Nuova Repubblica - anno V - n. 29 - 21 luglio 1957

(t 72) nu11v11 rerubhUcà (Krusciov in C.~coslov:1cchi:1: e ... dou·uavo/~. 11iccio11ri11i mit:'i, ·(J11(rnd11 ,io; coAlrniuomo ìf -,qciali.~1110 in l(IM$ia7 :t) (bi.!. di Dino Boschi) SVOLTA SOVIETICA - Dalla colomba _a.i piccioncini SETTE GIORNI ·.NEL MONDO Ilj V()T() Al NEGRI I L ·DIBATTITO iniziatosi in questi giorni al Senato americano in merito al diritto di v·oto dei negri negli · stati me1 1 idiona1i degli Stati Uniti coinvolge una delle questioni essenziali per la democrazia americana: la pa– rità di diritti fra tutti i cittadini, che, garantita dalla Co– stituzione, non ha mai trovato effettiva applicazione in quegli sté\ti dove Ja popolazione bianca si sforza in tutti i modi di conservare i propri privilegi. Infatti, dopo la sconfitta sudista nella guerra di seces– sione americana, la liberaziolle dei negri non fu seguita da una loro effettiva emancipazione civile ed economica. ç Mentre i negri che emigravano nel Nord trovavano un clima di maggiore tolleranza razziale, nel Sud la popo– lazione bianca sconfitta e la popolazione negra liberata continuavano .a vivere in uno stato di reciproca diffidenza. Bisogna rilevare, a questo proposito, che il problema della convivenza fra le due popolazioni era ed è tuttora molto più acuto negli stati del Sud, perchè io a1cuni di essi 1 come, per esempio, nelJa Georgia, la popolazione bianca e quella negra sono numericamente quasi equiva– lenti; mentre in quelli del Nord, come New York e l'Il– linois, ariche dove esistono forti nuclei di popolazione nera, questi sono invece seml)lici. isole minoritarie in mezzo ad una stragrande maggioranza bianca. La virtuale negazione dei diritti politici e civili ai negri del Sud ha avuto per effetto di lasciare in mah.o alla popolazione bianca l'esercizio e l'abuso del potere politico e giudiziario, che serve a mantenere in uno stato di permanente .inferiorità non solo razziale ma anche ma– teriale 1a: PO.J?Olazionedi colore. La linea di colore, sia pure con .notevoli eccezioni (come i « poveri bianchi» del Sud e qualche imprenditore nero) si confonde così con una linea di classe, spesso messa a repentaglio, dopo la Guerra di Secessione, dalla decadenza dell'economia sudista. La lotta per la liberazione dei negri e per l 'ugua– gliania delle razze negli Stati Uniti fu opera di un Presi– dente repubblicano, il Lincoln, con la guerra di secessione, e da allora il Sud è rimasto « solidamente » fedele ai de– mocratici e. chiuso ai repubblicani, anche se. nella toper grafia politica americana, specie a decorrere dall'era di Franklin D. Roosevelt, i democratici del Nord sono diven~ tat{ una moderna sinistra democratica, i repubblicani un partito conservatore di centro destra e i democratici <lel Sud, su mo]te questioni, a cominciare da quella dell'auto– nomia degli Stati, specie in merito alle questioni razziali, un partito nettamente di destra a tinte feudali. L'apparato politico democratico si è sempre sforzato di tenere uniti i democratici del Nord e der Sud in un unico partito, per sommare i loro voti nell'elezione del Presidente degli Stati Uniti e per conservare il •contrOllo del Congresso e delle sue potenti commissioni parlamen– tari, in seno alle q_uaJi la maggioranza dei seggi e Ja pre– sidenza vanno di diritto ai membri più anziani del pa,rtito che controlla formalmente la maggioranza di ciaScUna as– semblea. Que:;ta U)Utà ha indotto anche alcuni dei demer cratici più avanzati, come il candidato alle ultime ele- zioni presidenziali Stevenson, ad essere .estre·mamente reticenti sulla questione razziale, mentre i repubblicani, molto più conservatori in politica sociale e in politica estera, s(mo s m)>re stati i paladini dell'Uguaglianza fra le razze. Da Quando i repubblicani, con le elezioni del 1952 e del 1956, nonostante la loro chiara piattaforma antiraz– zista, sono riusciti a penetrare elettoralmente anche· nel Sud, la sorte dei rimanenti bastioni razzisti del Sud era segnata. I primi colpi seri sono stati assestati dalla Corte Suprema, quando, norhinato alla presidenza della Corte il coraggioso ex governatore repubbÌicri.no della Califor– nia, Earl Warren, noto per le sue 'idee liberali, venne rico– nosciuta l'incostituzionalità della discriminazione razziale nelle scuole. La battàglia per l'uguaglianza razziale in tutte le scuole americane è ancora ben lontano dall'essere vinta, ma, in due anni, essa ha fatto passi da gigante, grazie alla prudenza con la quale il governo americano è riu– scito a fare scomparire progressivamente la discrimina– zione, senza determinare un sollevamento massiccio di tutti gJi stati del Sud. OraJ con il disegno di fogge sotter posto al Congresso per consentire ai negri di esercitare liberamente .il loro di1:itto di voto anche nel Sud, il go– verno americano compie un nuovo passo contro la discri– minazione, che potrebbe essere decisivo. · Il gior'no in cui, anche in Stati come la Georgia, tutti i cittadini, senza discriminazi'one .di colore, potranno ver tare liberamente, i-1 « Solid South » cesserà di essere vin– colato ai democratici sudisti (e quindi i r~pubblicani ne trarranno diretto giovamento), ma cesserà pure di essere una pe11manente remora feudale e retriva a qualsiasi poli– tica di progresso, da chiunque sia effettuata, repubblicani o democratici del Nord. Conviene ricordare che, proprio perchè egli rappresentava un elemento di progresso e di tolleranza razziale, il Presidente Truman dovette condufre la sua campagna elettorale, nel 1948, non solo contro il suo avversario repubblicano, Dewey, che sconfisse, ma anche contro un candidato democratico del Sud, che gli sottrasse molti voti sudisti, risultati poi inaspettatamente non determinanti. La battaglia per la parità elettorale fra neri e bianchi non sarà facile, .in seno al Senato, dove la tattica del « filibustering », ossia dell'ostruzionismo, continua prati– camente a trovare un'applicazione illilllitata, a meno che la maggioranza dei due terzi non decida di porre fine alla discussione e di passare ai voti. Nonostante la coalizione, in questa battaglia, fra senatori repubblicani e senatori democratici del Nord, s embra assai difficile costituire una maggioranza quéilific3.ta dei due terzi per impedire l'ostru– zionismo sudista a oltranza. Il problema è comunque posto al paese e proprio da chi, come noi, non ha mai esitato a deplorare questa. gravissima colpa della democrazia ame– ricana, era doveroso il riconoscimento che, anche in que– sto camPo, la m~rcia del1a democrazia, in un paese civile, è incontenibile. PAOLO VITTORELLI MAO-'l'SK VERRA' H EUROPA LE VIE· NAZIONALI di FRA .. CO RAVA' 5 S TA PER INIZIARSI il viaggio in Europa di Mao Tse-tung, ed esso assume particolare rilevanza alla luce degli avvenimenti sovietici, la cui soluzione la politica cinese ha probabilmente contribuito a determinare, In ogni modo, l risultati degli 'incontri di Mao con Kru– sciov, con Gomulka e con Tito (se vi sarà) costituiranno il primo elemento certo di giudizio sulla effettiva portata delle recenti decisioni del comitato centrale del PCUS. Come era prevedibile, vari commentatori politici si sono affrettati a dichiarare che nulla è cambiato in Russia, e che stanno a dimostrarlo l'invariato atteggiamento di Zorin alla commissione per il disarmo ed i discorsi pro– nunciati da K. e B. in Cecoslovacchia, ancor tutti pieni di minacce contro il mondo occidentale. Noi non crediamo che un tal giudizio sia esatto, innanzi tutto perchè non è per niente sicuro che la situazione interna dell'URSS sia stabilizzata: anche il Deuscher, infatti, ha riconosciuto che nel nuovo Praesidium, su 15 membri, solo 7 sono d1 piena fiducia del primo segretario, e non è escluso perciò che questi debba ancor fare varie concessioni ai propri avversari. D'altra par.te , abbiamo scritto e ripetiamo che ogni trattativa per il disarmo finisce per risolversi in una schermaglia improduttiva se non si inserisce nel quadro di un preventivo generale accordo politico. Infine è da avvertire che un irrigidimento diplomatico consegue nor– malmente ad ogni rivolgimento di regime, per il compren– sibile timore dei governanti che ogni loro concessione appaia come un atto di debolezza, che potrebbe pregiudi– carli nell'ulteriore sviluppo della lÒro azione di politica interna ed estera. Anche dopo la destituzione di Malenkov da primo ministro si ebbe un periodo di tensione negli affari interr;iazionali. Giova dire, a tal punto, che non è affatto vero che Malenkov ~a· da coflsidei-arsi un uomo di «destra», se s'intende affermare, con ciò, che egli fosse orientalo verso un rinnovamento delle strutture dello stato sovietico, quali' erano state costruite. da Stalin. La sua politica « disten– siva »'era solo l'ineluttabile conseguenza della decisione di favorire l'incremento della produzione dei beni di con– sumo a danno dell'industria pesante; ma. una tale deci– sione, a sua volta, mirava soltanto a favorire una stabi– lizzazione della situazione interna attraverso un certo ele– vamento del tenore di vita delle popolazioni, sempre però tassativamente escluse da ogni partecipazione al potere ·politico ·ed economico dello stato. Ben più riyoluzionario è il piano di decentramento· economico proposto ·aa Kru– sciov il 30 marzo di quest'anno, poichè è certo -=- come ha ben notato in altra sede Vittorio Or-ilia - che nel– l'Unione Sovietica la concessione di libertà politiche deve. necessariamente essere preceduta dalla concessi.one di libertà di tipo amministrativo ed economico, da una tra– sformazione lenta delle strutture del paese, la qua1e consenta una partecipazione al potere di un magg·ior m1.: mero di. elementi e così determini « la formazione di ' una, nuova classe dirigente, che non potr.à, a un certo momento, non porre a sè stessa il pr9blema delle ·libertà politiche». Del resto, il più importante documento ideologico del mondo comunista di questi ultimi anni, è rappresen– tato dal discorso di Mao del 27 febbraio 1957: mentre il XX Congresso av~va infranto il mito di Stalin ma senza dedurne le naturali conseguenze in ordine aJJa revisione del sistema, quel discorso, invece, aveva avuto il carattere di « un'esplosione di dinamite» per tut.to l'ordinamento del blocco orientale, dati . i suoi forti ac– centi antiburocratici, il suo incoraggiamento alla libertà di espressione, e le sue idee liberal.i perfino di fronte agli scioperi degli operai'. Orbene, il governo di Pechino ha apertamente e totalmente approvato l'eliminazione del « gruppo anti-partito », e questa sua pubblica par– tecipazione agli affari ·interni sovietici (la prima che si sia verificata) conferma la fondatezza dell'informa– zione se~ondo la quale Krusciov ricorse all'aiuto di Mao nel novembre scorso, quando il precipitare della situa– zione ungherese ne mise in pericolo la posizione, ed egli fu sul punto di essere sconfitto dagli stalinisti. In quel– l'occasione Mao, invitato a intervenire direttamente nella soluzione delle controversie interne sovietiche, vide au– mentare la propria autorità fino al punto che si ritenne in grado di assumere, col discorso citato, la lead'2rship ideo– logica del mondo comunista, ed a rivendicare, con ciò, anche una priorità di iniziativa politica. Tuttavia, solo lo scorso mese egli si sentì tanto forte da divulgare il suo rapporto, e ciò - si pensava - a seguito del maturarsi di alcuni nuovi fatti di politica internazionale: 1) il ri– torno ad una fase di «distensione»; 2) il proseguiment" delle trattativè per il disarmo, le quali non possono non riproporre la questione del riconoscimento della Cina e della sua ammissione all'ONU (con ciò consentendole una autonomia di politica internazionale); 3): la decisione della Gr~n Bretagna e di altri paesi di intensificare i commerci con il governo comunista cinese: con il che si profila il realizzarsi di una situazione che consenta a (segue a pag. 6, Z.a col.)

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