Nuova Repubblica - anno V - n. 19 - 12 maggio 1957

6 (162) .. -nmnra · repubblièit UNA CULTURA PER IL SOCIALISMO capitalismo più progredito - .con la produzione ~ovietica e coi poj:)oli coloniali. « Le sorti del socialismo - se ne persuadano· i russi - non possono esser portate soltanto dalle loro spalle, per quanto robuste, ma anche dalle nostre, per quanto deboli ». E' sostanzialmente vero, ma a prezzo di un eqllivoco. Giu~tamente si dice, a pro– posito dei popoli coloniali, che il rischio enorme è di non aver preparato forze in grado di evitare « che l'Egitto di Nasser rimanga consolidato Egitto di Nasser », non altrettanto giustamente si evita · di considerare quati possano essere le reali solidarietà socialiste che l'Ot 1 iente può offrire a chi in Occidente si batte per una più amPia partecipdzione di potere - agli effetti della quale, sia detto per inciso - il Guiducci svaluta troppo precipito– samente quelle istituzioni di dem'ocrazia pluripartitica e parlamentare, forse inadeguate a ·coprire tutto lo spazi~ della democrazia ma non per questo probabilmente appas– site o caduche. Per i Popoli coloniali a governo comunista il discorso è facile, proprio perché difficilissirrio: si tratta di esperimento del tutto sui generis. che appella oggl. cominciamo a conoscere; può darsi che si orienti verso un tipo particolare di ampliamento di potere agrario e che riesca, analogamente a quanto sembra accadere ii:t Jugoslavia, a costruire l'industrializzazione senza l'ac– centramento capitalistico. Ma per l'Unione Sovietica, e per l'appendice delle democrazie popolari da cui .forse la Polonia sta uscendo, par chiaro che un accentramento ·non socic1Hsta· di potere economico e politico - quello che il Guiducci e tanti altri chiamano dittatura del par– tito e della burocrazia - sia stata senz'altro la caratte– ristica fondamentale - non sappiamo quanto obbligata - dello sviluppo del capitalismo e deUo stesso proleta– riato. Sia o no appropriato il termine di capitalismo, questo riguarda la scienza economica; sul piano politico se ne deve dedurre che la solidarietà socialista 'può inter– correre, in modo forse paradossale ma non per questo arbitrario, ti-a il movimenta. operaio e le sinistre occ-~'... dentali da una parte, e dall'altra il moderno proletà– riato che oggi comincia in URSS ad aver coscienza di sé o che in Polonia ha cominciato a rovesciare la condizione burocratica e sateJlite. Il socialismo, forse, in Oriente comincia oggi, o potrà cominciare domani. in quali [orme è ancora difficile prevedere: i fatti più recenti sono soi– tanto dei prodromi, tragici e interessanti assieme. I BRUCHI E IJE FARFALLE L A RACCOLTA di alcuni saggi, editi e inediti,- di R?berto Guid~cci. è appa~sa n~i <~ s~ggi rossi>> di Emaudi sotto 11titolo - mdovmahss1mo ma estre– mamente impegnativo - .dì Socialismo e i,-.2rità. Si tratta di alcuni pamphlets di cultura E;? di altri parnphlets di politica, di un « libro per discutere», come vuol definirlo lo stesso autore nella prefazione, perchè « il problema di che cosa rispondere si traduce in problema di co-me rispondere, e il secondo diventa preliminare al primo, sua condizione inderogabile: ma neppure a questo pro– blema del come rispondere è facile rispondere >>. IQ. questo assunto che .giunge a rasentare il calembour. è racchiuso il senso di tutto quanto il libro: è giunto il Guiducci a prÙporci un modo convincente per discutere come rispon– dere? Forse soltanto in parte, anche se non per questo viene meno l'interesse grandi$simo di quello che ha scritto. I più discutibili ci ·paion.o proprio i tre saggi più pre– tenziosi, quelli che, parlando di cultura, tendono quasi a salire in cattedra e a proporre ai « politici » un nuovo modo per organi::zare la cultura di sinistra. Sulla critica rivolta ai rapporti storici tra politica e cultura nella sini– stra italiana è piuttosto facile consentire: posta la « distin– zione funzionale e l'unità dialettica tra Cultura e .poli– tica », risulta evidente che il termine dialettico della cultura non è stato presente, o quanto meno non ha funzionato. La cultura non è stata politica, e quindi è .. rimasta nella torre d'avorio accademica, lontana dalla realtà, o: quando si è politicizzata, lo ha fatto in modo del tutto strumentale, divenendo ancella della Politica militante, quasi come la filoSofia medioevale era l'ahcella della teologia cristiana. Basta pensare a 'molti intellet– tuali accademici dell'ultimo decennio, e al loro sdoppia– mento di personalità tra .il ricercatore olimpico e il mili– tante disciplinato, per dirsi d'accordo: nel migliore dei casi ne usciranno le barzellette· su Stalin e su Tiberio. Se però è vero che la cultura è un termine dialettico insopprimibile, cui bi~ogna consentire piena capacità di autonomia e di iniziativa, non per questo il termine ctiltu– rale è obbligato a quella sceita di versante, inevitabile per l'impegno politico. La cultura è ricerca - anzi « cori– cerca », ricerca insieme tra osservatori (specialisti) e • osservati (base), come scrive l'autore - e quindi è sempre impegnata a contatto del mondo, del contesto delle cose, pena la sterilità che colpisce così frequentemente le pur fini tecniche degli specialisti, ma, in quanto tale - e cioè in quanto ricerca della verità - è sempre rivolu– zionaria, anche quando venga considerata nel suo insie– me e non sottoposta a dicotomie di versante, di « de– stra >> o di « sinistra », inutili e artificiali, e perciò in definitiva sterilizzanti. « Organizzazione della cultura >1, se si vuol superare sul serio il settarismo leniniano-sta– liniano, deve ben significare « idee per la battaglia» a lunga scadenza, e non semplicemente strumento per la battaglia contingente delle idee, ma che tali idee capaci di prefigurare i compiti della politica di sinistra possano uscire da una incastellatura ad hoc dove la << cultura di sinistra >1, e di sinistra soltanto, venga «organizzata» e istituzio,wlizzata, si deve perlomeno dubitare. La polemica è già divampata, su questo argomento, al convegno sulla cultura di sinistra indetto dalla sezione culturale del PSI: bollare gli indirizzi che vi sono stati proposti ceme pseudocultura - lo abqiamo sentito ripe– tere. a proposito ccdei Guiducci e dei Panzieri », anche da Paolo Ungari durante il· recente· congresso nazionale studentesco ,_ è senz'altro frettoloso, ma far passare le proposte del Guiducci e del convegno socialista come scoperta della <e cultura nuova» sarebbe addirittura im– perdonabile. ' A SSAI più convincenti i quattro saggi politici, e forse ne spiega i motivi la felicissima citazione di Rousseau che 1i precede - «·mi si domanderà se sono principe o legislatore, per scrivere di' politica: rispondo di no: e che appunto per questo scrivo di politica )>. La politica, in Condo, rifiuta i suoi tecnici e i suoi specialisti: e quello che, detto da parte di un intellettuale di scuola marxista sulle cose della cultura sa di chiuso e di stantio, diventa fresco é vigoroso se diretto alla politica, tanto è meno paludato e più profano. Anche qui si scrive per «discutere>> e far discutere, , ma la cronologia riacquista importanza determinante. Il primo saggio - sullo stalinismo - è datato aprile-maggio del '56, il secondo - sulla via internazionale e nazionale del socialismo - luglio-settembre, il terzo - sulla parte– cipazione politica - agosto-settembre, l'ultimo - sui fatti di Ungheria -- è stato scritto in un giorno, il .,4 novembre del '56: il giorno di Budapest. La critica poli– tica, che appare nei primi saggi pervasa di un ottimismo inquieto ma non .per questo meno fiducioso, si chiude con l'ammissione .che « a Budapest il filo si è rotto irri– mediabilmente, un mondo è andato in pezzi, la storia del socialismo si è spaccata a metà » e che « evitare• tutto questo non si poteva >>.La fine resta quindi in aperta contraddizione col principio, con la fervida adesione che traspare sotto l'acuta critica del krusciovismo, col rifiuto - suffragato dall'esperienza cinese - di accettare ipo-· tesi sociologiche orientalistiche sul fenomeno sovietic~. Bisogna esser grati all'onestà del Guiducci, che ha Put-L,Jicato il lavoro precedente all'Ungheria senza toc- carne una virgola, lasciandoci sotto gli occhi tutta l'evi– denza delle contraddizioni: perché le contraddizioni, tanto per usare una espressione guiducciana, sono in noi, in tutti noì, in tutta la sinistra europea, il che vuol dire in tutti coloro ·che, dopo essersi pasciuti delle « spiega– zioni » che piovono da ogni parte, n0n se ne appagano. Gli altri, purtroppo, sono tutti quanti a destra, e sono jn maggioranza. Molti sarebbero gli appunti - o, meglio, le discus– sioni - da farsi sui « ragionamenti » stimolanti del Guiducci, per ricercare queJla verità che, nonostante il titolo, egli non intendeva offrirci. Non è neppure il caso di esaminare partitamente tutte le tesi dei saggi politici, o peggio di discutere l'impostazione dottrinaria donde derivano: i discorsi politici si valutano in quanto tali, per quello che propongono, e tutte le dottrine hanno diritto di cittadinanza in quanto riescon0 ad averlo. Ciò posto, ci pare che il Guiducci, forse per reagire alla mummificazione di Gramsci perpretata dagli staliniani, si muova entro la dottrina gramsciana con soverchia informazione esegetica piuttosto che con vera ispira– zione critica, ma si tratta comunque di un rilievo politi– camente marginale. Sul piano politico, invece, serve notare come i ragionamenti del Guiducci - e• di tanti altri a lui vicini - portino ad fna vera e propria fasci– nosa presQiopia politica. Sempre - e ben a ragione - timorati del tatticismo, o peggio del trasformismo, fini– scono per t~ascurare del tutto, proponendo prospettive a ·lunga scadenza - che com'è ovvio investono in ugual misura socialisti, comunisti e liberali di sinistra -, la necessità di una' immediata qualificazione di forze poli– tiche in gràdo di servire ·a tali prospettive di punto di riferimento. E qualificazione è, innanzi tutto, distfrizione, e non, come a volte il -Guiducci e i suoi amici sembrano . proporre, indistinta e palingenetica unità. Non gli diamo torto se intende << trascurare i bruchi di oggi e cercare le farfalle variopinte che ci verranno contrapposte do– mani», ma non vorremmo che scordasse totalmente· la ccpolitica dei bruchi »: · forse, e onestamente, se ne è ricordato il 4 novembre, e questo, anche se è necessario ricordarsene ogni giorno, ci deve bastare. La <e strada della coesistenza » - che sia coesistenza per, volta al cambiamento delle condizioni del mondo. e non coesistenza in sé, per conservare il mondo com'è - passa, secondo il Guiducci, attraverso la solidarietà del movimento operaio occidentale - sottoposto all'at– tacc'tr-,.::del « socialismo senza socialismo» da parte del Allora potrebbe assumere un senso diverso anche la conclusione data dal Guiducci alla tragedia unghe'reSe. Di fronte C< al ritorno alla giungla dentro al socialismo'>• si può ben piangere per. le cose che non· si capiscono: è la prima cosa c·he siamo tentati di fare, ma possiamo anche chiederci da quale· pm·te stava il socialismo, o me– glio da qualé parte stavano i socialisti. E allora forse ·il destirio del ,e soldato socialista,, sovietico non ci parrà tanto diverso dal pur triste destino di tanti « soldati socialisti >> mandati a morire negli eserciti di ogni colore delle due guerre mondiali e potremo ccscegliere- fra due modi di operare del socialismo » con pari coscienza mo– rale, ma anche con più fondata chiarezza politica. GIULIO CHIARUGI IN MEMORI.A DI CARLO.ANDREONI SuU'esempio di una nobile tradizione socialista, un comitato di compagni e di amici (del quale fanno parte Basso, Binni, Codignola, Faravelli, Libertini, V. Magnani, M. Ma.tteotti, Mazzali, U. G. Mondolfo, }:'ertini, Romita., Simonini e Zagctri).._h.a promosso a favore deUa famiglia di Carlo Andreoni, immaturamente scom.pa.rso L'S marzo scorso, una pubblica sottoscrizi.on- e. Pubblichi a mo qui di seguito il terzo elenco delle offerte pervenute: Totale 2.o elenco I giornalisti del « Primorski Dnevnik » e E:li ad– eletti all'amministrazione dell'Editoriale Stam• pa Triestina: Egon Kravs 1.000; Slavko Sto-– k,i, l.000; Gornzd Vesel 1.000; Frane Udovic I.000; Frane Rauber 1.000; Francesco Kavs 1.000; Albino Bubmc 1.000; Mario Dolgan 1.000; Milan Bolcic 1.000; Stanislao Renko 1 000; Stanislav Renko 1.000; Joze Koren 500; Du– ran I-irescak 1.000; Alma Regent 300; Da· nilo Bencina 100; Ivan Cac 100; Maks Pe– car 1()(); Dusan Furlan 1.000; Boga Sams-a J .000; Adriana Grmek 100; Romana Jurise· vie 300; Anna Gombac 400; Rodolfo Jagodic 500; Srecko Merlak 400: Sergio Pecar 500; Stanislao .Oblak 500; Armido Ukmar 400. Totale. . . . . . Paolo Valchera (Frosinone) . Luigi Mariotti (Roma) Sergio Bassi (Bastremoli . La Spezia) . Aurelio Marchiare (Bari) . Gianfranco Con tu (Cagliari) . Umberto Ghirardin (Genova) . • Etruria Di Renzo <Bucchianico) . Ludovico Boschetti (Trento) . . . . Federazione USI Taranto (2.o versamento) . D'Onofrio (Taranto) . Tibaldi (Roma) . F. Guaio (Padova) , Vincenzo Stillo (Ast,i) . Amedeo Pansera (Sondrio) Agostino Zadra (Belluno) . . M. Chiorro Principato •(Milano) Clelia Bolaffio (Milano) . Edoardo Bauer (Trento) , Silvio Reali (Milano) . . Alberto Bastogi (Milano). Antonio Canepa (Genova) Mario Mafoenaro (Genova) E. e R. Peroni (Roma) . Adolfo Lucarini (Genova). Giorgio Morando (Geno1;a) E. Cangiano (Cassino) . Giovanni Capaldl (Cassino) Federazione PSDI Trieste . .. Ronchini (Parma) . Gruppo USI Treviso . Giovanni Danti (Firenze) Alberto Cianca (Roma) . . Luigi Passarella (Porto Talle _ Rovigo) Ferruccio Sturaro (Rovigo) L. 584.373 » 17.800 5.000 1.000 550 500 300 1.000 l.000 300 14.275 500 5.000 1.000 l.ÒOO 1.000 500 5.000 500 1.000 1.000 1.500 500 5.000 » 10.500 1.500 500 1.000 1.000 10.000 500 1.200 500 1.000 500 300 Cesare Gioetto (Piesso Umbertiano) . Angelo Angeli (Rovigo) Luigi Venturini (Rimini) . . . . . Vittorio Garonazzo (Valdobbiadene _ Treviso) Sez. PSI Faustini (Bologna) . . . . Edmondo Crivellanti (Trecenta • Rovigo) Umberto Franceschi (Rovigo) Angelo Luzzati (Savona) Giuseppe Bardelllni (Roma) . Ugo Grisetti (Trecenta _ Rovigo) Federico Costa <Lissone) . . . . Stanislao Carazzolo (Montagnana • Padova) Amerigo Perna (Aquino) Gaetano Di Bia">io (Lecce) . Salvatore Migliore (Roma) . Angelo Kukanja (Trieste) . Remigio Burani (Bressana B.) Mario Pernigotti (Oremona) Antonio Lievore (Vicenza) Lino Rollo (Milano) . . . Amilcare De Gregorio (Legnano> Carlo Alpi (Bologna) Filippo Giiozzi (Torino) . Innocente Miori (Torino) Enrico Valle (La Spezia) Anna Maria Valle (La Spezia) Aurelia Gruber Benco (Trieste) . . Niccolò Pedone (Palo del Colle - Bari) Leo Valiani (Milano) . Luigi Carpinelli (Milano) . . Nicola Capozzi (Gioia del Colle • Bari) Sez. PSDI Bassiano <Latina) Jaurès Busoni (Roma) . . Adriano Ghiron (Ales.Sandria) Giovanni Magnani (R_ Emilia) Giovanni Bric (Gorizia) Matteo Mureddu (Roma) . Mario Sala (Fossola _ Modena) Antonio Mirinini (Porto Talle) Luigi Marzano (Cengia} Piero Caleffl (Milano} . . Samuele Bellisario (Santeramo) Giovanni Roba <Pieve di Teco)· Renato Fresia (Torino) . . . . Ferdinando Filipponi (Diano Marina) Salvatore Paolino (Salerno) · Giuseppe Paolino (Capaccio) Carmine Capo (Capaccio) Antonio Spirito (Capaccio) Totale 3.o elenco L. 500 500 1.000 1.000 1.000 1.000 1,000 1.000 3.000 3.000 5.000 5.000 1.000 3.000 1,000 2.000 1.050 2.000 1.000 1.000 1.000 1.000. _1.000 1.000 500 500 2.000 2.000 , 5.000 5.000 500 2.000 3.000 2.000 500 500 1.000 500 200 1.00tt 5.000 1.000 1.000 500 1.000 1.000 200 200 250 L. 751.498 Priva di ogni carattere di parte, l'iniziativa si ispira soltanto al principio de11a solidarietà umana e so– cialista. Le offerte possono essere indirizzate alle redazioni dell'« Avanti!>>. della «Giustizia», dèl « Risorgi– mento Socialista >>, di « Nuova Repubblica » e della <e Critica Sociale », intestando gli assegni ad Attilio Pan– dini, segretario amministrativo del comitato promotoie. Si può anche inviare l'offerta mediante 'un versamentc, sul conto corrente postale n. 1/33350 (intestato al « Risorgimento Socialista»). Verranno regolarmente pubbli• cati gli elenchi dei sottoscrittori e il totale delle somme raccolte.

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