Nuova Repubblica - anno V - n. 29 - 21 luglio 1957

6 UNOSGUARDOAl,LA' FUANCIA DI IERI N ON E' VERO che il nostro appello si ind.irizzi. alla <( b~sti~ _un~an1~', Noi faccia.mo app~llo noi~ gi,i al. l'mvidrn, ti pm basso fra t _rnovenh umani, ma aJ. J'i,-:linlo <li giustizia e di rnjsericordia che sono i più nobili sentimenti dell'uomo. Noj tentiamo di snscitare nell'uomo una nuova morale che lo risvegli alla libertà». « Il sociali. smo è nato da. nna rivolta dei senUmenti offesi .... », pe1·ciò: « il socialismo è una concezione morale pili che una dottrina filo.c.ofica ». In queste parole che nel ]!)24 Le6n Blum ~criveva per Hevue de Pa.r·i~ è la chiave per la comptensione del pRn~icl'O e dell'azione del cupo socialista. ln esse è dato gii\ ravvisare motivi e temi, che l'angoscia della scon– fìtt:a e le ·tr·ibolazioni della prigionia in un campo nazista rendonwno più chiari e dispiegati, e che, filtrati attra– verso l'esperienza di un tragico decennio di storia, costi– tuiranno il nuc.leo di quell'aureo lib1·etto, A l'echelle hu- 11w·ine~ che giustamente va consideralo il pilÌ cospicuo insegnàrnento dell'allievo· di Jau1·ès per il mondo soc.:ia- 1 ista, non soltanto francese. • La rf•cente abpar:izione, nella collana- Les temp8 mo– dernes diretta d& J. P. Sartre, di un agile volumetto do– vuto al!a penna .di Coletle Audry (C. Audry, Le6n Blum. ou la 1)0lit·ique du Juste - Easa·i. Par.ìs, J 'uilla.rd 1955) ci offre l"opportunità di ricordare ai_ lettori di qneslo gior– nale una delle personalità più vive del socia.lismo europeo. La lesi della Audl'y che, come si sa, è una fra gli espo– nenti più in vista del socialismo francese (direttrice della battagliera. rivista La Nou.velle Gauche) è strettamente con– dizionata da.Ile posizioni pratico.politiche del movimento in cui essa milita. Non ricostruzione storica, quindi, ma utilizzazione di dal.i storici in funz.ione di una ben determinata piaUa– fonna politica. Che poi non sarebbe 1rn procedimento scor- 1·etto, purc,hé, beninteso, i dati utilizzati vengano retta– men1e interp1·etati. Cosa, per la verità, che la Audl'y non sempre fa, con avvedutezza. Per esempio, l'assimzione <li rnaltà politiche contingenti a categorie di giudizio è stn– riograficamente condannabile. Ma, a prescindere da ciò, il libretlo, almeno alle .conclusioni, aniva a. porre degli in– terrogativi angòsciosi alla coscienza dell'uomo di sinistra. lnCatti aU'A. sembra che .il «caso» Blum ponga il pro– blema della devozione deJl'intelletluale-dirigente alla causa della classe opern.ia . Dice l'A.: « Attraverso ciò che hA fatto Le()n Blum traspare puntualmente l'immagine di ciò che. egli av1·ebbe voluto essere, immagine alla quale il capo socialista è re.:.tato ognora fedele. Questa. immagine del Giu.8to interdice all'uomo politico le arnbizioni me– dl0cr1, i trndimenti volgari, ma a questa immagine Bll1m ha. sacrificato le decisioni audaci e il ricoYso necessario all& forz.a ». E l'Audry soggiung~: « Se Leòn Blum l1a, potuto confondere i giudici d-i Riom e cattivarsi fa. stima. de.i suoi avv~rsa.r·i, s'e Leòn Blum è 1·i11scito a g'uadagnal'Si l'anima, purtl'Oppo egli ha perduto 18. rivoluzione che aveva scelto di servire. Alla volontà delle rnasse che l'avevano portato al potere, eg1i ha preferito la sua salute. personale,. J.?Ove .~ chiaro che « fedeltà alla rivoluzione» è uno pseuso– c_ofl.cetto _privo di quah:;iasi contenuto re~le. E poi: cosa. sigri'ifica se,n,jre la. rivoluzione? Forse, cornpie!'e la rivo– luzione che il Fronte popolare si proponeva di attuare? La verità è che il Pronte popolare, uscito vittorioso nel febbraio.del 103G e asceso al potere il 4 giugno, non poteva compiere nessuna rivolu;,,ione. E vediamone il perchè. Torna acconcio prendere le mosse dal Congresso So• ci!llista di Strasburgo del febbraio 1920, nel corso del quale si addivel'l·à, praticamente, alla condan.na della Se.– conci~ Internazionale. E' vero che la mozione conclusiva parlt! di ricosh-uz.ione della vecchia Jnternaz.ionale ·(dalla. quale, peraltro, gli italiani e gli svizzeri già si sono al– lontanati), ma questo era un modo di lasciare. formalmente insoluto un problema. già scontato. li Congresso invia a 1\-1:osca, a scopi di studio e d'jnformazio~e, Cachin e Frossal'd, allora segretario de_l Partito, poi del l'C e, infine, ·collabo. ratore di Lavai. Da Mosca questi due personaggi .Portano le famose 2 l condizioni, che già. si erano impegnati ad ac– cettare. Il centrn di Longuet e di Paul Faure le accetta con riserva, mentre vengono sub.ito respinte dal gruppo di Bracke, Blum, Mayeras e Paoli. Di queste condizioni dirà Jules Guesdes: « Per al::une di esse mi sono battuto sempre nel corso della mia vita, per altre ho provato sempre una invincibile repugnanza ». Queste parole ri– specchiano, altresì, lo Stato d'animo di Blum il quale, pur rendendo omaggio ai risultati ottenuti da Lenin e da 'l'rotsky, non riesce a. nascondere il _suo disgusto per i mezzi imp.iègati dai russi, mezzi che gli sembrano nella tradizione di pope Gapon e di Hzew. Si tratta, è vero, di un semplice stato d'animo, quasi un'anticipazione della celebre rivolta gidiana; ma al Congresso di Tours essa arriva a definirsi più nettamente. A questo Congresso Blum, con un discqrso di una lucidità estrema, precisa che è impossibile trovaJ'e un compromesso. Le 21 condizioni, o si accettano o f:i respingono. Il socialismo della. Terza Internazionale è un socialismo di tipo nuovo, assolutamente estraneo alla sensibilità e alle tradizioni del Movimento operaio francese, politicamente e moralmente. pili ma– ture del proletariato russo. Per il proletariato russo la dottrina e la tattica leniniste potranno essere obbiettiva– mente utili. Al proletariato francese no. Ma poi preci8a ~he la concezione leninlsta della dittatura del proletariato, m effetti, non è altro che la dittatm·a di una. persona o di un gruppo di persone appoggiate dalla burocrazia del part-ito. E conclude: « Va.I la pena di correre i'alea. quando esistano. le possibilità di compiet·e una rivoluzione ra.gio- nevole?... C.ornunque, noi siamo profondarnent.e convinti che mentre alcuni compagni correranno l'avventura, è d'uopo che qualcuno rimangll, a cu~todire la vecchia casa ... Poiché oggi non si tratta di" salvare la unità del partito, si tratta, al contrario, di salvare il Socialismo». Si arriva così alla fase terminale del Cong,·esso. Nella notte dal 2U al 30 settembre del 1920, 3208 voti si riversano sulla mozione approvante le 21 condizioni, 1022 sulla mozione Longuet (accettazione con riserva), rnentrn gli amici di Blum Ei astengono. Astensione - pi-ot,esta: ché, del resto, essi pote– vano conta,·e solo su 397 voti. Le sorti dei due partiti non venivano, per que8to, definitivamente segnate. Anzi, quando la tragica follia naz_i~fascista si abbatté sull'Europa, la politica di j!'ron'te popolare fu l'unlco, naturale argine che le democrazie vi poterono opporre. ' li 26 aprile e il 3 maggio J93G gli scrutin.i decretarono contro i 4.323.497 voti delle destre, la vitto1·ia del Fronte con uno scarto di 791.949 voti. E' stato detto che condi– zione di questo successo fu la coesione politica del li'ronte. Ed in un certo senso è vero. Il 31 maggio 1936 Blm:n precil"ava al Congresso socialista: « ... TI governo che il partilo costituirà non sarà un governo Kerensky. Del resto, nella Fi-ancia d'oggi l'eredità di un governo Kerensky non sarebbe cel'tamente raccolta da Lenin ». Tuttavia, passati gli entusit1smi della vigilia, apparve evidente che all'in– terno del FrOnte la posizione dei comuhisti non era certo delle più chiafo. I p1·imi segni si ebbero quasi subito, quando il PC inh:iò la campagna-- per il Fronte naz.ionale, ossia pet· un Fronte nel quale ,avrebbero dovuto trovar posto le Croci di Fuoco, i volontari nazionali, e tutti coloro che « come noi vogliono una ·Fl'ancia fori.e e felice con dei governanti e dei rnpp1·esentanti onesti e corag– giosi ». Dinanzi a questa svolta comunista, Blum tiene ferma la validità di quanto aveva dichiarato al Congresso di maggio, e cioè: « lo... tutto affronterò, fuorché una cosa: il disaccordo con il partito, il disaccordo con l'insieme• della classe operaia. Questo ~arebbe lm ostacolo inso1-n\On– tabile, insormontabi-le perché io J)ersonalmente non potrei superarlo». Difficile trovi:tl'e il perché di un siffatto atteg– giamento, _immutato persino (}uando i ·72 deputati comu– nisti, dopo una. 1 dichia.i·azione di~ voto estremamente dura di Duclos, arrive.rtinno\ ad astenersi, nel corso di una vo– tazione di fiducia. E' stato detto, e forse non a torto, che l'atteggiamento comunista è predeterminato dal corso della politica estera 1:1ovietica,'-che di lì a tro a.noi arri– verà alla firma del patto germano-russo. Ma, almeno in LEVIENAZIONALI (con.tinuaz. da pag. 5) quest'ultimo di sottrarsi all'attuale. totale soggezione eco– nomica a Mosca, la quale ne condiziona necessariamente le mosse politiche. Oggi si può dire che un'altra ragione ha forse indotto Mao a pubblicare, in giugno, il proprio discorso: il fatto che in Russia stesse per risolversi, pro– prio in quei giorni, la lotta fra i gruppi contrapposti. Con la sua decisione Ma.o. prendeva· così nuovamente posizione per un gruppo c'Ontro l'altro; non solo: avver– tiva che egli si riservava la più completa libertà di ini– ziativa nel caso che quella lotta si fosse risolta in modo difforme dai propri orientamenti. Non a caso venne con– fermato, nella stessa epoca, il viaggio m Polonia, e fu annunciato che esso avrebbe potuto aver luogo molto presto. L'Unione Sovietica correva così il rischio di veder' scardinare il proprio sistema europeo, e anche di ciò Kru– sciov si valse per orientare le deliberazioni del comitato centrale del PCUS e la sua risoluzione finale. Si potrebbe quindi ritenere che certe affermazioni di quella risoluzione siano una manovra tattica diretta a consentir.e il riaffermarsi del predominio sovietico sui « sa– telliti )>, e certo è difficile escluderlo tassativamente, anche se siamo indotti a fario, per le considerazioni che prece– dono e perchè non può essere senza significato che la Cina abbia Parteggiato per Krusciov ben prima degli ultimi ·avvenimenti. In ogni caso quelle affermazioni, tat– tiche o non, hanno già prodotto effetti concreti: hanno raf– forzato la posizione di Gomulka (che poco tempo fa molti giudicavano ancora precaria), ed hanno legittimato ini– ziative di politica estera che esorbitano dallo schema delle relazioni internazionaH fino ad ora imposto da}l'URSS ai paesi del proprio blocco, ai quali non era consentito in– trattenere effettivi rapporti bilaterali. Poco conta che la Russia ponga su nuove basi le relazioni con i satelliti, di sua volontà o sotto la spinta degli avvenimenti, per il timore di restare isolata: l'importante è che ciò avvenga. Ad ogni buon conto l'incontro tra Mao e Krusciov ci fornirà - ripetiamo - il primo preciso elemento di giu– dizio della realtà della situazione sovietica, specie se· quel– l'incontro produrrà, come sembra, una nuova ·-«carta mondiale del comunismo». Era infatti pre_sumibile che avesse carattere interlocuto.rio il .viaggio di K. e B. in Cecoslovacchia, avvenuto all'indomani degli sconvolgi– menti moscoviti; ma carattere interlocutorio non cre– diamo possa averlo una risoluzione che chiuda i colloqui fra i due « grandi » del comunismo: se un fatto simi}e sì verificasse sarebbe insieme una manifestazione di impo– tenza e l'espressione di una crisi operante all'interno del blocco orientale in misura superiore ad ogni a_spettativa. In sostanza è logico attendersi che M~w e Krusciov, riba– discano, per dirla in breve, la famosa' dichiarazione del (1721 RlfflflÌ. repubbfic~ q,rnsta sede, è preferib.ile limitars.i a. trovarne Ja spiegi,..– .zione nelle ragioni stesic-e del 1-'ronte. E' facile rin:ianere uniti contro la reazione, chè, in questo caso, la sCarsF.1. ornogeneit.i't incide 1·elalivamente poco. Ma quando si trfltt.a di passare dalla fase di difesa a quella dell'attacco, dal momento critico a quello costrutt.ivo, bisogna avere un , rninimo di affinità e. coerenza, che il Fronte era. lungi da.I possedere. . Si p11ò di.re che le sorti del Fronte erano giii segnale, per l'abbandono dei comunisti nel mese di dicemùi-e. Per cui, quando nel febbraio .del J937 Blurn pl'ochnna la q:: pausa :s, sociale (per eff~tlo della politica economica SO· cialista i costi di produzione" erano amnentati in misura superio1·e al margine di svalutazione, sicché fu necessario contrarre prestiti sul mercato inglese ed emetterne uno sul mercato interno), tntti si resel'O conto del fallimento della politica. blumiaua. li blocco rimase anl'ora per qual– che tempo al potere, ma ]'esperienza socialista era. or– mai conclusa. Da questo momento Bl11rn prende coscienza dell'irnpos– sibilità di poter· f~re una politica socialista. con l'appoggio dei comunisti, e d'altro canto si rende conto dell'insuffi~ cienza dei partiti socialisti tradizionali. Convinto che un'organizza;,,ione 1·az.ionale della società esigesse l'avvento del Socialismo, Blum credeva che questo fosse razionale - e giusto. Ed appunto perché razionalità e giustizia ve– nivano a combaciare, Blum non potèVa dubitare d.et ' so– cialismo. Disse un giorno: « Dubitare del socialismo si– gnificherebbe servirsi della ragione per dar torto alla ra– gione:.. Cli sembrava che il, comunismo demoralizzasse la classe operaia, la diseducasse, ·presentandole come ge– niali e scientifici gli aspetti' pili deteriori del machiavelli~ smo reazionario. Il socialismo per lui ~era la moralità innanzi tutto. E se questa. moralità fino allora non era riuscita ad affermarsi, era pel'ché tale moralità non aveva ancora trovato la sua pili perfetta elaborazione. Di ciò Blum· non faceva, come ovvio, colpa al socialismo, sib– bene ai socialisti, colpevoli cli aver degradato quello a dottrina economica. li· lettore degli scritti ultimi di Blum ha l'irnpre;o;sìone che il capo socialista si dibatta nelle spire del sogno della Repubblica platonica; tutlavia non può non commuoversi quando legge: « lo sono entralo nella viHt politica, a8sai tardi, allo1·ché la mia personal·ità, per molti l'Ìgwndi, el'a già IFdl'e for·mata. Io vi sono entrato, po:-1so dirlo sinceramente, gra;,;ie· a condi½ioni un po' insolite, nel 8enso che io non sonO un uomo polil"ico che un bel giorno s'fi messo a farn del socialismo. lo sono sociafo,ta da sempre. Nell'età di ragione la convin– zione socialista e le cil'coslanze mi htrnno calapulhllo nella /vita pubblica, e il partito mi ha incaricato di fore politica». Può darsi che i.I socia.li ::;r_nodi Blum sia troppo intel– lettualistico, che le ·sue costruzioni ideologiche siano criti~ cabilissime; tuttavia non bisogna lasciar perdere li s11p insegnamento, pei- quel che ha di nobile e di permanente. GIOVANNI BUSIÌ!IO 30 ottobre 1956, con la quale il governo sovietico rico– nobbe espressamente come « indispensabile tenere piena– mente conto del passato storico e delle particolarità di ogni paese postosi sulla via della edificazione di una nuova vita ,>. Con ciò veniva sancito in un documento· ufficiale governativo quel principio delle « vie nazionali del socia– lismo» che era smentito nei fatti, pochi giorni dopo, dal– l'intervento delle forze armate di Mosca contro gli insorti ungheresi. Noi siamo ottimisti sull'evoluzione del mondo comunista, ma proprio per questo ci sembr~ legittimo chiedere che Krusdov dJmostri di ess~re stato costretto alla repressione ungherese, e che Mao dimostri che sono solo normali « crisi di crescenza » alcuni irrigidimenti re– centi che si riscontrano nella situazione ill.terna cinese; l'uno e l'altro devono ribadire la loro volontà di operare per un effettivo rinnovamento dell'organizzazione struttu– rale dei paesi comunisti. Occorre anche dire, però, che in tanto il mondo occideri– tale può pretendere in quanto dimostri a sua volta la volontà e la capacità di impostare su nuove basi i rap– port( all'interno di esso e fra esso ed il mondo orientale. Appare pggi tanto più vero che una iniziativa autonoma cinese è possibile a patto cl)e il governo di Pechino non debba sentirsi isolato se in dissenso con l'URSS: il che significa, per esso e per gli altri satelliti, che si devono considerare Je « vie nazionali del socialismo>) non in sem– plice funzione anti-sovietica, come mezzo di scardina– mento del sistema comunista, ma piuttosto ric_onosccre che aiutarle a consolidarsi corrisponde comunque al gene– rale interesse della pace e costituisce il ·presupposto Pe.r: chè ogni singolo paese torni ad assumere, in seno all'Or– ganizzazione internazionale, la propria precipua funzione, di conciliazione e moderazione delle controversie, al di fuori e contro i blocchi contrapposti.. E' venuto ormai jl tempo di rivedere tutti gli strumenti della politic? ç>:eçi– dentale: perchè non è certo rendendo difficili le trattative per il disarmo - così come fanno la Gran Bretagna ~e =1{1· Francia - che si può riuscire ad evitare che gli Stati Uniti e la Russia raggiu'ngano un accordo diretto che san– cirebbe la definitiva dipendenza di tutti gli altri paesj. Solo una iniziativa coraggiosa del maggior numerO possibile di. paesi occidentali può valere a condizionare efficacemente la politica americana ed insieme favorire un corrispettivo condizionamento della politica russa da parte di analoghe iniziative dei minori paesi del blqcco orientale ..I laburisti ed i socialdemocratici tedeschi hanno dimostrato di avvertire la realtà della nuo~a situazione, e c'è da augurarsi che l'uno e l'altro partito possano.~ surgere, prossimamente, al potere: ma se indipendente– mente,,da ciò i governi oecidentali non sapranno dimo– strare, fino da ora. di voler battere nuove vie, dovrannQ poi rimproverare anche a se stess{"ogni eventuale ir_rig,- dimento.- nell 'ambi.to . del-m~ndo.'.'°comunista. ,,.,,,. FRANCO RAVI\'

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