l'ordine civile - anno II - n. 20 - 15 ottobre 1960

l'ordine civUe Risposta al "PopoJcr,, Non occorronò molt~· parole per ri- 3portdere alla. obiéziorn? che l'articoli– sta del "Popolo" hà tivolto ai nostri articoli su " Stato o par'tito ". Lo scritfo dello Spitella è l'esempio non. comune di una confusione com.une, di un au– tentìco idolum fori della pubblicistica attuale : la confusione tra ré.gime de-· mocratico e sovranità popolare. Nessun dubbio sulla èompaiibilità di. regime democratico e. d.i dottrina cri~ stiaita : è stato più • volte detto che la dottrinà cristiana non fa· obiezione ad alcuna forma di organizzazione del pubblico potere, una -,folta che sia sal-. va la legge naturale. Pi'iù volte però là dotirinà cristiana • ha ripreso la tesi aristotelica del regime misto ( del re– gi-me· composto cioè ·~a. una co-mbina– zione dei tre· princi!pi • p·IJ,ri,·il monar– chico, l'aristocratico· ed-·il democratico) come miglior regime c,ivile. _ La nostra critica al re-gime democra~ tico vigente si inspirli • per una parte alla • necessità di ricercare quel sostan– ziale • miglioramènto ·•delle istìtuzioni c-ivili che consiste wppunto in quel re– gime. inisto che ' Savonarola chìamava se.mplièemente " regif'l-e civile ", in modo vhe la scelta elettorale no.n sia l'unico principio del diritto politico.· Per altra parte noi c~itichiamo gli er– rori connessi alla dottrina politica· mo– derna che /arino d!d regime che si dice democratico, non und democrazia ma una. partitocrazia, in' cuf la • pubblica autorità _è mancipio d;i gruppi• privati, che si autolegittimand in f ùnzione del– la propria filosofia . ii della : religione ( o, più spesso, dell'aiitireligione) di cui sono portatori, negando cosi il senso e la figura propria dello Stato. Questo è il punto in cui lo scritto dello S,pitella è un df!cumento : , Per difendere la démocrazia egli ri– tiene -di dover difendere il contrattua– lismo : non solo ma cli.interpretare in senso contrattualistico una larga parte clella tradizione patri!stica e scolastica, in cui egli' ravvisa •((una concezione contrattualistica del ·potere >>. E tu(to 'il suo scritto è un'apologia semplice del contrattualismo. Questo democratico cristiano riconosce in Rousseau il pa- . dre del, suo concetto I di democrazia, è un democratico ro1useuaviano con-·. vinto. Ma le -meraviglie non sono finite: non contento di iscrivere ne.Z suo re- . gistro dei contratt-ualisti cristiani Ugo di Fleury e Jo,hn dii Salisbury ( e nel caso di questo seco~tdo au-tore ce ne sfu!{ge interamente il ,perché) egli • vi aggiunge il Suarez, il Taparelli e l'en– ci-clica Diutu~num di Leone XIII. Vediamo i tre a-utpri caso per caso. Il teologo della _Com•pagnia di Gesù afferma che esiste una differenza for– male tra famiglia ei società civile. Ci v1wle dunque un modo nuovo per far sorgere la collettività civile : un modo nuovo cc cum distincl:ione domestica et aliqua unione politica, quae non fit si– ne. ()liquo pm;tg (lxp,,res~o, v~l _ fqt;iw 1 POLEMICHE adjuvandi se invicenÌ >> (De opere sex dierum, l. V, c. VII, 3). Ma questo pat– to è da lui chiamato abitualmente un consensus. Ed è così poco wi contratto che egli riconosce la possibilità di f or– mazione di una società politica per àg 0 gregazione ad un potere patrim;calei (Def. fidei l. f.lI, c. Il, 15 e 20). • , • Nei due casi c'è il consensus populi. Suarez non adopera, nella ultima· for: mulazione del suo pensiero, nemmen_à il termine patto. E si badi che questo patto non è mai un contratto ma una se-mplice designazione o un.a semplice accettazione dell'autorità di una o più· persone. Per Suarez' quel che importa è distinf!<uere·il tipo di origine volon– taria della società civile, nel senso che causa .-materiale di essa è un certo atto di volontà ( di riconoscimento, di ac– cettazione, di fondazione, ecc.) e no-n un semplice fatto di natura come· nel caso dell'autorità familiare. Poiché Suarez ammette il diritto di ·conquista in giusta guerra, l'atto volontario che· sta ulla base della società civile non è nemmeno di per se un atto autentica- • mente e pienamente libéro; In sostanza la posizione suaresiatta non differisce sostanzialmente dalla po-' sizione aristotelicotomista circa· la ne– cessità naturale dello Stato : essa mette in rilievo che questa natura 'passa· nel caso della società civile per· un atto 'di volontà, il consensus : ma ,questo • con. 0 : sensus è ben lungi dal costituire un contratto. Il mettere in rilievo questo momen– to, umano e volontario che sta alla ba– se della società civile serve a Suarez per corofutare la nuo-va eresia regalisia ( di cui Gi~como I d'Inghilterra si era fatto banditore) che con{igurav~ il po– tere dei re come un diritto positivo di– vino, co-me il potere papale. • Quanto al Taparelli, lo citeremo semplicemente_: e lo stesso faremo con la Diuturnum di Leone XIII. I testi parleranno da soli. _ « Dunque non solo l'autorità è per unire la ,moltitudine, ma originari:a– mente ha la sua cagione nella molti"tu- • dine, e nasce in lei nell'associarsi· • che fanno i suoi· membri, giacché se non fossero uniti, non occorrerebbe autori– tà che li reggesse. Ma può e.gli dirsi però esser la moltitudine quella che crea l'autorità? Che l'autorità è la vo– lontà comune? Mai no. Due persone stavano lontane e neppur sapeano l'una dell'altra; non esistea .fra loro attual relazione, epperò • non dovere alc,.ino attuale. Ecco che si avvicinano e si in– contrano: appena incontratesi sono ob– bligate - perché uomini, ad amarsi, a soccorrersi, a vivere secondo le leggi della •umanità. Dire,ni noi che esse han crèate codeste ,le~gi? Fur lor volontà di muoversi dalla lor solitudine, m·a i,i;t;ontratesi trovano la leg.ge di «mani• pag. 17 tà formata per man di ,natura. Or legge di natura. è anco l'autorità sociale;~ dunque essa non -dipende dalla volontà degli associati, sebben dalla loro unio~ ne ne consiegue l'attuar-si dell'autorità., Sembrerà forse che ci siamo tratte– nuti soverchiamente nel dedurre e di– chiarar queste conseg·uenz(!, ma ci par- • ve impQrtante il mostrare d'onde sia. nato l'equivoco di chi sostenne il patto sociale e·ciò che ha di vero la loro sen– tenza; perocc,hé chi è ingannato dai lor sofismi, molto più agevolmente si spoglierà.dei suoi errori che sono con– seguenze, quando si avveg.ga che essi no,n sono rettamente dedotti dai suoi stessi ,princi,pii la cui forza innegabile forma tutto l'incantesimo del sofisma. Sì, l'a-utorità è nella moltitudine, giac– ché ove non è moltitudine non è auto– rità; • e 1p~r la mo.Ztitudine giac~hé è principio di sua unità; ma non è dalla moltitudine giacché essa non può né crearla né abolirla; non è della molti– tudine . giacché essa non go,verna mc. è governata» (LX.J). (Taparelli, "Saggio teoretico di diritto naturale", -libro I, p. 221, Roma, 1928). •« Coloro i quali pretendono che la civile società sia nata dal l~bero con– senso degli uomini, derivando dallo stesso fo'nte l'origine della stessa pote– stà, - dicono che ciascun uomo cedette una parte del siuo diritto e volontaria– mente tutti si dettero· in potere di colui nel quale fosse accumulata la somma dei loro diritti: Ma è grande errore non vedere, ciò che è manifesto, che cioè gli uomini non essendo ùna razza soli– vaga, fuori della loro stessa libera vo– lontà, sono portati • dalia natura alla socievole co;munaTiza; inoltr-e il _patto, di cui si parla; è mani/ estamente fan– tastico e fittizio e non vale a dare alla politica potestà· tanta forza, dignità, stabilità quanta ne richieggono • la • tu– tela della ·pubblica cosa e i comuni vantaggi dei cittadini. Tutte queste qualità e tutti questi presidii • allora soltanto avrà il principato, qu,ando -si faccia derivare da Dio; augusto e san- . tissimo fonte >> ( Leone XIII, Diutur- num ). Co,n.e faccia dunque Spitella a tro– vare in Suare.z, in Twpar-elli e nella Diuturnum, " chiare conèezioni CO!!,· trattualistiche " e addirittura la " so– vranità popolare", laddove tutti questi testi dicono il contrario, con· tanta ·più forza quanto più sono recenti, è noto a lui solo. In realtà lo Spitella non ha nemme– no afferrato il prob-lema della distin– zione tra Cristianesimo da. un lato e r.azionalismo e giusnaturalismo dall'al– tro; .altrimenti non avrebbe confuso così radicalmente democrazia e con– tratto sociale. Lo Spitella ha ritenuto· in sostanz~ che democrazia è contratto sociale fos– sero 'tesi che :Si implicavuno mutual– mente sicché o·gni critièa al con.trattua– lis,mo comportasse necessariamente la critica alla democrazia. Lo Spitella ha ritenuto ohe non si ponesse nemmeno il problema di un concetto cristiano di

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=