Nuova Repubblica - anno V - n. 9 - 3 marzo 1957

(152) nuol'a· repubblica L'ultimo grido (Dis, ,li Dino IJuschi) Il LUCI DELLA RIBALTA ILFESTl\!J\L BELLI\ PROS!I di GIACOMO GAMBETTI I NDUBBIAMENTE il Festival nazionale delJa prosa, che ormai da sette anni ha luogo in primavera a __ ~Ql.Q@b__è_gj.venutQ in breve volgere di tempo una de11e più importanti manile"stazioni teatrali italiane. Per avere notizie intorno. all'edizione di quest'anno, ·che si svolgerà al Teatro Comunale dal 7 marzo al 24 aprile, ci siamo rivolti a Carlo Alberto Cappelli che del Festival fu il primo ideatore e poi, sempre, l'infaticabile e sagace organizzatore. Animato da una passione teatrale che lo avvicina a tutte le forme sceniche, dalla lirica alla prosa, Cappelli ha a poco a poco forgiato il Festival bolognese, fino a creare un'oasi vitalissima, per quaranta, quaran– tacinque giorni ogni anno, in seno a un mondo pieno ancora di dubbi e di pericoli qual è quello del nostro teatro. Manifestazioni come queste, in occasione delle quali il pubblico di ogni ceto e di ogni qualità affolla il Comunale, interi autopullman si muovono dalla pro– vincia e dalle città portando spettatori entusiasti, e si vedorlo e si discutono concretamente spettac·oli di altis:;imo valore o anche solo di grande importanza umana ed organizzativa, sono un non piccolo' vanto per Ja scena italiana. pagnia Proclemer-Albertazzi con Vittorio Sanipoli sarà a Bologna con H cappello pi•zno di piDggia di Michael Gazo, la Lilla Brignone-Massimo Girotti-Ave Ninchi con La contes·sina Giulia di August Strindberg, diretta da Lu– chino Visconti, la Ricci-Magni, infine, col dramma ine– dito di O'Neill Lunga giornata verso la notte. Seguendo una ormai co~lidata e simpatica iniziativa è stato invi– tato al FestiV.a1l"::il GAD vincitore di uno dei due con– corsi nazionali: quest'anno quello di Ancona, con un'altra opera di Luigi Pirandello, Cosi è (se vi pm·e). Inoltre sarà molto probabilmente presente il complesso universi– tario di Parma, con una serata di carattere eminente– mente culturale dedicata a Plauto, preceduta· da una · conferenza e da un inquadramento critico. Si tratta, in totale, di tredici compagnie con quindici « prime », oltre alla manifestazione universitaria, che dànno al Festival di quest'anno un'impronta di alto rilievo. Anche in occa– sione della se!tima edizione, come già,. lo :Scorso anno, saranno assegnati, per referendum 1ra le varie cate– goEie di abbonati, i « Nettuno d'oro » offerti dal Comune di Bologna, alla migliore attrice, attore, regìsta, sceno– grafo partecipanti alla rassegna; miglior battesimo que– st,i premi di nuovo genere non avrebbero potuto già avere, assegnati come furono,' lo scorso anno, a Rina Mo– relli, a Paolo Stoppa e a ,Eduardo ex-aequo, a Luchino Visconti e a Piero Tosi. Non possiamo non r'.cordare, ora, a pochi giorni dalla morte, Memo Be.naE'si, che l'élnno scorso fu, soprattutto per il pubblico, uno det protago– nisti del Festival: il suo Enrico IV riscosse infatti gran– dissimo successo; forse anche memore di questo, uno de– gli ultimi giorni della sua vita. Ben'assi aveva detto a Carlo Alberto Cappelli che avrebbe voluto recitare al– cune poesie, prima di uno spettacolo, al pubblico del Festival: l'amore per il teatro era infatti ia su~ gioia e nello s·tesso tempo, ormai, il suo dolore più grande. A Memo Benassi, anche se non sempre abbiamo concor– d_ato con le sue interpretazioni, riconosciamo infatti una grande personalità, fra 1 nostri grandi attori, e un pro– fondo travaglio umano: Il Festival bolognese, aprendosi sotto l'auspicio del suo ultimo augurio, confidiamo abbia il successo che .merita, per quel po' di bene che può de– rivarne_ al Teatro italiano. 7 BJBl,iO'l'J<:VA • LA TBADOTTA DEL BRENNERO S ENZA voler essere un romanzo, almenÙ nel senso tradizionale, e senza essere un vero e proprio libr" di ricordi La tradotta del Brennero di Ruggero Zan~ grandi (Milano,. Feltrinelli, 1956), è forse l'uno e !'altre insieme nel senso che del romanzo riesce ad avere più volte il largo respiro, pur non perdendo quel tanto di p~rsonale, di intimo e- di direttamente sofferto che sol– tanto nella breve e lucida notazione di chi ha poco tempo per scrivere, preso in mezzo fra le sue e !e altrui soffe- . renze, si può spesso ritrovare. A pr.ima vista si potrebbe osservare che nuoce alla grandiosità del disegno dell'opera, distesa in un- proJogo, tre parti ed un epilogo, una certa preoccupazione crona– chistica. come se l'A. avesse voluto·darci più che un'opera di poesia una << cronaca », magari nel senso antico ed alto del.la parola, che senza essere storia del_la storia abbia la serenità, il distacco, la pretesa di giustizia di fronte agli uni ed agli altri, perseguitati e persecutori, vincito_ri e vinti. Così facendo si rischia di perdere il senso più alto di questa testimonianza e non s'intende che c'è ben altro della formale organicità di un romanzo a giustificare in questo libro la presenza di un'infinità di personaggi, i più diversi e contrastanti: meschini o immeschiniti dal particolare ambiente in cui agiscono ed· illustri per la loro storia perso~ale o perché a certi impegni e solidarietà non si sfugge. C'è, per dirla in breve, la guerra: la guerra vista e sofferta non da chi bene o male gioca a salvare la pelle saltando da un na– scondiglio all'altro o combattendo per venderla cara; ma la guerra in ogni avvenimento che c0involge l'esistenza di chi è ormai ridotto alla più assoluta inattività e si sente per questo, e per vedersela passare ad ogni istante accanto, già preda della morte. Tanto che, quando, pur in mezzo all'infuriare della battaglia di Berlino, i pri– gionieri abbandonati dai nazisti come un inutile peso sembrano ritrovare tutta Ja loro Carica vitale, la guerra continua a non risparmiare loro nessuna delle sue cru– deltà. E' a questo punto che comincia l'ultima e forsé più sconcertante_ parte della narrazione di Zangrandi. Scon– fitto il nazismo, i prigionieri ormai liberi non lo sono a~cora del tutto e non per volontà espressa di qu;lcuno, ma-ancora per il ---permanere delle condizioni retaggio della guerra. Abbandonati quasi del tutto alla loro iniziativa, si. disperdono o si raggruppano nella marcia verso i paesi d'origine, mçssi più da una sorta d'invincibile ansia di movimento che da un organico piano di rimpatrio, dando vita a una miriade di accampamenti. ora improvvisati ora ricavati da quelli di tortura. E il desiderio di tornare a vivere vi si fa sentire in mille modi diversi: « .... su pal– coscenic:i di fortuna, si celebrano uffici reJigiosi di rin– graziamento e si orgariizzano spettacoli di varietà cui, imparzialmente, folle di migliaia di' persone correvano ad assistere. Poco lontano dalle infermerie, dove malati cronici e feriti seguitavano ogni giorno a morire, si orga– nizzavano « bals-musette » che du_ravano fino all'alba. Ovunque una colonna di pro~ughi si fermava, fiorirono amicizie, amori, episodi di umanità toccanti e singolari>>. E son pagirye, come poi quelle ove si manifestavano i più segreti struggimenti di Paolo (il persona$gio-biografo), che si muovono sul piano della migliore narrativa. Dopo n lungo viaggio e il più noto Dizionario della pauTa (scritto in collaborazione con Marcello Venturoli e vincitore di un premio Viareggio), questa è la terza opera di Zangrandi. Nel leggerla, riconosciamo che si ha quasi timore di trovarsi a un certo punto di fronte alla « tesi » che l'A., comunista, ha in verità abilmente nascosto nei chi'aroscuri del suo pregevole disegno. Ma finiamo col sentirci davanti un uomo che non ha altro desiderio che ritrovare la solidarietà dei suoi simili, in qualche modo reduci anche lorò in quella più grande « tradotta » che è la società. Lezione de11e sofferenze patite, o sincero bisogno di· un'umanità che superi la parte? PIETRO BUTTITTA Tre grandi date ricorrono quest'anno nel mondo del teatro: il 250.p anniversario della nascita di Carlo Gol– doni, il centenario della nascita di G. B. Shaw, -il ven– tennale della morte di Luigi Pirandello Il Festival ri– corderà tutte e tre queste grandi personalità, aprendosi, anzi, prnprio con uno spettacolo pirandelliano. Ma non è una cosa se.ria, nell'interpretazione della compagnia Pa-· gnani-Villi-Ferzetti-Foà, per la. regìa di Luigi Squarzina; di Goldoni il Teatro Stabile della città di Torino presen– terà Pamzia nubile, e di Shaw ancora la Pagnani-Villi– Ferzetti-Foà La professione della signora Warren. Questa compagnia sarà la sola a presentare più di uri' opera, assieme a quella di Vittorio Gassman-Salvo Randone con Anna Maria Ferre.ro che darà l'Otello, e I tromboni di Federico Zardi. In particolare occorre dir(;! che quest'anno il Festival avrà una degnissima impronta internazionale, per la partecipazione di due complessi quali la Comédie Française con Port-Royq.l di Henry de Montherlant .e << I Mimi» ·di Marcel Marceau; due complessi che, oltre Bologna, visiteranno pochissime altre città italiane. Un altn, spettacolo che darà carattere d'eccezione al Festi– val sarà Il diario di Anne Frank, ridotto per la scena da Frances Goodrich e Albert Hackett; l'opera, che negli Stati Uniti ha ottenuto vivissimo successo e che fra l'altro è stata premiata col « Pulitzer » e col « New York Drama Critic's », per ,questo anno viene presentata in Italia, dalla compagnia De Lullo-Falk-Guarnieri-Valli con la partecipazione di Diana Torrieri, solamente a Roma e, appunto, a Bologna. QUADERNI DEL PONTE " PIERO CALAMANDREI ,, Sono raccolte in questo volume quattro relazioni presentate al Convegno su « Li– bertà religiosa e libertà costituzionali », promosso dal circolo « La Riforma >1 di Mi– lano nello scorso ll!glio. Oltre alla nuovissima commedià di Zardi, saranno a Bologna tre opere di autori italiani contemporanei: Veglia d'a7:mi di Diego Fabbri, presentata dalla compa– gnia del Teatro Italiano con Camillo Pilotto, Annibale Ninchi, Filippo Scelzo, Augusto Mastrantoni, per la re– gia di Orazio Costa; Il diavolo Peter di Salvato Cappelli data dal Teatro Stabile della Città di Genova e Gli ipo– criti di Silvio Giovanninetti, da quello di Trieste. La com- LA LIBERTA' RELIGIOSA INITALU di G. PEYROT - L. BORGHI C. MAGNI - A. CAPITINI LA NUOVA lTALIA EDITRICE - FIRENZE PIAZZA INDIPENDENZA, 29 I saggi riuniti in questo volumetto of– frono un serio contributo alla formazione di una coscienza civica che voglia e sappia difendere le libertà previste dalla Costi– tuzione. Pagg. VIll-84 - L. 350

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