La Nuova Europa - anno II - n.46 - 18 novembre 1945

-- 18 novem. llJ.13 ·----------- L.-L N UO V.-1 EU ROP.:t .. ------------ - u --- ALTA DIVULGAZIO'NE SCIENTIFICA 1 DELLA MONARCHIA sua base natumle? Evidentemente, rs· • s, credono di poter sosututra allti l>a· se àel puntelli, aWonMe olf onori. Mc, alt ono .. Ti sono solo grammattca.lJnente UN LIBRO '/l;TONTESQUIEU, nell'Esprit des !0ls lt'.1 ricercando i principi che stanno tl vlurale dell'onore; In. realtà sono qualcosa dl molto diverso, che ,,i•ù otungere fi,110alla nega..,~ne com11ti:!n del singolare, potendosi dare talvo!tn un colmo di onori l'!he sta al tempo stesso ttn colmo di vergogna e di rl!.to: a fondamento delle va,-ie forme di SUL L., EvoLuz I oN I sMo ooverno. trova che la monarchta rl• posa su/l'honneur. La spiegazione t profonda. Non c'è esempio nella sto- ~~[~ ~o'::citfff':s:~:~z.op110 ve,· di· U NA delle lacune più grav.J della nostra cultura, in confronto di quella francese o inglese, è la mancanza di libri di alta d.Jvulgazione scientifica. Vi contribuiSCono ragtont pakologlche, come la boria del dotti, che disdegnano ogni lavoro che non sin di ricerca originale; ragioni sociali, co– me il ristretto numero dl persone di media e dlslntercssata cultura, che do– vrebbero formare Il pubblico più adat• to per q~sta sorta di libri; ragioni propriamente scientifiche, come fa·men– talltà ancora angustamente PoSitlvistlca dei nostri spectaHstl, che impedisce nd essi di guardare al dl là del solco nel Q.Uale Ei muovono. Pub sembrare esagerato parlar dJ rl• strettezza del medio ceto culturale, in un paese fa cui annualmente si sfor– nano - è la parola esatta - centinai di migliaia di diplomi e di lauree. Ma quanti del nostri diplomaU -0 laurea• tJ. non appena cessato l'obbligo delli! letture scolastiche, teggono ancora qual che libro o qualche rivista, che esca fuorl <1all'àrnbito professionale, e che non sia l'ultimo romanzo alla moda o la rivista Illustrata dt varietà? Quall opere dJ cultura. superano da noi le Poche mlglla!.1 (se non addirittura centlnala} dl vendita? Leggevo gior– ni fa in un giornale inglese <:he,della recente Storta saciale dell'Inghilterra del Trevelyan, le prime •10,000 copie sono state vendute in pochi giorni, le successive 60.000 in poche settimane, e una terza edizione dj 130-000 copie è già tutta prenotata dal librai. E s1 <Che U libro costa una ghinea! S1 dirà che da noi mancano opere di serLD. cultura, che :possano interessare un larghissimo pubblico; ed è vero: In Questa materia le colpe hanno orlgl· ne In nito e si moJtlplicano In basso. Quindi slamo ricondotti alla ragione prlnclpale della nostra dertcienza, che è nella struttura mentale del nostri sclenzlatl. Per non generalizzare troppo, lo <li• mostrerò con un esempio. SI è pubbll· cato in quesu giorni un libro dl G. ColosJ, direttore dell'Istituto d1 zoolo– gja dell'Università di Firenze: La dot– trina dell'evolitztone (Firenze, Le Mon– nter, 1045). Quale tema attraente, an• che per un•pubbllco non specializzato! Per non parlare delle opere classfche eull'nrgomento, fino all'EvoZution crda,. trfce del Bergson; e per restar nel te. ma dell'alta divulgazione, sl perisa al volume del Radi, The hìstorv of soc4o• l(){JtcaJ. theorles, a quello del Vlalleton, L'origine des étres vivants, n quelli del Le Roy, L'éX1/Jence ùléaliste et le fatt de l'évotution e ,Les origines hu– maines et l'évolutton de l'inteUluence, Sono libri discutlbillsstmi da un pun– to di vista scientifdco (e quale libro, trattando specialmente di una materta cosl plastica, non è dlscutlblle?); ma sono agm e vivaci nell'eSPoSizlone,rie. chi di scorci e dl prospettive, pieni dl afflato filosofico; sl che anche il let– tore più profano sl appassiona alla lettura. Apriamo ora il libro del Colosi, che esso pure vuol rlvolgersl a un pubbli– co non specializzato; e fin dalle pri– me pagine dell'Introduzione et arresta un periodo rivelatore dl una mentalità arretrata di almeno sessant'anni. Vi si legge che: « L'evolu21on1smo e 11 posi• tlvlsmo fllosofico ln generale displac– clono alle cricche. o caste donnlenti interessate ad offuscare le menti, sl da :poter loro inculcare quei prlncipll più o meno fittizi che esse stesse han sta· billto per il proprio vantaggio, ed a far sl che le mas.se rinunzino a ved~ re le cose del mondo come svolgimen– ti natura1l di fenomeni reali,.. I regi· Dii di tirannide, sotto qualsiasi forma esercJtata, han trescato con l'ideali· smo, al trionfo del quale hanno non 11ococontribuito in parte Ja dabbenag– gine umana su cui hn maggior presa una qualsiasi costruzlone fantastica e arzigogolata anelchè una basata sul solido e facilmente jnt.elliglbile, tn parte ... » Ma basta. La stortura mentale di questo periodo è paregg1ata solo dalla sua stortura grammaticale e letteraria. Eppure Il Colosi è uno studioso aerto. che dà prov,e nella sua esposizione! scientifica di cognizioni solide e dJ a· cumc critico. Ma gU manca quel ml• 11lmo dl compreuslone filosofica, per abbracciare nel suo aspetto stntetico e nelle sue lmpllcaztom speculative un problema di vasto respiro, com'è quel– ~o dell'evoluZione. Altrimenu, sapreb– be che l'abbinamento di evoluzionismo e positivismo da lui tngenuamente for– mu)into n~ regge, e che q vlllpeso ria di una dinastia ch6 sia -sopravvis· ldeallsmo, '1ungi <lal contrastare 11pas- suta a lungo alla perdita di questo suo so alla dottrina evoluzionistica, ha attributo essenztale, che ha come sua preparato l'ambiente tntellettunle J)lÙ controparte, nel sudditi, 1l rlspettQ, la adntto al rigoglioso sviluppo dl essa. Ualtà, l'obbedienz0: Disastn militari, Anzi, dirò di plù: che le critiche che cruà~ltà efjer·ate, di.ssolutezza nella vl· egli fa alle vedute lamarcklane e dar• ta pnt.·ata, non hanno mal tanto nocfu- :1~h~~t~0~~1J~~zfdi~~~f~a;o e 5 fftl~aè ~o z! t!!:C::f:~!;~1Y.:~;~. i : ~: ancora, nella sua prima lsptraztone, la chta su. di un bl~one nobiliare 1iauna concezione e ologcnetlca D che ef::ll .1c- oravlttl lrreparabile per cltf non 1ta al– coglle e fa sua. tr'! al .suo attivo che quel blasone: si- Cercherò dl darne succintamente le mrlnumtc la 1nonorchra 110n. ha che prove. L'orlol:ne delle specie di Darwin quel tftol~ di prestigio da offtire, come fu pubblicata nel 1859; essa. dunque corrtspettivo df tutto ctò che ,-tceve cade tn pieno periodo positlvlstico, e dal suoi sudditi: se lo perde - pokh4 risente, nella sua comp0sizione, del· l'onorB non b dJ quelle caso• che poR– l'runbiente intellettuale sfavorevole ad sono rattopparsl - non ha nulla da ogni costruzione speculatlva. L'tdea sostituirvi, dell'evoluzione, nel suo 1argo slgninca- Jlanno mal meditato su. q-uesto 'J)Un.• to ftlosofico e nelle sue partlcolarl ap- to i nostri monarch-lci? Essi che mo– plicazionl agll organi51;1I viyentl, et'3 strano cU preoc1;,1.,parsl tanto' del pert– stata già formulata dall ideahsmo tede- coli dl una repubblica. si son ma, -reso sco e ~alla fllosofia della natura, f:he conto dl quel che sarebfJo la re:.taura.- Ma forse abbfam.a torto cU portare SoPra un plano cosl elevato il proble– ma della monarchia. L'onore t uno dt que~valori che, m comvaonia (lJ. molti altn, ha da tempo es-ulato dalla nostra. degenere ctvll&z,azlonc: e pocht Ul)mb nt anUquaU sono ormai sensibilt al pungolo dclra sua mancanza. Se fac-· cfamo una rasseona me"ltalc clcl syper– sUtl regnanti, più che al princiJ>io d! Montesquieu, cl vien da ven.sare al.· l'osservazione dJ Federico TT. che, cor"– slderando la miseria splr1tuole dti suof confratelli, diceva: Jfeno -niale che so– no del re: altrimenu come poh·f!/Jbero fare a sbarcare Il runarlo? Per parte nostra non abbiamo queste ragioni di compiacimento, mf dl f)'Yeoccu1mzio11e, per il fatto stesso che non aùbiam,o nessuna ragione di soUdaricU, regale. E poi, slamo anche ·ptù fertili. d'lmm.a• ginazione: chi. d:l not infa-lt-i non ha collocato ,rnmtalmente al debit() p-0sto più di un re di sua co1io1cenza? g. t!. l'. Mea,e;~~~!J~ f~Jnq~~u~ ri~:~,rz~~: zione dJ una -monarchia vrlva deUa ~~rJi ~u1~~:~f~~t' 0 p~~cf:1~t~~ ========================== so della v:ita nel suo sforzo espansivo e nella sua interna tendenza al diffe• rcmzlamento - foollmcntc sconfinava nell'arbltr10 delle deduzioni a priori e delle costruzioni dialettiche per triadi LEBBRA lvAZIFASCISTA DIG1vITA' ... DEGLI ITAL !AN l progr-csslve. Darwin' prese dalla tradizione quel· c..:1RLO Linati. iii 1m articolo quJ UN'.t1CCUS1l accorata e violenta rn rndca e l'arricchl col contributo orlsl· GP'J)arso in cui tratta con grande 2'om:naseo ml colpisce. 1u11-..:Ji1:: nale del .suo genlo; ma volle dissociar• e meritata simpatia della vita e mira a un. grave difetto nosuo. la da ogni metafisica e da ognl fina- di un recente libro dl Mario Borsa, esce .cT1e sentiamo rU,adito daU'ultima tl°l• liBIIlo,e la concepl come una rlsultan- con questa osservazione: « Ora, men- ste esperienza: Iti una lettera ul Vlew~– te meccanlca di un gloco di forze (la tre noi :reputiamo ,il prou.sUsmo e tL seux. u.n secolo fa, (1843) il 1·ommasco lotta per l'eslste:qza), ln cUl l fattori freu.clian'Csimo due prodotti essi pure esce in. questa invettiva: « rmonrnntla esterni e ambientali avevano una net· attaccati dalla lebbra tl<JZifascl.sta, on• tn Italia m'as»ettavo del malr.: cissci. ta prevalenza sui fattori evolutivJ in~ gi più che nuzJ cl auo-urtamo un rt· m.anon tanto. Paese indegno dt miolJ.or terni Ma questa parte .schiettamente tor1w alla cordiale chiarmza delL'otto• Jam~ percM non crede aU'mm,.na dl· positivistica dell'opera sua ~ stata la cento, desiderablle in tutti l sensi•· unitd »· Uaccusa può esser m.ossa du. più caduca; e le critiche che ad essa. Questa frase non s'I lasciata leggere uno ,scoramento occasionate, e st rn• sono state mosse da tutti I ricercatori, senza destar in me qualche 'fifl,esSione. tona alle uau.al.i. ra:mpaone dcnli esuli, compreso il Colosi, sono perentorJe. Pr1:ma tU risolvermi. a esterna,rla, un che sempre sperftnentano le accooUcrv DoPo Darwin, Il pos1tlviSmo blolo- momento lto titubat<>, parendomi che ze e la Tealtil del loro paese natta t1·0-p– glco ba ritentato di prender pOssesso nmi fosse cortese. la prima volta c1ie po minori del soont dell'attesa. No1i dJ della dottrina con Haeckel: e. polcl1è 0;.'1)illa»io Lina.ti · sulla inostra rivista, meno, tooca un pu,i,lo vivo v n.essu.• non v'era altro mezzo crposltlvo> che mucveroli un appunto. Poi ho pensato no più dl noi posteri tanto lontani sa di cercar di rl<:ostrulre tutte le fasi che Linatt ~ un uomo aperto, che a,c. gludicm·e se t oJust1ficata. Bastava crei della vtta dalla prima gastrula indif· coyllerél con arguta sowortazlone 1lom• dere megUo alla d·E!mUcl dell'uomo JJcr– ferenztata agli organismi ph) com- barda e manzoniana auanto sto per tll• ché le reststenze dlsfnteressrlle ul fa· plessi, documentando le tappe illtcr• ra. L'arocnnento ha la su.a importan• sctsm.o trova.ssero 1,uwglcr consenso, medie del processo evolutivo, Haeckel za,· rJ t freudiani, se c;redono, rettfflche· perché il Jasel.smo.anche vittorioso, sl .si accinse a questa ffnpre.sa, e cadde ranno 11e! riguordl, dl Freud e della senti.sse circondato da osttlitll e 11cri 4 nell'arbitrio, inventando o .fantasUcan- sua scuola. lo, che per nessuna raofone coli. non Potesse. celebrare con tanta do molte tappe, che la ricerca poste· potrei .t:onsiderarmJ .: proustfano 1 e slcure~za. U suo arbft-rio. Di invettive rlorc h:t dimostrato lnsus.slstenU. r.he .çe-nto, come fMse ora tuttl, c1ie aJ.lapatria ne conosciamo di viole11tis- ll posttiVismo dunque è falltto tn pie• Proust own ~ tm cr maestro di vita•• slme e generiche (Barbler e Carducci). no al suo intento; e, mnnco a farlo ap- (ma cht lo ~. ~e non la vUa stesna? J puro sfogo di un of]eso b,sbetico amo– posta, tutto quello che oggi sopravvive e che fl suo insegnamento, o la sua no- re: e qu.eUe, se eccitano un momcnt<>, • ?J~~~!~t~a~l~~;ms':,i 0 d1 \J ~Je~ :fe~18 fi!:te tl rr:~'{)n/\~'~~ ~g;i s:g::f :::. cadono p,:esto nel vuoto e nel retorl- vttall della dottrina. Il primo ha un si• sano dlrst attaccaU daUa lebbra nazl· co. Sono invece u..tm perché mvtlì.tabiU gniflca metodologico: l'evoluzionismo è, fascista, che, se mal, dove ha attecchi- le accuse che, se anche 8fJTOpo1·zionatc prima che una particolare concezione to s1ù se-rio, l'ha vtli1Jeso. Proust i al nel temo. coluono un vero diletto, mia soicnufica, e crune condizione di essa. tutto indipendente dal pens-lesi' polf. vera corpa. e eontenuo,w 1m clc:mcuto un metodo di lavoro. s Il sueesso dl ticl o dalla orossolmna e volontcl di po- dt scoperta e dt rivelazione che sve– questa metodolog\a - come 10 .scrissi tei1za », i, tutto preso dal su.o espert- gUa e aiuta la coscienza. E' certo una In un saggio sul danvinismo pubblica· mento letterario, condtJtto Jino alle ul- neces~tà per oL'italiani di c>·c:li:rc al• to nel FU~ofi del Novecento - non time con.seouenllc, flno, sf 1>M dire, al· la <Uonftà um.cma, di vtmcere il loro ha nessun legame dl dipendenza, nè co} la ctmsumazlone della vita con pedan- scetticismo civile, la loro piega e ma– nominalismo dell'interpretazione delle terla eroica: figura, almeno in questo, nla dl non ve.cfer c1ie interessi mmena specie, nè col trasformtsmo mcccanl• csempt.are per tutti t tempi. GU espe- s'esce dal cerchìo deolf aUeW, di Q!Jl· .stico, nè col sottinteso niateriallsmo ritnentl che ora gli scrittori hanno da re nella. vita oomtme rispettando l'indil con cui la dottrina. è stata originarla· proporsi sono certo dtve-rsl: 0 anzi, ,,er pendenza. altru.t ed estaendo Jennissi~ mente concepita. Anzl, si pub con cer- merito anche del pazlenH STJertnienta· nUJni.ente O rispetto della propria. E' ~~~ :i~~~f~~~; 1~::u:~~:u ar: tori 'Jl ferl, si pot-rcl domani narrare ter.i~ che ll « cbvismo » non. sia per ptena attuazione dt una metodologia con presa otà diretta su11a realtd. con not smonfmc di. eroismo e di sacrlfi,· storica, perchè non pub esserci vera plù treschi e nwsd accenti. Ma senza clo, che la vratica della ,Ubert? sia 1m ~~or~a~~~e ii! ~!~~;:1Tta=t~e?: 3.~~~!rJ~ • ~18 ~ea,!fec~~~ ;=~ttgh:o~u:i:tfa1ed! 0 t~~!~/~e1~' creatrice•· Ora, la prima font~ della ti) Proust,· e senza tornare pe-r pro• reuzZ'lonl person.au picCQli tm.brovU ed metodologta evoluzionistica è nella Cri· oramma o per ptqrJzta alla « chiaraz- t.ngannJ, dl sospettarli negli aUrl, e dj tica del t]iudlzio di Kant, che al dl so- za» dell'ottocento che. cost delimitata ammfrarlt eome prova di accort0...7Zll• pra delle categorie delta scienza mec- ad un secolo, sembra signffi,care u.n ar• Afeno fl.(Jtl,re su.bUmt cd esemplari a canica dena natura, postul.1 un crlte- bUrfo .del f.'f/ 0 • un rectnto :,ve s ' col- cut nessuno si uouaolfa e più dignltit ~~~~~t~i;rir:~~ne teleologica del fe· r::a~ ~Òua~:en:,t e;,%!~nft:iN~n: nella vita quotldiaua, meno ca11tl ecJ Ma considerand0 l'evoluzionismo in chfarema s-i tratta nell' apera d'arte, tnni e r>ftì nutriente prosa. I temp-l d-lv un senso piì.l ristretto, com~ una par- ma àt feUdtà: B 1,a felic1til. ~ sempre rl a. qu~sto ci co.strtnaono. e forse con Ucolare dottrina. la ricerca odierna rl· cMara. cl() Cl mutano a emcndarCl. prende 11 vecchio tema della filosofia u. m. u. 111 • ;!~~~;~~~e~Na c 11 ~°:a•u~onptf~~~i ""=================,,;,,======= controllo critico. Caduto lnfatti n ct1• tcrlo lamarcklano della trasmissione ereditaria; caduto, o circOscritto ln ter– mini ristretti, t1 criterio darwiniano del– la lotta per l'esistenza sotto l'impulso delle condizioni ambientali; l'evoluzlo· nlsmo sl va sempre più decisamente orientando verso l'assunzione di prln– cipii cvolutivJ intrinseci, cioè .,verso ipotesi vitalistiche, S1 1•itorna cosl a uno del temi Connu1atl da Lamarck, che, abbandonato nel periodo del trionfo del positivismo, riprende Vigo– re oggi che tutta la scienza (perfino la meccanica ·e 1o flslcal) ha superato la fase dell'angusto meccaniclSIIlo, La concezlone del Rosa, che l'Auto· re accetta, J1entra anoh'~ t.n que• st'ordine d'idee. e Per Daniele Rosa - egli scrlve - che enunclb la sua teo– ria dell'ologenesi nel 1909, sviluppan– dola ampiamente nel 1818. le cause dell'cvolu,zlone sono tutt'una con le cause della vita: il mondo vivente ha presentato 11 fenomeno dell'evoluzione, perchè tali sono le proprietà del corpi vi\•cntl. I fattori dell'evoluzione sono quindi impliciti. negli orgnnlsml, e l'o.· zionc del fattorl esterni non la provo– ca nè la dlrige. L'ambiente offre ro!o le condLzionlgenerali di vita, soddisfat– te le Quali lo svolgimento fllogeneuco si compie automaticamente. Rosa Quin• di accetta solo 11 prtmo postulato la· ma«:klano, affermando cbc- non soltan• to le specie si evolverebbero cgualmen• te anche se rimanessero cosLanli 1 fati tori esterni, ma che la v.arietà degli ambi~tl non esercita alcuna ~u.fl1Jen~ za sull'orientamento dell'cvoluz1onc ». Ma è strano osservare che Il Colosr 1 , accettando la tesi dell'evoluzione tn• trinseca, creda di restar fedele al mec.~ canlclsmo, senza accorge-rsl che lo ha congedato insieme con la conceziono dell'influenza ambientale, e che l'as: sunzlone dl un principio Interno, anzj eh-e esterno, ha un stgificato decisa· mente anti-meccanJ.stlco. Il concetto dell'evoluzione resta cosl per lui sci speso in tma apecle di limbo filosofica. GUIDO Dll RUGGIERO

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