l'ordine civile - anno II - n. 20 - 15 ottobre 1960

. pag. 2 la via ad una soluzione purtroppo lontana nel tempo, e non in relazione ad una realtà viva e pressante che co– stri,nge alla rapidità ed alla decisione. E' il grave errore di Charles De Gaulle. Errore che ha una sua ragione nella volontà di De Gaulle di mediare tra le tesi della sinistra e quelle della destra, di adattare l'astrattismo ideale dei Sartre e della sinistra alle ragioni politiche della destra. Il popolo francese non si è unito intorno a De Gaulle per vederlo impegnato in una impossibile sutura fra tesi che si oppongono radicalmente, ma per seguirlo nella "sua" politica; il popolo francese profondamente alterato dall'immobilismo, dalla sterilità della democra– zia parlamentare, che fu terreno di scontro di queste tesi, ha voluto fuggire con De Gaulle le anomalie di un siste– ma superato e la inutile dialettica fra destra e sinistra. Sembrò in un primo momento che De Gaulle avesse com– preso ciò che la Francia si attendeva con la vo'tazione plebiscitaria. "Moi, Charles De Gaulle" è la testimo– nianza più probante che il generale si rese conto del compito che gli era stato affidato. Doveva seguire a ciò un sostanziale indirizzo poli– tico che è invece mancato. De Gaulle si è limitato a par– lare in prima persona; il popolo francese gli aveva dato facoltà di agire in prima persona. De Gaulle si è voluto porre in una posizione in/ e riore a quella che la Francia gli aveva indicata ; è la ragione della sua debolezza, la ragione dello stato di turbamento che grava sulla situa– zione politica francese. Di conseguenza, si è resa possi– bile una ripresa dello scontro diretto fra destra e sini~ stra. De Gaulle va verso l'isolamento. Ed è inevitabile. Da destra e da sinistra si attacca duramente la sua poli– tica ed è nocivo temporeggiare. Ma forse il primo tempo della politica francese ri– nata a nuova vita dopo il 13 maggio del '58 sta per chiudersi. De Gaulle ha avuto il grand~ merito di aver posto fine al periodo legato al parlamentarismo, ma sembra si fermi di fronte a soluzioni più radicali ; e que– ste sono pur necessarie. Di fronte ad una sinistra che non parla più il linguaggio della nazione, che fa opera di solidarietà con forze. che, legate alla Cina ed alla Russia, combattono contro gli stessì francesi, non è più sufficiente arbitrare, ma è necessario stroncare. Gli in– tellettuali francesi, con in testa Sartre, hanno sostituito all'impotenza dei politici la loro indeterminatezza e ge– neralità. Le parole di Sartre non sono degne di un francese e o l'ordine civile e di un uomo; gli astratti ide~li sacrificano i principi e le ragioni stesse deUa politica: "La sinistra è impotente e lo resterà se non accetterà di unire. i suoi sforzi a quelli della sola forza che oggi lotti concretamente contro il nemico comune della libertà I algerina e della libertà francese; questa forza è l'F.L.N.". Le assurdità prose– guono : "Da una parte i franfesi che aiutano l'F .L.N. non sono spinti soltanto dai sentimenti generosi nei con– fronti di un popolo oppresso, e non si mettono al ser– vizio di una causa straniera, ma lottano e lavorano· per se stessi, per le loro libertà e il loro avvenire. Lavorano perché in Francia si restauri una vera democrazia". Non può invocarsi to.llerqnza e comprensione per chi sostiene e crede che l 'F.L.JV. sia, ad un tempo, forza portatrice di libertà per gli algerini e per i francesi. In realtà l'F.L.N. è una forza razzrsta e totalitaria che VUO· le scalzare la Francia dall'Algeria per instaurare un re– gime dittatoriale para-comunis.~a. I responsabili del go– verno provvisorio chiedono aiilti alla Russia ed alla Ci– na, gli uomini dell'F.L.N. sonJ addestrati da tecnici so– vietici, la presenza comunista j'i espande sempre più. Il progetto del leader tunisino Bourghiba per una /e• derazione di Tunisia e AlgeriaJ è stato respinto proprio per non pregiudicare una vitthria di forze para-comu- niste in Algeria. I Questa è la realtà. La presenza della Francw in Africa è divenuta indiscutibile.I La sinistra francese si è posta al di fuori di ogni logica politica, mettendo in di– scussione le "basi stesse della c~munità nazionale". A questa forza di sovvers~one politica e di disgre– gazione civile, deve opporsi lo ~tato francese. Il popolo di Francia, deve saper assumer,f, in questo momento, la guida civile d'Europa, esprimertdo una forza politica ca– pace di far rivivere intatta, nella sua verità e· nella sua I ricchezza, la grande tradizione lcristiana di cui è l'erede ed il portatore. "Gesta Dei per Francos". Dinanzi al mondo degli atei, degli egoisti, dei tie– pidi, dei falsi pagani e dei falsi cristiani, la nazione francese deve parlare il linguaggio di quella lunga can– zone di gesta che è tutta la sua' storia. In questo spirito avevamo salutato il generale De Gaulle; in questo spirito speriamo ancora che con il su,o aiuto ed il suo nome, I una generosa minoranza possa !in/ormare di una nuova idea le istituzioni francesi riniwvando, nel cuore del– l'età ~tom_ica, . l~ voc~zione e le virt~ inc~rro_tt~ della Francia di Poitiers, di Domren~y e di S. Dwmf!i. .I o. B. I I

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