l’ordine civile - anno II - n. 7 - 1 aprile 1960

b pag. 12 l'ordine civile -------------------------------------------------------- parlerà nei prossimi· giorni. Si tratta di un'interpretaz1one abusiva della religio– ne. Quando il digiuno toglie le forze fosi,che dell'uomo ,fino a costringerlo a cessare o·gni aHi,vità, nessun dogma può giust,ific,are una si.mil~ esa•gerazione. Questo ,d'altron1de è anche H parere del Mufti. Lui stesso vie lo dirà ». H Mufli è stato molto pl'llldente, per parte sua, e ciò arrohe riguar-do aM'eco e!l ai com– menti diffusissimi che una tale dichia- .raz.ione ha sdllevato nell'ambiente .tra– dizion:afo tunisino. Con .i:l d,ovuto riispetto -per la tradi– zione -sa1cra dell'Islam, ci pare che so– .stanzialm~nte il commento cc -progressi– _ .sta » e so,pra,tutto « mo·dernista >> del presidente Burgh~da sia, oltreché lo- •gieo, anche interessante, perché potreb– be essere un contiibuito a quell'evolu– zione, ,già in atto da tempo, nel mondo is1'ami 1 ti,co. Vinizia.tiva di porre risolutamente di fronte a un ,dato di fatto logico la mas- ·.sa musulmana traidizionale può esser fecO'Ddo di sviluppi ulteriori, C'he meri– tano di esser seguiti, so 1 pratutto se Bur– ghiha di,mostrerà. dj aver intenzioni pio– nieristicihe su:lla via dell'e-voluzione . islamica. Però ci sarebbe antche ,da dubitare che le diohiarazioni presidenziali fosse– ro invece H riflesso della convinzione µersona:Ie clel presi1dente, ohe _è in:dub– biamente un « evoluto », anohe se uffi– cialmente egl,i si professa musu!limano convinto, anc·h~, se non <$empre in:te– gra1mente .praticante. Infatti, in· una successiva o,ccasione, il presildente tunisino ha 1parla to, di un <e danno peggiore >> capitato• al popolo tunisi·no, ormai li1bero, e .•che dev'es,ser ricordato, perché il ma:le fatto alla na– z-ione da quelll'avvenimento è stato della ·gra,,ità _del djsastro capi,tato al Marocco con i1lterremoto di Aga•dir. Questo dan– no grav1ss1mo e altaim~nte deprooabille, è stato ... il congresso eucaristi,co ,di Car– tagine di venti. anni adidietro ! Quale motivo .abbia spinto Burgihiba a questa reminiscenza, del tutto ormai •cancellata dalla mente dei musufanani tunisini, non si sa. Certo è ·-che il pre– sidente, con il suo sti:le irruento. e in– ci•sivo, ha llungamente insistito su -questo tema scendendo a partièolari ,cronistici, oltretutt,o non corrispondenti ·a verità, e facendo ·apparire che gli inermi •<C ero– ciatini deill"Eucarestia », vesti.ti nel no– to costume con la cro=cesuil petto, erano i temi1bili rap.presentanti di :una nuova Crociata, che si rn3,.naociava ,dai .cri,stia– ni occidenta'li, ~ 1 èntre, proprio là in terra tunisina, ri 1 co:r\da<va 1a foga orato– ria del presidente, era miseramente fal– lita la •crociata del re di Francia Lui– gi IX, che pro 1 prio in questa tena aveva inoontrato la morte. , Il violen-to a1ccenno ha evidentemen– te meravigliato e ,dispiaciuto negli am– bienti cattolici del paese ed è stato spon– tanea•mente 1 coi~legato a-d. ailtri, •o:tmai preo,ccupanti, episodi di c•ontinua azio- ·ne anti-cristiatra, c·hé si sono manife- • sfati iii Tuni,sia. negÌi ultimi mesi: al– lontanamèn to di missionari, chiusura'di chiese e scuole. Ancora episodi pi,ccoli, limi,tati, ma ri,petuti. Oggi le dichiara– zioni hanno messo una conferma, se ancora si potev·a dubitare, alle inten– zioni che ani,manor il .governo tuniJSino. E allora, anche in questo caso, ma per • ragioni simmetricamente · opposte ( o identiche?) si dovrebbero attribuire le ori,gini deJlle dichiarazioni a una menta– lità agnostica ddla per,sona. ·Comunque sia, le V()!ci, fatte circo– lare, che la Tuni,sia .si accingeva a con– siderare ·CO'D simpatia la possilbili tà_ di un regime conco·rdatario con la Chiesa Catto'lica, non trovereibberci conforma, nè i migliori presupposti nei fatt1. Fra i quali fatti si può aggiu11gere ehe, un dato statistico in01ppugnabirle e sinto– ma'tì,co, è quello dell'esoldo dei cristiani dalla Tunisia. Dal momen1to delrl'indi– pendenza i cattO'liici, francesi e non, 1so– no divenuti quasi la metà. Si tratta di un eso•do non certo imposto ed appunto per quèsto più sintomatico di un'atmo– sfera che si è venuta a crear-e nell ,paese. Da • un regime •iMuminato, in cui la personalità del presidente spioca per le sue numerose doti di valore e di chia– rezza, non sar,ebbe ,da attendersi un· punto di vista troppo ri,stretto proprio in una ma 1teria. co:sì delicata e .fonda– mentarle eom'•è la religione e la sua li– bertà. E se ,in 1passato, rpotevano alllc-he forse esserei statt_ dei motivi di ri•lievo per a~cune intem:peranze, non pare cihe certi -atteggiamenti a,ssunti siàno 1-a mi– gliore maniera per ovviare agli i~con– venienti. • In caso, per . complicarli, creanido ain1C1he un dannoso confusioni– smo, mai aUispi;caibilleper ambe le parti. Ma auguria1moci •c'he ,si'ano wanife– stazÌ'o·ni di marzo, ohe ,è, p~r tradizione pazzo. POLONIA La questio_ne delle frontiere Grande ùvteressè ha desM.to negli am– biervii poZitici occiJdentali la p,res,a di posizid,ne dahle ·caL01nnedel « Tygodnik Powsezechny >; d'i UJ1',0 dei più noti im– t,ellettuahi cailitoZic,i poila-0ehi, A-ntoni · Golubiew, sulla questione d;lle fron– ti.ere o-0eiJ<l,en(i(J;li. Uno dei purotJi fermi della pobit;ica poZacoa del _dopoguerra è stato q-ueLLo di assoluta vntransigenza verso La Germainia per quanto niguarda evèntuali mo•difich<e debla linea Oder– N eis,se. Q.ues,to atJteggiameroto ha una faoile sp1iegazi,one nei ricomi deU'occu– pazio·ne tedesca nel corso de.U'ultima guerra. Sei milioni di citJtadirvi polac– chi vi hanno trovato mortJe ( spesso nei f(rnws-i canipi -di stenninio), gran paT,te del ceto intellettuale è stata sappre•ssa ( non possiamo fare a meno di oioore il martirio dell'intero corpo insef!,nmvte dell'UniveT'sità di Cracovia) e migliaia di saceT'doti hanno subito le più .spa– ve,ntose persecuzioirvi ( il p,roces·so di be,af)ifioozione di padre Massimiliano • Kolbe attualmente in -corso ha soUeva· to recentemen:te vivaci po,l.emiche - di stampa in Polorvia): violenze queste che hanno f orte,nente scosso la nazione po– laoca. L'entrata dell'eseroito rus•so, n:o– no-starnte l',assoluta indifjer.enza dell'Ar– mata Ross'a nei confronti dell'insurre– zione di VaT'savia del 1944, fu general– ,nenJte isalutata come « ,Liberazione >> dai polacchi. Di qui ,la <e 11Wturale >> amicizia tra i due popoZi e i ,due regim,i. M,a la Russia, alleata degli alleati de!la Polo– ni<f, ha ,agito nei riguardi di questa solo con 01pportunismo poUtico, ceroando di sfruttJare la sua javorevole pasizione presso gli occiJdentali, prima per co– stringer.e la PoJorvia a ,cederle un enor– me porzione rdel ,suo ,territo,rio ad est _ e poi .a,J;dirvttur,aper imporle la propria politioa e il ,propT'io sistema economi– co. I sovietioi hanno raggiunto facil– mervte le loro mire espansionistiche grazie agli intendimenti politici del go· ver.no polacco nell'immediato dopo– guerT'a, irvtendimenti che, in sosta-nza, si ·im:centravano proprio sulla que-stione tedesca. ll titolo dell'articolo di Golubiew (,che tra l'altro fa paT'te di una lunga serie ,di studi sui rapporti tra occidente ·ed orie,nte) è quello- profo-nda,nente si– gnificativo di cc·Mit o JJmng na.cli osten>> ( 1 <c 1-l mito deUa spimta verrso est ll}. Le tesi son_o lineari e semplicissime, ma frutto di una vasta preparazione e di una grande familiarità con il problema. Gofo biew, 11nnanzi tutto, co,npie un:a an(J)lisi s-torica, concludendo. che nel ca– so particolare la storia viene impiega,ta seniplicemente come strumento polit;ico. e propagandistico. Fino ai tempi di Fe– derico il Grande, non si era mai verifi– catJa una vera e propT'il1 « spinta verso l'St >> da parte della Germania : il mito si è creato negli ulti,ni cento a,nni con il Bismarck e poi con Ritler. Ragioni pro pY-iamente e puramervte storiche quindi non es,istono e la v.iolenza hvtile– ria-na non può e non deve, per ·ragioni ,nomli e per un senso di realtà polit_ica, es~•'re eretta ad esempio deU'ultJimo fe– nomeno di cc spinta verso est >>, bensì deve essere considerata una questione politica a sè stante, che non può essere inquadrata storicam.~nte. Venute a maf!,• C(J)re le ragioni storiclu'!, rimane il cc mi– to )), che le autorità c<,:nurviste -si sono se,npre sforzate di li :;n fare orolla.re, costituendo esso unri dei principali ca– vaUi di l.>ataglif! della politica polacca del dopoguerra. La svalutazione della importanza attribuita al problema da . parte di taluni intellettuali cattolici ci iorprende perché fi~o ad ora essi, come avemmo niodo di vedere alcuni mesi .or sono durante la visita dei redattori politici di alcune fra le più no-te riviste polacche non comuniste, si manteneva– no .m di una_ posizione fondamental– mente analoga a quella governaliiva, f on.dan.dosi swlle_ stesse tesi. Ora, inve– ce, e l'·a.rticolo ,di Golubiew lo co.nferma, l~ posizio,;,e deg.Zi intellettuali cattolici ·sembrca evolver__si lentamente 1•erso un àtteggiamento politica,nente più reali– stuid. Golubiew negando alla politica tede– sca dèfl'.wlllimo secolo quel senso· di fa- •

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