Nuova Repubblica - anno V - n. 26 - 30 giugno 1957

(169)· nuova repubblica (Dis. di Dino Bosclii) Questa Italia di - santi, di poeti, di navigatori, di equilibristi... \ I SETTE GIORN,I .NEL MONDO I LE /IPER'fURE D·IM/10 C OMMENTANDO la relazione di Mao Tse-tung del , febbraio scorso, il cui testo è stato pubblicato in qu~sti giorni sulla stampa cinese e sovietica, la rivista inglese The Economist· osserva, che « il discorso segreto di Khrusciov del febbraio 1956, le riforme ra– dicali della Polonia, l'insurrezione ungherese e la nuova J~rÌ.e,a, cinese si. possono considerare come 'una catena ininterrotta di avvenimenti, che continua a svilupparsi e di cui la dottrina di Mao non costituisce l'ultimo anello». Quali che siano gli elementi negativi di questo svi– luppo - e la relazione della ~ commissione dell'ONU sull'Ungheria conferma la gravità di quanto è accaduto in quel paese - l'interpretazione della nota -rivista in– glese rientra in quella Jinea liberale che, specialmente dopo il XX Congresso del PCUS, si è sforzata di co– gliere tutti gli elementi positivi che si andavano ma– nifestando nel mondo comunista, senza lasciarsi , in– dure dai fatti d'Ungheria a ristabilire una cortina fra durre dai fatti d'Ungheria a ristabilire una cortina fra due blocchi contrapposti, nella consapevolezza dei peri– coli di un ritorno alla guerra fredda e alla lotta fra due opposte influenze egemoniche nel mondo. Il discorso di Mao Tse-tung, , in particolare - se– guito, in questi giorni, dalla pubblicazione, sulla stampa cinese, di critiche asprissime alla politica del governo Comunista cinese, che avrebbero certamente suscitato scandalo, per la loro violenza, anche in un paese demo– cratiCo -, diinostra che, con forme che gli sono proprie, il mondo comunista si accinge alle revisioni di molte idee_ cardinali che, fino a tempi abbastanza recenti, costitui– yaqo altrettanti dogmi della dottrina comunista. Basta pensare alla tesi della contraddizione in seno alla società socialista, già da qualche tempo enunciata da Mao Tse-tung e sviluppata più ampiamente nella sua re– lazione di febbraio, per rendersi conto che perfino le premesse teoriche sulle quali si fonda il concetto di <lit-_ ta"tura del proletariato v_engono oggi rimessé in discus– :5ione, setibene le cònseguenze tradizionali che derivano dq. queste premesse continuino a rimanere -parte inte– grante della doÙrina comunista Ortodossa e della poli- tica dei regimi comunisti. Ma dal momento che si parla di contraP.dizioni in– terne in una società socialista, dal momento in cui, come fa Mào, si sottolineano con preoc~upazione le differenze di livello di vita fra operai e contadini. le incomprensioni fra 'militanti a'i" partito e intellettuali non maI_"xisti, sì invita implicitamente -il mov~mento comunista a non cul– larsi p"iù nelle illusioni che derivano da una concezione astratta del1a società, a non dedùrre più da questa con– cezione astratta, come conseguenza lbgièa e necessaria, un .equilibrio polìtic0 che può essere m:antenuto solo con la forza di una dittatura che finisce per essere neces– sariamente quella della bur:oc11azia di partito. Si finisce insomma per riproporre tutta la tematica della distin~~e tra comunismo dittatoriale e socialismo .democratico, 1 còstringendo anche il socialismo democra– tico a ripensare in modo critico i suoi giudizi sullo svi– luppo di alcune società comuniste. Infatti, una società comunista che $ia costretta a reggersi perennemente sulla forza della dittatura del partito comunista e della burocrazia statale e che im– ponga l'accettazione senza ,riserve dei miti -con i quali giustifica tale dittatura è :una società chiusa; e una so– cietà çomunista: chiusa non cons'ente di?loghi con il so– cialismo democratico, ossia con il socialismo che ripudi questi miti o alcuni di questi. >-).-< ~eco alcuni dei miti principali sui quali si fonda una società comunista chiusa: l'evoluzione naturale, sotto la guida del prolet~nato, yerso la società senza classi; da questo mito si deduce la. mancanza o il superamento, in una società socialista, delle contraddizioni della società borghese; durante il periodo di transizione, che può es– sere più lÙngo a causa dell'accerchiamento capitalistico, si ammette però la nece;:,sità della dittatura del pro– letariato. Una società comunista. che, pur conservando ancora il regime dittatoriale (altriffienti non sarebbe più co– munista), cominci tuttavia a discuterne la validità o il fondamento magari perché vi è costretta dagli elementi di crisi interna determinati -dall'esercizio pratico de11a dittatura del proletariato, cessa gradualmente di essere « chiusa», si apre alla dialettica interna e permette al socialismo democraticò di. ini·ziare un dialogo o di co– stringerla a un dialogo, il cui risultato, al limite, magari lontano nel tempo, può essere l'incontro o la complemen– tarità di esperienze molto diverse in partenza, su11a base · di una accettazione sempre più larga, qa parte dei comu– nisti, della li,bera discussione teodca e della democrazia politica. Il limite può essere m0lto' lontano e apparire spesso irraggiungibile: ma chiunque si rifiuti di concepire la con– clusione del conflitto ideologico fra Oriente e Occidente come ,un urto froO:tale, sU uri pi;;mo di forza, di guei:ra term'o-nucleare, di guerra di religione, non può no~ co– gliere ogni elemento dÌ « a·pertura » del mondo comunista come un fattore di progresso e non può non sforzarsi di reca~e ogni contributo possibile a tra.Sformare la « società comunista chiusa» in una società sempre più aperta dove, dalla dialettica interna e dal dialogo costrllttivo coi mondo esternv, nascano le condizioni reali di un avyiamento aJla democrazia politica e di una franca e leale convi– venza con tutte le nazioni. PAOLO VITTORELLI 5 L-E'l'-T.ERA DA llON·N lL C()NfjRESSO DI "D()RTMUND S ICUREZZA per tutti» è la formula scelta il 16 (( giugno dalla SPD in occasione del congresso elettorale di Dortmund per definire sintètica– mente il suo programma in vista della ormai prossima consultazione popolare .del 15 settembre. I dieci punti del programma socialdemocratico sono stati così con– densati nei manifesti e"lettorali, che riprendono la so– stanza di un documento più elaborato redatto dagli organi direttivi del partito: 1) assicurazione della p3.ce mediante il disarmo e la djstensione; abrogazione de½a coscrizione obbligatoria e cessazione della corsa agli ar– mamenti; 2) riunificazione della Germania in sicurezza e libertà; fine della politica immobilistica di Adenauer; 3) sfruttamento dell'energia· atomica soltanto per il bene dell'umanità: basta con la politica della bomba atomica! 4-)stabilità dei prezzi e della moneta; fine delle specula– zioni dei iprezzi inflazionistiche; 5) proprietà e benessere per tutti; niente più favoritismi a vantaggio del grande capitale; 6) garanzie di libera concorrenza e cessazione degli arbitri dei cartelli; 7) assicurazione a tutti di una vecchiaia senza miseria; eliminazione del caos dalla pO-: litica sociale; 8') tutela della famiglia; impegno di ov– viare soprattutto -alla carenza di alloggi; 9) assicurare a tutti uguali possibilità di accedere all'istruzione cul– turale e professionale; eliminazione della scarsità tji scuole di ogni grado; 10) difesa della democrazia e della libertà spirituale, ponendo fine al monopolio della CDU: Con _queste succinte tesi la socialdemocrazia ha dato fondo a tutte le concessioni , per -tentare ancora unà volta di conquistare il ceto medio, senza l'apporto del quale, come vide già esattamente Schumacher, i voti operai non saranno mai sufficienti a farla uscire da quella med.ia del 30 pér cento dei suffragi. che la condanna al– l'eterna opposizione. Oggi però la moderazione del prÒ– gramma socialdemocratico, nel quale non si parla ne~– pure una volta di socializzazioni o di statizzazioni, ha uno scopo ben preciso, ossia di tendere la mano ai ~i~ beraldemocratici in vista di una alleanza tra i due par:.:. titi attualmente all'opposizione, onde rovesciare con. le loro forze congiunte il governo di Adenauer. Fermo re– stando il programma di politica estera elaborato negli ultimi due anni, con il quale 01:mai consentono piena– mente anche i liberaldemocratici dopo il mutamento di rotta impresso alla FDP da Dehler e ulteriormente sviluppato dal nuovo leader Maier, la SPD ha fatto anche l'ultimo passo che le rimaneva da compiere per accor– ciare le residue distanze. La FDP appare sempre più l'ar– bitra della situazione, non essendo pregiudizialmente·· con– traria ad accordarsi: né con la G:DU, - dalla quale è di– visa sulla politica estera, ma alla quale è unita dal pro– gramma economico -, nè con la SPD, - della quale condivide gli obiettivi sul "pia(10 internazio"nale ·ma con la quale è in contrasto sulla politica economica. Ben poche riserve la SPD ha maritenuto rispetto al suo vecchio programina economico tra le molte concessiòni fatte alla FDP e, in sostanza, alla politica economica di Erhard. In definitiva essa si è limitata a chiedere gene– ricamente l'ihstaurazione" di « controlli democratici» per l'industria del carb0ne e per lo sfruttamento dell'ener– gia atomica, nonché la permanenza. in proprietà o sotto còntrollo pubblico delle imprese che già si trovino at– tualmente iÒ. queste condizioni, con chiara allusione alla recentissima marlovra dellà CDU, appoggiata in quesfo daì liberali, per regalare alJ'industria privata le fab– briche del VolkSwagen. Sono bastate comunque queste timide riserve Perchè i liberaldemocratici, pur non le– sinando gli elogi ai « realism·o di Oortmund », chiedes– sero a· loro ·volta ulteriori chiarimenti sulle reali inten– zioni dei socialdemocratici in materia di << controlli de– mocratici », ossia quo~e concession1. E' ovvio che la FDP non voglia scoprire prematuramente il suo gioco, ma è anche assai probabile che essa intende vendere cara la sua alleanza, chiedendo in pratica ai socialde– mocratici una capitolazione completa. E a questo punto è lecito chieders( dove- si fermerà la socialdemocrazia, che difficilmente pdtrà continuare a spogliarsi. dei suoi tradizionali postulati senza .esporsi all'accusa di dop– piezza, dato che neppure, la pubblicazione della tesi elettorale è servita a far tacere l'ala più ostinatamente socializzatrice del partito. 11 La SPD non può rjnnegare un secolo di agitazione spcialista, spesso purtroppo isterilita dalle contraddi– zioni tra il verbalismo' pseudorivoluzionario e una irre– sistibile vocazione con.servatrice. Due guerre disastrose e la presente tragedia del paese spaccato in due sono il risultato del dominio capitalistico in Germania. La lotta contro il monoI)olio della CDU non ha alcun senso se non si trasforma al tempo stesso in lotta senza quartiere contro la rieoncentr.azione dei cartelli, tenend.o presente fra l'altro che nel volgere dei p_rossimi anni lo sviluppo dell'energia atomica su grande scala, se non si imporrà tempestivamente l'intervento pubblico, darà in mano al– l'industria privata uno strumento di potere assoluta– mente incontrollabile. IÌIARTIN FISCHER

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