Nuova Repubblica - anno V - n. 31 - 4 agosto 1957

.4 (174) nuova repubblica LAVORO E SINDACATI LA PENSIONE Al CONTADINI strana procedura era. evidente: costringe1·e gli occupanti 1:t lusdore il e: lamierini>. Cli animi si inasprirono 11ncora di .Più , fr,1 .operni e direltol'e si venne alle mani. Allor& i Cl\H prodamal'ono la sel'rata: provvedimento pro,·oca– to1·i~, elle impedì di lin-orare anche a. coloro che non erano stati licenziati. Da que/:ito momento tutta Castollam- . mare vi,·e le \'icendo dei Cantieri cd il consiglio comu– nale decide all'tman\ini1:ù di requisire il « lamierini > ch11 vie!]e, -i,I giorno ··•dopo, derequisito dRI prefetto. Co111ù usci1·no? Ri corre a .Roma e 8i ha. la solita l'isposta: 1winrn gli open1i escano dBI r('ptu-to, poi si t1·fltterà. Alla fì,w, .dopo due sct~im~114;, la condi;,r,ione ,·iene ncceHata. 11 ;?1) luglio so110 jnizta.le le ti-atlati,~e che avrebbern potuto, forse più pi'ofietÌ'amente, C'Ominciaro q_uindici giornj p1·irua. · l./esl1·emisn\o, in'"m.olti ,casi, fa perdere il senso dolle co:-:e e finisce con it clivontal'e controproducente. R IUSCIRANNO i contadini a godern della pensiono di vecchiaia dal prossimo I.o gennaio! I contadini, in Ita– lin1 sono un gl'osso boccone elettorale ed i loro [Jroble– mi, sia. da pa1:te dei cornunisti che dei democristiani, sono visti - e non di rado sfruttati - per i vantaggi che se ne possono trar,·e allo elezioni. D'altra parte anche questo· sta a dimostrnl'6 che e i problemi> ci sono e che, comunque, me.-.zadri, colti,·ato1·i dirotti e braccianti, con il loro stesso nun1ero, riescono ad esercitare una certa p1·e.-isione :rngli schici-amenti politici pal'lamenta,·i. La pensione ai contadini, di cuj si parla almeno eia un df)c(mnio, è stata per molti anni un gl"Osso cavallo cli bat– taglia, in ogni pel'Cgrinazio110 propagandistica rurale, sia per gli uni che pe1· gli altri. Pe,·ò era come l'Araba Fenice: tutti ne sentivano pt,rlnl'O rna nessnno sapeva quando sa– l'ebbe stola cbncessa. Molto probabilmente coloro che no parlavano, non credev1;1110 che sarebbe venuto il giol'llo del 1·edde 1·(1lionem,. Quel· giorno invece, per la concomitamrn di circo$tnnze politiche, è venuto, e oggi del pl'Oblcma si $la discutendo alla Camol'a, anche se non si sa ancora chi ha e chi non ha la volonlà di risolverlo e di affermare con una legge il principio, nelle campagne pili pove1·e - che notoriamente non sono quelle dell'E,nilia e della To- 1,cana, ove la r·ivendicazione ha avuto un rnt1ggior impulso di bt1~e - accal'e;,r,zato, per anni, come un sogno meravi– glioso, della pensione ai contadini. Si tratta di una que– stione cli ,·astissima portala economico-sociale, in un paese come il nostro ad economia pl'Cvalentomente agl'icoln. che interessa all'incirca sei milioni di lavoratori, fra mez;.:adri, fìttavoU, coltivatol'Ì diretti. Na.turalinente, a progettar leggi tutti si erano eirnentRti: Bonomi, Cui, Pastore, Zaccagnini, per i democristiani e le loro organi½Z·M•ionisindactlli (CTSL e Conacoltivatol'i bonomiana); Di Vittoi·io, Longo, Pot·tini ve1· lo sinistre e la CGJT.. . Il progetto delle sinistro c1·a mi– gliore di quelli della democristiancria: era migliore per il semplice fallo cho senza m.inimamente curarsi df'gli onori che no sarebbero dedvati 11.lloSt.1to, chiamalo a contribui– re finan;,r,ial'iamente al f01ulo pensioni, prnvodeva una mag– giore quantitll di vantaggi e di benefici dspetto agli alti·i: fissava il diritto alla 11onsione a 55 anni per le clonno e a 60 por gli uomini; il di..dtto di riversibilittt, senza. al<l'll'A limi– tazione, a favore della vedo,·a e dei figli minori; il dil'itto alla pensiòne pe1· invalidità in caso di tubercolosi; un onore conti-ibutivo minimo del contadino in confronto R quello statale. Va subito detto che codeste sono «bellissime> cose, che, in linea di prjncipio, non si può non sottoscl'i– vere: !~anno pe1·ò 1 in linea pratica, il difetto di rapp1·esen– tare tutto ciò che di meglio e di più co,npleto si possa de– sidol'are da parte dei contadini. E le conquiste ~ociali non si sono mai fatte d'un sol balzo. nemmeno nei paesi dove i lavoratori hanno conquistato il potere: c'è semp1·0 stata - e questa delle p nsioni sarit mm ve,·~ conquista - una certa grnclualità. L'impo1·trmte non è tanto l'ottener « tutto> in una sola volta, ma l'ottenere nel più breve tempo possibile l' affermn:r.ione del vri-ncipio che ;, nlla base dc11a 1·ivcndicazione. I progetti democ,·istiani, gfacchè ce n'erano pili cli uno,_ nvevano invoco il difetto di esse,·e troppo restrittivi; spoc10 quello di Bonomi, che fissava l'età della pensione a G5 e i0 anni, 1·ispetlivamente per le donne o ,.,li uomini e la erogabilità solo dopo che l'avente diritto :vesse ver: sato i contributi per quindici anni. Alla fine, si addivenne alln fusione dei divel'si progetti e, por far p1·esto, la com111issione prnlamenbne del lavol'o avrebbe dovuto esaminal'e il progetto nnifìcato in sode de– Jiberante anziché in sede reforE:nle. Il governo ha già ri– partito per i prossimi dieci eserci.-.i lo stanziamenh• di 166 miliardi per costituire il fondo delle pensioni elle la fegae in corso di discussione prevede siano erogate, a G5 an11i p:r gli uomini e a GO per· lo donne, dal I.o gennaio 1958. Q 11 i,uli, la. commissione avrebbe potnto approvare la legge in bre– vissimo tempo ed il principio sarebbe stato affenw t E sarebbe stato - ci pare di doverlo affermare - Hn buon 1·isultnto. Non c'era alcun dubbio che il pl'0getto sarebbe passato a grandissima maggiort1nza. I socialisti e Ja CGIL erano d'accordo sul fatto che si segui~se la sollecits 1 pro– cedura della commissione in sede deliberante, perché se jJ progetto fosse stato portato in aula avrebbe seguito il complicato e pel'icoloso iter pal'lamentare, senza nemmeno la probabilitil di ,nigliorament.i sostanziali. Infotti 1 il rap– po1·to di forze della commissione non è che il riflesso del J"apporto di forne della Camera. I comunisti tutto questo lo sapevano molto bene e ciò nono~tante, all'ultimo momento vollero che il pro: g~tto vemsso trasferito in assemblea, contro il parere dei più rcalir-;tici socialisti. La legge è ora davanti ai deputati. Sa,·à. votata? E' Pl'Obnbile, ma certamente senza che siano accolti gli emen– damenti dei comunisti e, quindi,' con il danno, rispétto alla procodul"a cli commissione, di una perdita di tempo prc• i,ioso, t.;rnto pili gl'ave se il Srnato \"enisse sciolto nella p1·i– m11vern dell'anno venturo. In questo caso la. logge non ver- 1·ebbe materialmente esaminata dall'alt1'o rarno del parla. mento e cli conseguenza non potrebbe cntra1·e in vig"o1~e.c,; Comunque, per il l.o gennaio del 1958 lo strumento legi-– slati,·o per erogare la pensione ai contadini non sar·à per– fetto e, pel'tanto, della pensione i conta<lini non potranno godere. Delle due una: o i comunisti tutto questo non l;-han~o saputo vah1tare; oppure, ~apondolo, hanno voluto che la legge per le pensioni ve11isse portata in aSsémblCa ··ptr innesbwvi una speculazione politica e per figurare, .di fronte ai mezzadri ed ai coltivatori, come i loro unici ·difellsm·i. La prima ipotesi l'abbiamo gitl scaltnta: · ,a socondrt ~einbrn la pù'.1verosimile. Ond'è che si dovrebbe dire che i contadini pagheranno lo «scotto:. della premeditata a;,:io– ne del 'PCI, a loro ,·anl11ggio nollt1 forma e a loro s,van– laggio nelln so8lanza. Non c'è bisogno di ripct01·e che gli emcndamén_ti d1e· i comunisti pl'opongono sono, in la1·ga misura, socialmente giusti, ma sono - e questo è il punto - foort dalla obieUivn realtit di quello che si può ottenel'o. · LICENZIAMENTI s OXO lN CORSO due ,·ortenze, non di e cartello>, cl;e ci paiono comunc1uo significative: una a Castellarn– rnflre di Stabia, p1·ekso i Cantiel'i Meccanici Italiani; la seconda a Marina di Pisa, nello stabilimento FIAT. I giomali non ne hanno ptll'lato molto, onzi pe1· q11All,~ di Castellamma ..e, dove sono stati commessi degli inconce– pibili enori cl"irnpostazione, la st.es. <,a shrnpa di sinish·a non ha, fomito che brevi noti;.:ie. Nell'un caso come nel– l'altro si tratta di licon:r.iRmcnli: 350 a Cttstellammare; 200 a Marina. La direzione dei Canlie,·i J\Ietallurgici ltnliani, un vec– chio stabilimento del gn1ppo l,'alk, lia lice1w.iato gli operai Clel reparto .«lamierini> -ad~uconclo il motivo del riordi– namento aziendale. l11 effetti ìl « lamic1·i11i> è un reparto siderurÈ-'&o di attroz;.:1:1tu1·esnpernte, inse1·ito in un com– plesso metalmeccanico Non si stenta a credere che strut– turalrnente non potesse rogge,·e. Ma come avrebbero fatto R. reggere i 350 lavoratol'i che, con dcconen:r.a dal 15 luglio, ontno stati licenzinti1 A Castellammare c'è una situazione socia.le pesante, o pe1· chi rimanga !-;eni,a lavo1·0 non c'è che l'alto1·11Htivn d.i 1·oshHe disoccupnto per· mrni e nnni. l'n questa condizione cli coso non fa 111el'avig:liache gli operai del < lamierini > abbiano pcl'S0 il controllo <lolle loro azioni. Ancor prima di espo,·ire lA via del~ trattative- che qualche risulbto, trattandosi do! scttor siclen1rgico sottoposto nl regime della CECA, avl'ebbero dato - hanno occupato il l'eparto. li'a invece meraviglitt che la CC] L e la CISL abbinno assecondato un tipo di agitazione che imponen\ un eccessivo sfo1·;.:oai la,·on,tori con nessuna possibilità di successo. L'unica cosa da rare e che non ru fatta, ei·a trat– tare con l'azienda, perché l'i~ssol'bisse il marruior numero cli licenziati in alh'i ropa1-ti, e con il mi11~~el'O, pe1·ché disponesse l'eroga;,-,ione delle provvidenze più opportune. Oli animi, intanto, di fronte ad una situazione che di giorno in giomo si nndava raccndo più difficile, si ina– sprirono: gli operai volevano èssere pagati per l'ultima settimana di lavo.ro logaln:iento compiuto. L'azienda alla fine accondiscese, n.ia chi voleva il denal'o doveva andar– selo a ritirare presso una banca cittadina alla quale aveva dato incarico di rehibuire le maci::tranze. Lo scopo cli questa ~ A i\larina di PisA, la FJAT non ha fatto conoscere i motivi dei licenziamenti. Duecentonovanta pe1·so11e,fra l'aL ·tro operai cli così Alia specializza;.:ione ptofossionale <la co– stituire, per un'azienda, un ve,·o patrimonio umano, sono state pl'ivale delJa loro ·ocoupa~i011e, in un complesso indu– striale fiorente, senza un pl'eciso motivo. La cosa sembra im– possibile. Ma non ~'è fenomeno ~he non abbia una cnu~a. Lu FJAT non lo dice ape1·tamente, ma lo fa capire: nel suo . stabilimento di :Ma,·ina, la li'J,OM ·(CCU..,) aveva avuto la m_nggiornnza nelle ~Joz;.ioniper il rinnovo della C. J. 11 11\o- 11opolio 11011 subì... un simile affronto 1 che metteva in c1·i$i il pl'inci_pio del l'Ìdimensionnmento politico in corso, che ora costftlo fati,·a, tcrnpo · e clena1X), Valletta, con i licenzia– menti s·è pt·eso la sua rivincita ,cd• anche I~ sua·' endetta. Facili enti-Ambe per un potente della struttura monopoli– stica, che impedisce al nostro pae~e di essere un paese : moderno e clemocn1,tico. Non sono supposizioni nostre q 11 e– . ste sull'~rigine dei licen;,r,iamenti. E' lo stesso capo dei per– sonale della lt'JAT che, con molto garbo, lo ha SCl'illo in unn r-;ua lettera al sjndaco di Pisa, allorché, dopo aYerlo rassicuralo <.:henon verrit ope1·ata la smobilitazione dolio stabilimento di Marina, ha espresso il rammarico della direzione del grande complesso tm·inese per non esse1·e 1·iuscita ad instaurare con le maesti-anze, per l'Appunto, dello stabilimento piMno quel clima di sicura e rattiYa collabor11:r.ione che è ormuì b·adizionale in ogni reµm·to ed jn ogni luogo di lavol'O dPlla. FJAT. Sì, tutto questo è stato scritl:o con « gal'bo », ma con il « ga1·bo > del tiranno. Ji.J eontl'o i tiranni, i lavoratori ancol' prima che in· di'" <161 pr·op1·io ~alario e della propr·itt oecupa~ione devono lottn1·e a te.ila bassa per la prop1·ia dignità. Menll'e terminiamo questa rassegna, giunge noti:--.ia cha, in s~guito alla trattati,·e rnnrnne fra le due padi i11te1·es1iale, consule j! sotfosegreta,·io al lavoro, la ver– lenzn della Fiat di Marina « è stata risolta,. ,Anche l 1 A.vanti! COS:Ì intitola un bel 11eretto. Ecco i termini dcl– i'(lcco1·do: l) t·iasso,·bimento con riconoscimento della anzianità precedente a tutti gli effetti di 11umel'O GO la– voratori scegliendoli con i criteri pl'evisti dall'a..ticolo 2 dell'nccol'clo inter·c011redel'ale del 1050 sui licenziamcnli di personale tenendo conlo delle entità numel'iche delle c~,– tegorie intol'medi e impiegati cui 11ppartengono i lavo– rntol'i lic<'.n;.:inti; 2) 11aY-i0nda conisponderà a ciascun lavorntoi·e lice11zi11:toin nggitrnta alla normale inden11it.'L co11frattm1.lo di licenziamento una indennità cli 250.000 lire; 3} l'nzienda, accogliendo le ,·i,·e pressioni del sotto– scgretnrio, mette a di8posi:zione la somma comples.~iva di L. 23.000.000 da distribui1·e ai lavotatori interessati in ag– giunta nlla indennità extrn-cont1·attuale di cui al punto 2. Sarebbe importllnte come p1·imo successo, ma si può essel'e sicu,·i che saJ"à p,•jmo e ultimo. Il padrone è il pndi-one, e i sindacnti hanno ormai la forza che hanno. Jn fondo, 11011 avrebbero potuto i dirigenti dellA li'JAT ele. vare in pa1'1'en;,:a il numero dei licenziati, propl'io nella pl'evii;;.ione del succcs ivo « conteni ino,? Certo, questo sospetto può ginstamente apparire ispirato da qualun– quistico cinismo, e non vi insisteremo. Non possiamo però dimenticare che anche la pioggia dei milioni generosa– m~nte eln1·git.i non sn1im1isce la realtà di 230 licenziati in una zonA in cui, esaurili i denari dell'indennità, le 1 oc– ca!-;ioni cli lavoi·o sar·anno sempre vicine al numero zern. FRANCO VERRA L'ECONOMIA DELl.,A RUSSIA SOVIE1'1CA di Harry Schwartz La pubbl1c,st1ca tu/l'economia sovietica è vostisstma; ma mau– ccrno I lavori d'i?1steme, capaci di o.flrire ur. quadro orgat1ico, almeno approssimativamente attendibile, del vart aspetti di quel– la compleu realtà. e della politica. economica attuata dalla di• rige112a sovietica tn oltre un tre11te,rnto. Lo Schwartz e il gruppo di studiosi che h,;atrno collnborato con lUt hanno cercato a,ppun– to, attraverso un'indagine laboriosa e scietit1ftcamente f<mdota, di colmare questa l.lcu~a. In un'opera di questo 9ener,. 110n pos– so,io man,·are di/etti: ma nessuno che vor,llo ,arsi un'idea pro– i,na delle linee maestre dell'economia sovietica (e quindi della slrttttura stesso della soctetli russa contemporanea) potrd. fare a meno d1 valersi del copiosissimo materiale raccolto ti1 quest'opera e del tentativo compiuto dal prof Schwartz e dai suoi collabo• mtorl di trarne uno tnterpretadone intellegibile e vallcta a.ncllt per U futuro. LA NUOVA 11ALJA F_JRENZE Volume del formato J6x23, dt pagine XV11I·136 con sopraco– perta 11; coJo:•i di O. Boscht, In vendita al prezzo di L. 6000

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