Nuova Repubblica - anno V - n. 40 - 6 ottobre 1957

(185) nuova repubblica 3 IL FIN AN ZlAllIEN'l'O. DELLE UN I VERSI T A' DIECI MILIARDI Per !a prima voll!1 la llappresenlanza Universitaria è uscila dalle drammatiche denunce di 1ma situazione di crisi per avanzare concrete proposte. l•ra pochi g.iorni sarà p1·esenlalo un progello di legge, a cui è già stato assicuralo l' a_pJ>0ggio ~ei. partiti di op.posizione:. la DC do1Tà d.ill10str,u·e come si concretizza il suo r,romesso impegno sm problemi d, fondo della scuola e, jn og,ti caso, gli universita,·i caltolici dare la misura della loro autonomia di CLAUDIO ZANCHI L 'AGITAZIONE in. corso wella scuola italiana e neUe Università in particolare va assumendo mi carattere ogni giorno pi'ù grave e preoccu– pante. Ordini d el giorn o, conferenze stampa., minacce di sciopero o di serrn.ta da part•2 di associazioni di pro– fessori ·o di organism,i studenteschi si sussegµono ·con ritmo vertiginoso assumendo spesso l'aspetto di veri e propri « òollettitii di guerra». Sotto questa bufera iL governo resiste impavido. Il.. ministro della PI on. Moro concede ottimistiche interviste a settimanali a rotocalco annunciando non b•zn precisati t: provvedimenti oggetto di esame da parte del 1ninistero dei tesoro». L'interesse della stampa e deUa puòbHca opinione non ci sembra sia. 111ai stcito così vivo. Ne fa prova L'ul– timo Consiglio nazionale deU'UNURI, «mutasi a Roma il 17 e iL 18 sette1nbre u. s., che è stato seguito con una attenzione non -raggiunta neppure dai Congre~si nazio- _ na.li. Segno che questa, volta la Giunta deLl'UNURI, proponendo com.z unico tema di discussione il problema del finanziamento deU'Università, aveva ben centra,to U tèmpo politico . . Sulla bcise di una rnozione approvata a grandissima maggiou1nza; la gi.mtta dell'UNURI ha successivamente 1·edatt,o un documento che pubblichiamo int;eramenle. • Lo sviluppo economico e sociale del nostro paese nei prossimi anni è condizionato dalla capacità della struttura scolastica di .far fronte alle esigenze della preparazione di sempre più larghi strati di tecnici e di ricercatori a tutti i livelli dell'istruzione. NeIJ'at'tuale momento storico,· forse più che in ogni altro, la possibilità che un paese riesca a raggiungere (o a mantenersi) ad un livello di civiltà pari alla società più progredita dipende in gran parte dalle sue capacità di organizzare la ricerca scientifica e di realizzare una effi– cace preparazione professionale. Se consideriamo la grave situazione di carenza in cui versano tutti i settori dell'ordinamento scolastico, dal– l'istruzione elementare obbligatoria, all'istruzione tecnica e professionale, a quella universitaria, appare largamente insuffìciente la politica scolastica sinora seguita e, per quanto riguarda il finanziamento, questo non è neppu– J'e sumciente a copi-ire le necessità di una « ordinaria amministrazione ». Lo confermano in questi giorni le proteste delle Au– torità Accademiche d1 molti Atenei e la risoluzione vo– tata dalla recente riunione dei Rettori delle Università dell'alta Italia. Come risulta da L'Editi:zia Scolastica - quaderni a cura della Pubblica Istruzione, Lo p. 3 - mancavano nel 1951 63.848 aule, per le scuole elementari, pari al 40,6% del fabbisogno totale. Le 93.367 aule già esistenti, si dividono in 66.087 costruite da 90 anni a questa pade, cui sono da aggiungere 27.280 locali ricavati da adattamenti. Nella scuola media unica, nel 1951, si aveva un fab– bisogno di 11.293 aule, di Clli soltanto 7.472 esistevano. Per i corsi delle scuole di avviamento professionale, il fabbisogno dì aule ammontava a 9.853, di cui esistenti 6.535. In tale data si re'ndeva .necessario, d'altronde, creare 20.341 posti di ruolo. Si pensi che lo schema Vanoni prevedeva nel de– cennio considerato che gli investimenti netti per il setto– re dell'istruzione professionale e dell'edilizia scolastica fossero rispettivamente di 380 e di 210 miliardi. Non sono comprese in queste cifre le spese per un riammo– dernamento dell'Università. Ma va tenuto conto che i dati dello schema Vanoni erano del 1954 e si basavano su studi compiuti negli anni precedenti. Oggi, con l'incrementarsi, del processo di automa– zi(?ne, con l'introduzione di tecniche produttive sempre più perfette, si vede Con chiarezza l'importanza che l'U– niversità deve assumere in questa fas·e dello sviluppo industriale. Purtroppo a questo allargarsi dei compiti cui deve far fronte la nostra istruzione superiore, non ha corrisposto un parallelo allargarsi dei mezzi e delle disponibilità finanziarie. Chi osservi il 'bilancio de11a P.1. nel suo aspetto glo– bale, può anche riportare l'impressione di un suo svi– luppo più che soddisfacente. Negli ultimi due anni,...,in– fatti, esso è aumentato addirittura del 46%, ma questo pur notevole aunlento riguarda esclusivamente (come può vedersi dalla tabella allegata) le spese per i! personale, mentre quelle genericamente chiamate pe,r i servizi hanno subito un incremento inferiore a quelle generali, cosicché percentualmente vanno assu– mendo una parte sempre minore all'interno del bilan– cio della P.1. Le deficienze della scuola italiana, esigono quindi, per essere superate, un massiccio intervento finanziario che richiede àa parte del governo una serie di corag– giose scelte politiche che testimonino una presa di co– scienza del problema della scuola come di un problema dalla cui soluzione dipende lo sviluppo economico del nostro paese in fase di promettente espansione. Ma il reperimento dei fondi necessari a questo pro– posito deve, in' ogni caso, investire tutta la società na– zionale al servizio della quale la scuola prepara capacità di lavoro e· promuove la ricerca scientifica.· Per questo è da rifiutare « a priori» ogni tentativÒ di far « quadrare» i bilanci delle singole Università a spese degli studenti mediante un arbitrario ed illegale aumento dei contributi, i quali debbono essere destinati a spese di laboratorio, di esercitazioni e di riscaldamen– to. (Art. 11 della legge Ermini, 1951). Ma il fine cui dobbiamo tendere è la gratuità degli studi universitari, in considerazione del fatto che lo studente deve ritenersi un « giovane lavoratore intellet– tuale» e, come tale, prestatore di un sei;vizio produttivo, le cui spese di mantenimento, oggi pagate dalla società, si tradurranno in uri investimento il giorno in cui il suo inserimento nel mondo delle professioni e della produ– zione accelererà lo sviluppo economico del paese. La prima richiesta da fare è che,. nel quadro di una revisione generaie .della politica delJa spesa da parte del governo, si preveda~· in futuro, per il bilancio della P.I. e per quello dell'Istruzione Superiore in particolare, un incremento almeno pari a quello del bilancio gene– rale dello Stato. Ma è oggi necessario procedere al reperimento di nuovi fondi al di fuori delle attuali disponibilità del bi– lancio statale. L'onere fiscale imposto alla società italiana da que– sta ne~sità deve pesare su tutti i cittadini in relazione alla lofc, ~èapacità produttiva. E' chiaro tuttavia che non si può pretendere che tutte le necessità ed i motivi della crisi della nostra scuola trovino immediatamente ·solu– zione. Non chiediamo però che· un provvedimento par– ziale attenui momentaneamente i1 disagio in cui versano le nostre Università, lasciando irrisolto un problema di fondo; esigiamo invece, coscienti delle difficoltà che as– sillano il nostro paese, che fin da oggi ·sia individuato e adottato un provvedimento che, inserendosi nel quadrq di una riforma sostanziale e per questo a lunga scaden– za della· scuola. costituisca la pietra angolare di .un edi– ficio ché non ~i può costruire-~né in un giorno, né in un anno. Il problema della scuola ~a affrontato cioè con Un naturale gradualismo, ma in modo completo ed organico. La finalizzazione di nuove disponibilità pone di con– seguenza un problema di priorità nella scelta della spesa. Quello che è immediatamente necessario è che le attuali strutture siano messe in condizione di funzionare nel migliore dei modi, mentre la costruzione di nuovi e più moderni laboratori, l'acquisto· di più recenti appar~cchi, dovrà forzatamente trovare un'organica soluzione in un periodo naturalmente non breve. All'interno del problema dell'istruzione superiore, vanno indicati come pregiudiziali i seguenti. quattro problemi: aj aumento del numero dei pro'fessori di ruoto, jmponendo ai medesimi 1a presenza continua n,e11a sede di insegnamento; · b) aumento del numero degli assistenti che dovreb .. bero essere quintuplicati e adeguamento della loro re– tribuzione alle necessità di un uomo di studio la cui funzione va sempre più assumendo un carattere di fo11- damenta1ità per la ricerca scientifica, modernamente le– gata alla ricerca di gruppi guidata e continuamente se– guita; c) aumento del contributo per le biblioteche e per i laboratori che consenta a queste attrezzature di essere sempre fornite del materiale indispensabile per le più elementari ricerche; d) ampliamento delle disponibilità delle opere uni– versitarie perché sia consentita l'attuazione del principio costituzionale del diritto· allo studio. , Sarebbe certamente un grave errore il ritenere che tutti i problemi de1l1Univer:sità italiana si riducano ad una Semplice questione di disponibilità di mezzi ftnan .. ziari, e, conseguentemente, non crediamo di poter affer– mare che solo dagli organi dello Stato possa oggi deri– vare un risanamento prim~, e un rinnovamento poi, della situazione accademica. L'Università italiana di oggi è tormentata da gravi deficienze, che riguardano vari argomenti: dal modo concreto con cui si manifesta la sua' autonomia, la sua capacità di adeguarsi negli ordinamenti alle esigenze imposte dai tempi moderni; problemi questi che richie– dono allo stesso mondo universitario una soluzione che non sarebbe logico, né giusto attendersi da altri. Oggi i rettori di molte Università italiane denunciano molto opportunamente « il profondo disagio jn cui vive l'Università nostra>t e chiedono «!"urgenza di provvidenze atte a fermare lo sconforto nelle autorità accademiche e la decadenza di quegli studi superiori che sono tanta parte del prestigio e dell'avvenire della Nazione»; e svolgono un'azione molto intensa al riguardo. Ma noi crediamo che l'appoggip dell'opinione pub– blica a questa azione sarà data nella misura in cui essa è collegata con altra presa di posizione dei professori universitari, ma per la quale .fin'ora non molto, crediamo si è operato: essa fa parte di una risoluzione votata al ;-ecente 'congresso di Perugia e così dice: « Accogliendo le istanze manifestate in molteplici occasioni dai giovani, e le voci più alte elevate dai settori pulsanti deUa pro– duzione si riconosce l'urgente necessità di meglio ade– guare le istituzioni universitarie a1Je mutate e mutevoli esigenze della vita attiva e del progresso tecnico umanolt. Questo richiamo ci è sembrato necessario perché è (segue a pag. 4, 1.a co(.) P e r e e n t u a I e Aumento percentuale Ammontare per~ capitolo rispetto alle Subìto CAPITOLO DELLE SPESE Spese per il personale o va.rie spese di. caJ·altere fisso •.•.••• , , • , • Spo,:;e J)CJ' borse cli studio e di pedezionurnento ~pese per labo1·ato1·i, i.~ti– t11ti s_peciali, bibliote- che ecc.......•... Bilancio Istruzione Sune- riore j O,.dina r;e .. ~traot·d1wuie . Tet.tle. ! ! j Or~lnarie f;;traol'di11al'ie . Totale. Totale. Ordinarie Straordinarie . Totale. 1956-57 J l.42R.7ii0.000 11.421.750.00D 70.000.000 70.000.000 2.0P4.:•:SO.Oi'O 2.02ii.OOO.OOO 4.119 .310.070 13.593.130.0iO 2.025.000.000 15.618.130.070 ecSpese lstruz. Sup.» nell'ultimo ann~ 1957-58 1956-57 11957-58 Sen,a I Coo spese spese straordin. straordin. J ii.182.250.000 15.112.2SO.0OO 84,0( '87,24 32,8 32.8 85.000.000 SS.000.000 o.n 0,5 21,◄· !1,4 circa cirea. 2. 15.J .;Jso.010 2.025.000.000 •. 176.380.070 15,37 12,3 0,27 0,1.( 17.418:630.0iO 2.025.000.000 19.443.630.070

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