,procede sempre .attraverso 1 ca_nah ohbhgaton della tradizione e de[l-a -classicità, ne viene fuori un concetto « a trat~ ti >l,una idea_ di compromesso non del tutto falsa, ,ma falsa nel complesso. Si µice anzitutto - prima gjustificazione - che non si può considerare contraddittoria qna idea della quale si debba al con 1 tempo.constatare l'esist-enz;. Tutt'al più, si dice, può trattars{ di avversione, non di conttaddittorietà. Ora in "" questa giustifi~a_zione è falsa la premessa, .poichè in e~fetti si considererebbe contraddittoria ,soltanto una pseudo idea, e si constaterebbe l'esistenza soltanto di µna pseudo id,ea. Ma -tant'è. Bisogna allora - altra giustificazione che si avanza - ,domandarsi non più se l'idea sia o no cont~addittoria, bensì che razza di idea sia, e, pÒic}:ièciò condurrebbe al pericolo di ; ~chie•derselo in ~orma ontòlogica, •h1sogna domandarsi non più i, cosa sia, ma cosa voglia, qua-le sia l'ispirazione e quindi -:- J ('O·nclude la .e:iustificazione - si finisce per preferire i con- i di Glauco Licata ;1mani. Industria da .una parte, irtassa dall'·altra, dicono l"l– l'individuo ( e in specie all'intellf ttuale): 1~ tua sopravvi– venza noi . permettiamo soltanto 1e collabori alla conserva– zione del .nostro ordine <e che è i migliore » ~ il solo uni– versale. b) La diffusione dell'idea I per la -concezione mo– derna •impersona-le di diffusione, J:iasata esclusivamente ,sulla suggestione - si intende oggi s~lo eome semplice :propa-– ()'anda e non più comunicazione rlil verità. E' l'influenza della e , propaganda de1 dentifricio; dentHricio che a volte non usa neppure -l'imbonitore. e) Oggi il temporale è asservito allo spirito piuttosto che libera'to da esso. I meschini interessi di parte,, ~l concetto rigido ,di -classe ( anche in chi lo nega a parole) hanno prodotto il resto e ,preparato l'ambiente adatto per il ;passaggio dell'idea ad idea - cli'"c'ompromesso. VII Vi sono diverse idee. di ~0:rnpromesso. ·Però partono tutte da Stato, partito, massa, cc.lasse . .Non ~aH'indivi,duo. L'indi– v.iduo semmai cerca disperatamente di conformarsi ad esse, coIÌ:le ad un letto di Procuste. C',è anzitutto l'idea .di .compromesso di ·organismi ehe ~ 1· ,! cetti singoli, che dànno -affidamento immediato e sono i so 1 vantano }_'ispirazione cristiana. Per la. cçmfusione che arreca \ è. la più grave e -condannahile. Infatti~ come, sosteneva Tur– !f gheni•ev, se uno dice che un cert:o , oggetto è bianco e un ,, altro dice che è nero, sussiste la possibilità ,di di,scutere. Ma r. se uno dice che è bianco e l'altro che è un ,cavallo, si sa SU· ~ bito, chiaramente, che non esiste possibilità di discussione. t Alcuni caÌtolici ~ per rifarsi· al paragone di Turgheniev - con~epibili senza sforzo. è senza sforzo taggfungihili. Tutt'al più, si am~ette, ba.stà aver ben chiara la riflessione etica di fondo, unico modo per scartar-e o scegliere i concetti singoli che possono derivare dall'idea. Ora ,è ,evidente - in questo processo di giustificazioni - che si ammette come innegabile di fatto che da una pseudo . idea si possa arrivare all'idea, e che in determinati momenti possa benissimo ,sussistere. tale duplicità di ricerche, tale ,du– plicità di ispirazioni. A volte si è coscienti di questa pericolosa duplicità, e si arriva a contraddittori « distinguo », contraddit– tori appunto perché derivano. solamente. da constatazioni di fatto. Si dice .:.__ per esempio -- che c'è necessariamente, per non negano il cavallo, pe:rò qua!i1lo lo pen,sano dicono: è. biah~o; no, è nero. Ora un oggetto che ·è cavallo non pub ai contempo non esserlo: quindi s,e t,iluni lo negano si av– verte imnrndiatamente l'impossibilità ,del prosieguo della di– scussione e, -ciò che più conta, non si dà adito a confusione : ;;i tratta -di ·posizioni chiare: è, non è. Ma se invece. si arriva ad accettare il cavallo - e quindi, si elimina l'ingombrante èontrasto'.base ---· eppoi alcuni dico110 che è bianco, altri che è nero, altri di entrambi i colori, queste posizioni possono essere accettate come· valide ( perchè il concetto-base .di ca- e, forza di cose », una distinzione di atteg~iamenti, distinzione di atteggiamenti contemporanei, nei riguardi -dell'idea :·la pra– tica di essa e la non prati,ca. Il che si ,ritiene, soavemente coerente. AUe spalle la tradizione, riconosciuta a parole, a parole vantata qua-le unica possibilità cJi progresso; nel-l'at- to, invece, una posizione di quietismo lecito. La convinzione. meccànica ·che lnon va di pari passo cori la tradizione ( non pratica dell'idea) si a{;Cetta:.!èupinamente ,come momento at– tuale, senza legami di discendenza con la tra,dizione, a peso morto, perind.e ac cadaver. E poichè tradizione ,e con;in– zione non risultano più del medesimo grado, la parteclpa– zione dell'individuo è incoerente,, non equilibrata, di potenza ina,deguata. Bisogna coµmnque ricono~"cere a)cune attenua}\ti all'epo-, ca attuale se, malgrado l'affannarsi - a \tolte in buona fe. de - sfocia quasi sempre in idee di compromesso. Queste Ire attenuanti derivano da tre forti tentazioni: a) Anzitutto la nostra generazione e quelle immedia– tamente prcèedJnti hanno trovato un. ambiente in cui lo spi– rito è subordinlato « per destinazione tacita » agli interessi. • vallo esiste in tutte). Comunque un cavaUo non può essere al° contempo bianco e nero.' Dall'iiccettare che di fatto lo possa essere nasce la confusione tr~ idea e idea di compro- • messo. E' questa infatti l'idea dei cattolici ·quando possie– dono -una idea di compromesso. Alcuni di essi in buonafede, pochi altri in malafede, tentano di reagire alla solitudine (conseguenza-della parziale disinformazione) ammettendo nel sistema sociale istituzioni e concetti - seppure travisati che la tradizione ha conservato, e -tentano di riverirli e di ob– bligare gli altri a farlo. Anche se non si -sentono immersi in tali concetti, tentano di ricostituirli ( inadeguatamente) e ne risulta l'idea di ,compromesso. Quella parte ,di tradizione del– la quale si avvalgono, va bene;, ma non è tutta la tra-dizione, come invece •presumon?· -C~èin -loro - in poche parole ~ una differenza che non avvertono fra tendenza e fatto· eompiuto. C'è l'ì,dea, ma fino ad un certo p1mto. Si :potrebbe adattare

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